Una lettera del MIT (Movimento Identità Trans) e di Libellula Italia APS, firmata da altre 33 realtà associative per i la tutela e la promozione dei diritti trans* e da 9 soggettività e professionalità tra cui endocrinolog* e psicoterapeut*, per chiedere al governo uno spazio di discussione sul futuro dei percorsi di affermazione di genere nel nostro paese.
Si parla del discusso tavolo tecnico per “valutare” la somministrazione di triptorelina – bloccante della pubertà – nell* adolescenti con incongruenza di genere, un protocollo collaudato, sicuro e attivo dal 2019 che solo oggi viene messo in dubbio dall’attuale Ministero della Salute in congiunzione con il Ministero della Famiglia, nelle figure di Orazio Schillaci ed Eugenia Roccella – quest’ultima particolarmente nota per le proprie posizioni antifemministe ed anti-LGBTQIA+.
Il nodo centrale non è infatti tanto la legittima volontà di approfondire la questione in prospettiva dello sviluppo di un protocollo ancora più efficace e sicuro per l* giovani trans*, bensì il sottotesto ideologico che traspare da un’azione simile – dati anche i precedenti in Gran Bretagna e negli stati USA a maggioranza repubblicana.
Sottotesto impossibile da non percepire, visto il fatto che, a decidere sulla pelle delle soggettività transgender siano ancora una volta persone cisgender, influenzate da profondi bias, e che nessuna realtà LGBTQIA+ né soggettività trans* sia stata – come prevedibile – invitata al tavolo.
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“Come associazioni e collettivi di persone transgender e loro alleate, apprendiamo con perplessità la comunicazione congiunta dei Ministri Schillaci e Roccella volta a definire in modo verticale e centralizzato i protocolli e le linee guida per l’accesso ai percorsi di affermazione di genere delle giovani persone trans* e non binarie – si legge nella lettera –
È fondamentale sottolineare che l’istituzione del tavolo tecnico governativo volto a vagliare tali percorsi, pur a fronte delle recenti azioni politiche e mediatiche promosse da chi tenta di suggerire la pericolosità di tali percorsi salvavita, non ha visto – al momento- alcuna interlocuzione con quelle realtà associative che da decenni si occupano della salute delle persone trans.
Pertanto, riteniamo doveroso il coinvolgimento diretto delle nostre realtà associative, onde evitare il rischio che il tavolo possa esser diretto e condotto da chi fino ad oggi ha guidato una crociata ideologica contro la nostra comunità, negando e marginalizzando i bisogni delle persone trans più piccole, con il concreto rischio di peggiorare ulteriormente le condizioni della popolazione trans, in Italia già drammaticamente precaria”.
Viene poi citata la stessa letteratura scientifica che nel comunicato congiunto dei ministeri si dice andrebbe rivista.
“La letteratura scientifica ci ricorda, infatti, che a fronte del 40% di giovani persone trans* a rischio suicidio, la terapia con triptorelina riduce del 70% tale drammatica possibilità. Anche lo studio di Diana Tordoff ha dimostrato che interventi legislativi avversi ai percorsi di affermazione di genere possono aumentare il rischio di suicidio delle giovani persone trans*.
Nelle giovani persone trans accompagnate nel loro percorso di affermazione e supportate con terapie di sospensione dello sviluppo si riscontra il 60% in meno di casi di depressione e il 73% in meno di pensieri o tentativi di suicidio rispetto a quelle che non ricevono supporto medico nei loro percorsi.
Davanti a questi dati inequivocabili, confermati anche dal comunicato congiunto emesso da ACP, AIT, AME, ONIG, SIAMS, SID, SIE, SIEDP, SIGIS, SIMA, SINPIA (sezione di psichiatria) SIPPS, ci stupisce che il Governo non abbia tenuto conto del dato tecnico, ma abbia invece sentito il bisogno di condurre una battaglia che sembra ideologica, finalizzata a bandire l’utilizzo di tale farmaco salvavita, così da assecondare retoriche oscurantiste”.
Al momento, le associazioni firmatarie esprimono la propria disponibilità a partecipare a un dialogo e a contribuire al tavolo tecnico che, nel corso dei prossimi giorni, sarà chiamato a determinare se mantenere la possibilità per bambini e adolescenti trans* di autodeterminarsi, o se introdurre un ulteriore divieto che rischierebbe di sopprimere ulteriormente i diritti della comunità LGBTQIA+ in Italia. A meno che la decisione non sia già stata presa a monte, ed il tavolo tecnico non rappresenti altro che una doverosa formalità.
“Se lo scopo del tavolo è quello di assecondare visioni oscurantiste e transfobiche, non possiamo che dissociarci totalmente, ribadendo che la comunità transgender è l’unico soggetto legittimato a portare l’esperienza diretta e a poter fornire alcune competenze irrinunciabili sui temi legati all’identità di genere.
In nessun modo, d’altronde, riterremo qualificato un tavolo tecnico composto da soggetti che siano scelti in base a criteri di prossimità politica o noti per promuovere posizioni antiscientifiche e ideologiche”.
Le associazioni chiedono la massima diffusione del comunicato, per permettere a quest’ultimo di arrivare alle istituzioni a cui è rivolto: ogni contributo è vitale.
Il comunicato è firmato da:
Associazioni LGBT+ e Transfemministe
- MIT – Movimento Identità Trans
- Libellula Italia APS
- ATN – Associazione Trans Napoli
- Gender Lens
- Gender X APS
- Gay Net
- Casa delle donne Lucha y Siesta
- EDGE
- Famiglie Arcobaleno
- Antinoo Arcigay Napoli
- Pochos Napoli
- Pride Vesuvio Rainbow
- Coordinamento Campania Rainbow
- Gruppo Trans
- Affetti Oltre il Genere
- Radicali Napoli
- Circolo di cultura Omosessuale Mario Mieli
- ALFI – Associazione Lesbica Femminista Italiana
- Rete Genitori Rainbow
- Associazione Quore
- Agapanto
- T Genus
- CEST
- Associazione Romni APS
- Associazione Rowni-Roma
- Woman Network Italy APS
- NUDI
- Dì Gay Project
- Arcigay Nazionale
- Differenza Lesbica Roma
- Snodo Mandrione Aps
- Psy Onlus Aps
- Arcigay Rete Trans Nazionale
- Omphalos Lgbt+
- Agedo nazionale
Libere soggettività e Professionistə
- Antonello Sannino
- Cristina Leo, psicologa
- Daniela Lourdes Falanga
- Fabiomassimo Lozzi, regista
- Giovanna Auguanno, Psicoterapeuta
- Giulia Senofonte, Endocrinologa
- Milo Serraglia, formatore
- Ottavia Voza
- Rosa Rubino
- Tanya Di Martino
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