Una Francia in piena crisi politica, quella che esce dallo spoglio delle Europee. Per la prima volta il Rassemblement National, erede del Front National di Jean-Marie Le Pen, diventa il primo partito staccando gli avversari. Il partito di Marine Le Pen e di Jordan Bardella raggiunge il 31,4% dei voti e raccoglie ben 30 eurodeputati. Staccati di molto i diretti concorrenti di Besoin d’Europe con Macron che ottengono un misero 14,6% e 13 seggi. Per questo ieri sera il Presidente Emmanuel Macron ha sciolto l’Assemblea Nazionale e ha indetto nuove elezioni per il 30 giugno e il 7 luglio.
Cos’è il Rassemblement National?
Il Rassemblement National è il diretto erede del Front National. Si chiama così dal 2018, quando Marine Le Pen decise di rinfrescare l’immagine del movimento creato dal padre nel 1972. Un movimento leggermente diverso da quello immaginato da Jean Marie Le Pen, espulso dal suo stesso partito nel 2015, come conseguenza di alcune prese di posizione filonaziste. Eppure, la destra di Le Pen non fa sconti a nessuno, è un partito sovranista dalle idee molto vicine a quelle della Lega e dell’Internazionale Sovranista, di cui fanno parte Vox, Fratelli d’Italia, Afd, Fpoe in Austria e Fidesz in Ungheria, ma anche Milei in Argentina. Tuttavia, è diventato molto forte tra i giovani, diventando il primo partito negli under 35.
Il merito? Tutto di Jordan Bardella, che ha portato una ventata d’aria fresca, il nuovo vento di TikTok e una gentilezza che nessuno si aspettava, visti i precedenti. È tutto merito di Jordan Bardella perché Le Pen c’è, ma avere un cognome diverso da quello del fondatore è un vanto. Il Rassemblement National non vuole essere il Front National nei metodi: basta provocare, è ora della cortesia, della gentilezza, della sobrietà. È ora della giovinezza, che è un vantaggio, perché più dinamica. Una destra che ha saputo rinnovarsi e che è riuscita nell’intento di raggiungere la vetta. Una politica furba, che ha saputo racimolare anche i voti degli appartenenti alla comunità Lgbtq.
Chi è Jordan Bardella?
È un 28enne figlio di immigrati italiani e algerini. Classe 1995, è nato a Drancy, nell’Ile de France, a qualche chilometro da Parigi. Dice di avere origini modeste, quelle stesse che gli hanno permesso di frequentare una scuola secondaria privata, in cui si è diplomato. Ha frequentato per qualche anno, poi, l’Università di geografia, ma ha abbandonato gli studi per la politica. È, infatti, entrato nel Front National nel 2012, per poi diventare portavoce del partito nel 2017 e membro dell’ufficio nazionale nel 2018. Nel 2019 è capolista alle europee e fa incetta di voti, viene eletto a Strasburgo. Fino al 2021 è il Segretario dell’ala giovanile del partito. Ma la sua fortuna arriva nel 2021, quando Marine Le Pen si dimette da presidente del RN. Bardella riceve l’incarico ad interim e nel 2022 viene riconfermato con l’85% dei voti. Mai scelta fu migliore per il Rassemblement National, oggi primo partito.
I temi del Rassemblement National e il grande assente Lgbtq
I temi della destra francese sono sempre gli stessi e simili a quelli degli alleati europei. Ma c’è una differenza: vengono comunicati in modo diverso rispetto al passato. Nessuno ha più intenzione di provocare come faceva Jean Marie. Si ha voglia di ascoltare e portare la propria voce ovunque. Insicurezza e immigrazione sono i veri cavalli di battaglia, insieme all’agricoltura. L’attacco all’Europa, su tutti questi temi è un mantra e per questo il RN fa parte di Identità e Democrazia, il gruppo europarlamentare in cui compaiono anche la Lega e Afd in Germania. Temi che piacciono sempre di più ai francesi – l’insicurezza e l’immigrazione montati attraverso la paura. Non solo gli anziani, anche i giovani seguono il Rassemblement e, soprattutto, Jordan Bardella, che ha saputo sfruttare i social per comunicare sé stesso e le idee del partito. Una forza, che piace anche alle persone Lgbt. Alle politiche del 2022 il RN è stato il partito con più eletti gay all’Assemblea Nazionale. Eppure, né Marine Le Pen né Jordan Bardella parlano del tema, se non per la contrarietà al matrimonio egualitario, istituto che è già presente in Francia. Nelle votazioni in Parlamento la posizione è sempre conservatrice. Nell’ultimo voto in Senato sulla transizione di genere, infatti, per riformare l’utilizzo dei bloccanti della pubertà richiesta dai Repubblicani anche RN ha votato a favore. A inizio 2023, invece, si sono fatti portavoce di una crociata contro il wokismo e la “propaganda Lgbt nelle scuole”.
Insomma, il RN utilizza un doppio standard: aperto ai gay, ma contrario alla “propaganda Lgbt”. Per questo non deve sembrare strano il commento di Bardella su Vannacci, quando ha detto che le idee del generale, ormai europarlamentare nel suo stesso gruppo, sull’omosessualità sono completamente diverse dalle sue. Un doppio standard ben visibile nei confronti degli alleati europei. Durante la convention di Identità e Democrazia di dicembre a Firenze, infatti, eravamo presenti e abbiamo potuto ascoltare i vari interventi dei leader dei partiti dell’estrema destra. Seppur Bardella non abbia parlato delle persone Lgbt, quasi tutti gli altri relatori hanno trattato i temi della famiglia tradizionale, dell’epidemia di persone trans* e della propaganda Lgbt. Bardella era accanto a loro e gli applaudiva, non ha mai mostrato contrarietà davanti a quei discorsi. E i voti al parlamento francese e in quello europeo lo confermano. Alcuni gay che fanno parte di RN, inoltre, parlano di eterosessualità in termini di valore superiore e di una crescente preoccupazione per la loro sicurezza dovuta alla violenza degli arabi. Si fanno, insomma, portavoce di una retorica omonazionalista che impressiona e fa male.
Per la Francia si preannuncia una breve ma intensa campagna elettorale nel giugno che precede l’inizio delle Olimpiadi. La maggioranza dei francesi sembra essere pronta a votare il ticket Le Pen-Bardella. Riusciranno le forze progressiste a impedire un governo di destra? Difficile dirlo, dopo che anche il partito di Macron ha proposto e votato una legge sull’immigrazione che strizzava l’occhio ai lepenisti.
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