5 anni fa Marine Le Pen spaventava l’Europa, arrivando al ballottaggio contro Emmanuel Macron per le presidenziali di Francia. Incassati 7.678.491 voti al primo turno, la terzogenita di Jean-Marie Le Pen si fermò ai 10.638.475 voti del secondo turno, perdendo nettamente contro l’allora 39enne, che stravinse con il 66,1% dei voti. Cinque anni dopo, con l’Europa travolta dall’invasione russa dell’Ucraina e al suo 3° tentativo per l’Eliseo, la 53enne leader dell’estrema destra transalpina punta al colpaccio, dopo aver strappato nel weekend il 23% delle preferenze al primo turno. Mai aveva incassato tanti voti, con i sondaggi che annunciano un clamoroso testa a testa in vista del ballottaggio finale. 51% Macron, 49% LePen.
Ma il Rassemblement National può davvero puntare all’Eliseo? Nelle ultime settimane Marine ha portato avanti una campagna elettorale più edulcorata e meno aggressiva del solito, quasi intimista si potrebbe dire, facendo dimenticare ai francesi i mille complimenti rivolti negli anni a Vladimir Putin, ammorbidendo la propria immagine, facendosi persino ‘simpatica’, più umana, in strada tra la gente. Chiara l’intenzione, ovvero ripulire l’immagine di un partito di estrema destra che punta all’inimmaginabile jackpot, conquistando la presidenza di Francia. Peccato che decenni di politica non si possano cancellare con un colpo di photoshop o un buon ufficio stampa.
Le idee di Marine sono ampiamente conosciute, cavalcando perfettamente la visione della destra internazionale, sovranista, estremista e populista, che tanto piace anche a Matteo Salvini e a Giorgia Meloni.
Sul fronte dei diritti LGBTQ+, Marine le Pen si è opposta alla legge del 2013 che ha esteso il matrimonio alle coppie di persone dello stesso sesso, promettendo di cambiarla nel caso in cui dovesse approdare all’Eliseo. Eppure la leader del Rassemblement National piace e non poco a molti francesi LGBTQ+. Sul tema ‘gestazione per altri’, Marine ha espresso netta contrarietà su qualsiasi ipotesi di approvazione da parte del governo francese: “È una deriva mortale per la nostra società, l’essere umano non è oggetto di consumo”.
Due ex mariti alle spalle e tre figli, perché la ‘famiglia tradizionale’ è sacra, Le Pen all’Eliseo potrebbe spaccare in due l’Europa, con Putin ad augurarsi un suo trionfo. In passato Marine ha ricevuto prestiti da banche russe quando era a capo del Front National (11 milioni di euro solo nel 2014) e si è già detta contraria ad ulteriori sanzioni nei confronti che possano coinvolgere il petrolio russo. Dovesse vincere, la candidata del Rassemblement National ha annunciato l’addio alla Nato da parte della Francia.
Numeri alla mano Macron sembrerebbe nettamente favorito, perchè dopo il primo turno ha ricevuto il sostegno pubblico dalla conservatrice Pécresse, dalla socialista Hidalgo, dal comunista Roussel, dal verde Jadot e soprattutto da Mélenchon, che ha invitato i suoi elettori a “non regalare neanche un voto a Le Pen”. Il pallottoliere darebbe un 60% di consensi all’attuale Presidente, con Marine appoggiata ‘solamente’ da Zemmour e da Dupont-Aignan, che hanno conquistato il 9% dei voti al primo turno, arrivando così più o meno al 35% del totale.
Ma un ballottaggio è altra cosa, la ‘rabbia’ dell’elettorato medio dopo 2 anni di Covid-19 e una guerra in corso con rialzo dei prezzi e economia stagnante potrebbero incidere sorprendentemente sul risultato finale, anche perché chi non ha votato Macron al primo turno potrebbe semplicemente rimanere a casa. Il 24 aprile andrà in scena il secondo e forse definitivo scontro tra Emmanuel e Marine. Dopo le vittorie del serbo Vucic e dell’ungherese Orban, l’eventuale trionfo dell’ultradestra in Francia potrebbe essere il punto di non ritorno verso un’Europa mai più unita.
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