Afghanistan
Lo spaventoso ritorno dei talebani al potere ha nuovamente fatto precipitare l’Afghanistan nell’incubo, con la comunità LGBTQ+ locale cacciata casa per casa. Le persone LGBT del Paese continuano ad essere discriminate, ricercate, picchiate, umiliate, ammazzate, come rimarcato al nostro Simone Alliva da Ahmad Qais Munhazim, professore che ha condiviso i messaggi ricevuti dalla comunità LGBT afghana. Storie di terrore spaventosamente reale, e quotidiano. Gli appelli affinché la comunità internazionale si muova per salvare queste vite si moltiplicano, ma l’inferno afghano è scomparso dai principali telegiornali, lasciando ragazzi e ragazzi in balia della sharia e dei talebani, autori di una ‘kill list’ con cui rintracciare e uccidere le perosne omosessuali del Paese.
“Gli omosessuali saranno seppelliti sotto i crolli dei muri”, così soltanto qualche mese fa il giudice talebano Gul Rahim raccontava al quotidiano tedesco Bild cosa accadrà alle persone LGBT in Afghanistan dopo la definitiva presa del potere da parte dei Talebani. “Le donne single saranno perseguitate, alle donne sposate non sarà concesso lasciare casa senza uno specifico permesso, ai ladri saranno tagliate mani e gambe“. Un vero e proprio ripristino della sharia, la terribile legge islamica volgarmente apostrofata come legge del taglione.
Tra i principali obiettivi del 2022, la salvezza delle persone LGBTQ+ afghane dovrebbe essere prioritaria.