Oggi 65enne, Eric Zemmour si è candidato in Francia per le elezioni presidenziali del 2022 fondando il partito politico Reconquête, di estrema destra. Tentativo fallito, arrivando quarto al primo turno con il 7,07% dei voti espressi. Ex giornalista di Le Figaro, editorialista e commentatore politico conservatore, Zemmour ha appena collezionato l’ennesima condanna. Dopo essere stato condannato per incitamento alla discriminazione razziale nel 2011 e per incitamento all’odio contro i musulmani nel 2018, Zemmour è stato infatti condannato anche per omofobia ai danni delle coppie omogenitoriali.
L’esponente di estrema destra è stato condannato al pagamento di 4.000 euro per commenti omobitransfobici che hanno violato la legge nazionale contro l’omobitransfobia. Il suo avvocato ha già annunciato che farà appello.
La condanna nasce da un commento di Zemmour nel corso del programma televisivo francese Face à l’info, andato in onda il 15 ottobre 2019. Il giudice ha stabilito che le parole di Zemmour “presentano un’immagine sprezzante delle persone che prendono di mira”.
Nella sentenza, il giudice ha aggiunto che i commenti di Zemmour riducono coloro che desiderano avere un figlio “a un capriccio egoistico”. “Diventano scandalosi quando dicono che queste persone, per soddisfare i loro capricci, possono sfruttare la loro schiavitù nei confronti dell’apparato statale”, ha aggiunto il magistrato.
Nel corso della diretta Zemmour stava discutendo della riproduzione medicalmente assistita, in seguito alla discussione parlamentare per approvare un progetto di legge che consentisse alle coppie lesbiche e alle donne single di accedere ai trattamenti per la fertilità, compresa l’inseminazione artificiale e la fecondazione in vitro. Nel giugno 2021 il parlamento francese ha approvato il disegno di legge sulla bioetica con 326 deputati favorevoli e 115 contrari.
All’epoca Zemmour disse: “Si tratta dei capricci di una piccola minoranza che controlla il governo e lo schiavizza a proprio vantaggio, disintegrando la società. Perché avremo dei figli senza padre e ho appena detto che è una catastrofe e, in secondo luogo, chi costringerà tutti gli altri francesi a pagare per questi capricci?”.
Questi commenti suscitarono indignazione da parte delle associazioni LGBTQIA+ francesi, con l’organizzazione Stop Homophobie che ha denunciato Zemmour. Vincendo. Secondo la sentenza, le persone gay si sono “ritrovate denigrate agli occhi del pubblico a causa di quello che sono”. “Il loro orientamento sessuale porta necessariamente, secondo l’imputato, a comportamenti contrariamente al bene pubblico”.
Il direttore di Face а l’info, Serge Nedjar, è stato multato di 4.000 euro e condannato a pagare 3.000 euro a diverse organizzazioni LGBTQ+ e 2.000 euro di spese legali.
Nel 2022 Zemmour è stato citato in giudizio anche da sei gruppi LGBTQ+, con l’accusa di aver negato l’esistenza di vittime gay durante l’Olocausto tra le pagine del suo libro La France n’a pas dit son denier mot (“La Francia non ha detto la sua ultima parola”). Un’altra condanna contro Eric Zemmour è arrivata nel gennaio 2022, dopo aver affermato che i bambini migranti erano “ladri, assassini” e “stupratori”, aggiungendo “dovremmo rimandarli indietro”.
In precedenza aveva paragonato la parità di diritti per gli studenti trans al nazismo, definendo l’aborto un “suicidio collettivo” e affermando che l’omosessualità viene diffusa con la “propaganda” LGBTQ+. Un personaggio pericolosissimo, ora andato incontro ad un’altra condanna. Guardando con timore alle prossime presidenziali, quando potrebbe ricandidarsi.
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