La carriera alias al Comune di Milano è finalmente realtà, Monica J. Romano “Una vittoria per le persone trans* e non binarie”

Diramate le linee guida, il protocollo prevede che badge, email, targa sulla porta e documenti interni abbiano nome e identità autodeterminati.

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Milano Carriera Alias
Milano Carriera Alias
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L’8 Marzo la Direzione Organizzazione e Risorse Umane del Comune di Milano ha diramato una circolare contenente le linee guida per l’attivazione dell’identità alias per lə propriə dipendenti. L’adesione al protocollo, che consente alle persone di essere identificate con l’unica identità di genere possibile, e cioè quella autodeterminata dalla singola persona, era stata annunciata dal capoluogo lombardo lo scorso Natale con la deliberazione di Giunta Comunale n. 1702. Nel Maggio 2023 un provvedimento analogo era stato adottato dal Comune di Bologna.

In verità Milano si era attivata già nel Maggio 2022, quando era stato annunciato il registro di genere. Successivamente l’attuazione di quel provvedimento era andato per le lunghe, e in occasione dello scorso TDoR nel Novembre 2023 c’erano state anche polemiche sul ritardo dell’attuazione del protocollo. Finalmente le direttive attuative (o linee guida) sono state ora diramate dall’ufficio del personale del Comune.

L’identità alias o carriera alias possono essere intese come protocolli che permettono alle persone trans* e non binarie di apparire nei documenti burocratici interni di enti, istituti o aziende con il nome corrispondente alla propria identità di genere. Questo nome, differente da quello registrato all’anagrafe, diventa la referenza principale, senza la necessità di attendere cambiamenti ai documenti ufficiali.

Qui la guida e tutte le notizie su “carriera alias”

Il Registro di Genere per le persone transgender approvato a Milano arriva in altre città d’Italia
Nel Maggio 2022 era stato annunciato il registro di genere (o carriera alias): in quell’occasione fu scattata questa foto con alcunə attivistə.

Le linee guida adottate dal comune meneghino partono dalla Costituzione Italiana, facendo riferimento all’art. 2 della Costituzione a proposito dei diritti fondamentali della persona, passando per l’ormai vetusta legge 164 sulla transizione (quella che in Italia obbliga visite psichiatriche e chirurgia ndr) e favoriscono la piena inclusione lavorativa di tuttə coloro che intendono modificare nome e identità nell’espressione della propria autodeterminazione di genere, così come previsto dal contratto collettivo nazionale di riferimento.

L’art. 1 delle linee guida emanate dal Comune di Milano “individuano le procedure amministrative finalizzate all’attivazione di una identità alias per tutto il personale, anche a tempo determinato, comandato, in stage, servizio civile ecc., che, per il proprio benessere psicofisico, intenda modificare nome e genere nell’espressione della propria determinazione, così come previsto dalla legge 14/04/1982 n. 164 mediante presentazione di apposita istanza.

Le presenti disposizioni, sulla base del principio di autodeterminazione di genere, intendono tutelare tutti/e coloro che dichiarano di riconoscersi in un’identità di genere diversa da quella anagrafica, senza necessità di ulteriori giustificazioni e a prescindere dall’avvenuta presentazione della domanda giudiziale di rettificazione di attribuzione del sesso prevista dalla L.164/82, nella gestione del rapporto di lavoro alle dipendenze del Comune di Milano, e che desiderino utilizzare un nome diverso da quello anagrafico nelle interazioni con l’Amministrazione Comunale.”

Monica Romano Gay.it Awards
Monica J. Romano – prima consigliera trans eletta a Milano

Sarà possibile vedere riconosciuto il genere a cui si sente di appartenere e il nome scelto sull’email aziendale, sul badge, sulle targhe degli uffici e su tutti i documenti interni compilando una semplice richiesta” commenta Monica J. Romano, vicepresidente della Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili e prima consigliera transgender eletta a Milano. “Sono molto contenta anche di come sono state scritte queste linee guida e di come sono stati strutturati questi atti amministrativi, perché fanno riferimento all’identità personale e riconoscono l’autodeterminazione, è una vittoria importante per il movimento T e per la comunità” spiega Romano a Gay.it “Milano è tra le prime città metropolitane a favorire la piena inclusione lavorativa e l’autodeterminazione di genere, senza alcuna diagnosi o costose perizie mediche, coerentemente con gli orientamenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che nel 2018 ha stabilito che la condizione transgender non è una malattia, esattamente come accadde con l’omosessualità, che fu derubricata dall’elenco nel1990 dall’elenco delle malattie mentali. Questa è una grande vittoria per la libertà di essere e per tutte quelle persone transgender che nel mondo del lavoro ancora oggi subiscono pesanti discriminazioni” ha concluso la consigliera del PD della Giunta Sala.

 

 

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