Il 19 novembre, le strade di Milano diventeranno un palcoscenico di memoria e rivendicazione in occasione del Transgender Day of Remembrance (TDOR), un evento globale per la commemorazione delle vittime di transfobia.
Quest’anno, la marcia a Milano, organizzata dall’Associazione per la Cultura e l’Etica Transgenere (ACET) e lo Sportello Trans di ALA Milano Onlus, promette di essere un momento significativo di solidarietà e consapevolezza, ma anche una piattaforma per riportare alla luce le promesse non mantenute, come l’implementazione del registro di genere e delle carriere alias per i dipendenti comunali.
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La comunità T rimane inascoltata
Nonostante la crescente visibilità e le marce di solidarietà come quella di Milano, la comunità T in Italia si trova ancora di fronte a una desolante mancanza di riconoscimento istituzionale. Questioni particolarmente emblematiche in questo senso sono il Registro di Genere e le carriere alias, due discorsi lasciati in sospeso.
Il Registro di Genere, una misura per l’autodeterminazione proposta dalla consigliera Monica J. Romano e approvata dal consiglio comunale di Milano nel maggio del 2022, attende ancora di essere implementato.
In parallelo, la questione delle carriere alias per i dipendenti comunali è un altro aspetto cruciale. Sebbene previste dal contratto collettivo nazionale dal 2022, queste misure non sono ancora state pienamente realizzate.
Le carriere alias permetterebbero ai dipendenti trans di utilizzare il loro nome scelto, rispettando la loro identità di genere sul posto di lavoro, ma l’inerzia nell’attuazione dimostra un divario tra le promesse e le azioni concrete.
Gli organizzatori della marcia e molti attivisti della comunità T denunciano un crescente senso di essere lasciati indietro da un’amministrazione che, sebbene si proclami progressista e inclusiva, non segue con azioni concrete.
La critica si estende oltre le istituzioni locali, toccando il governo nazionale, accusato di promuovere l’intolleranza.
“Dov’è finito il Registro di Genere proposto dalla consigliera Monica J. Romano e approvato in consiglio comunale nel maggio del 2022?” – chiedono gli organizzatori al Sindaco Giuseppe Sala. “Dove sono le carriere alias per i dipendenti del Comune di Milano, previste anche dal contratto collettivo nazionale di riferimento dal 2022?. In un momento storico in cui la destra minaccia la nostra stessa esistenza, non vogliamo doverci guardare anche da un’amministrazione di centrosinistra“.
L’Italia al primo posto in Europa per transfobia
La situazione in Italia per quanto riguarda i diritti e la sicurezza delle persone transgender è preoccupante, come dimostrano le statistiche recenti sui crimini d’odio a sfondo transfobico. Il paese detiene un triste primato: quello di avere il più alto numero di vittime in Europa.
Questo dato non è solo una statistica fredda, ma riflette una realtà in cui la violenza e la discriminazione contro le persone trans sono drammaticamente diffuse.
A livello globale, le vittime di transfobia quest’anno sono 392, un numero in crescente aumento. Di queste, il 95% sono donne trans, e l’81% degli atti di violenza si sono conclusi in omicidi.
Le storie dietro queste statistiche sono altrettanto allarmanti. Si tratta anche di episodi di violenza fisica, psicologica e verbale che vengono perpetrati quotidianamente, dall’aggressione alle molestie verbali, fino ad arrivare a tragici casi di omicidio.
“L’Italia è al primo posto in Europa per episodi di transfobia, e comunque questi dati non riflettono la reale situazione, che è ancora più grave – spiega Guglielmo Giannotta, presidente ACET – per questo motivo, abbiamo piani futuri per implementare un Osservatorio specifico, partendo innanzitutto dalle storie che stiamo raccogliendo sul nostro account Instagram ufficiale. L’obiettivo è quello di portare alla luce un quadro veritiero e di rendere giustizia alle vittime facendo sentire la loro voce”.
La propaganda antitrans gioca un ruolo significativo in questo scenario. Alcuni politici e gruppi hanno strumentalizzato la questione transgender per alimentare una retorica di paura e odio. Questo non solo perpetua gli stereotipi dannosi, ma incita anche a ulteriori violenze.
«Nell’ultimo anno questa violenza si è intensificata, le segnalazioni vengono da tutte le realtà locali nel nostro Paese. Segnalazioni che non sono mai state ascoltate né prese in considerazione da questo Governo, che davanti ad un’emergenza di questa portata ha spesso deciso, al contrario, di buttare benzina sul fuoco strumentalizzando la tematica trans in favore di una propaganda ai danni delle stesse persone trans”.
In questo contesto, la marcia per il TDOR a Milano e eventi simili in tutto il paese assumono un significato ancora più profondo. Non sono solo occasioni per commemorare le vittime, ma anche per sensibilizzare l’opinione pubblica e richiamare l’attenzione sulla necessità urgente di azioni concrete per contrastare la transfobia.
La comunità trans in Italia, sostenuta da alleati e organizzazioni, chiede non solo rispetto e uguaglianza, ma anche misure di protezione e di prevenzione efficaci contro la violenza e la discriminazione.
“Uno Stato che non le tutela dalle continue aggressioni che subiscono e che anzi, ultimamente, si impegna a rendere la loro vita più difficile. Riportare che ci sono 392 vittime in un anno significa comunicare che almeno una persona trans ogni giorno muore in condizioni violente. Quale altra comunità di persone ha un tasso di omicidi così alto?”.
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