Tendiamo spesso a concentrarci su figure come Orban, Duda e Meloni – al punto da dimenticare talvolta che esistiamo in un’Europa progressista, lontana anni luce da quell’asse a cui siamo costretti ad associarci.
Mentre eventi come l’Europride ci servono come promemoria di questa realtà, a ricordarcelo ci sono anche iniziative da parte di altri paesi, come la Francia, che ha recentemente destinato un fondo specifico alle sue ambasciate con il solo obiettivo di promuovere, sostenere e consolidare i diritti LGBTQIA+ a livello globale.
Durante la 78esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che coincideva con il 15esimo anniversario del proprio gruppo dedicato ai diritti LGBTQIA+, l’ONU ha sottolineato con enfasi che la tutela delle minoranze è una problematica di rilevanza internazionale.
Tale questione non può quindi essere relegata a cerchie ristrette o “echo chamber” dove c’è un consenso preesistente, ma richiede un impegno su scala globale, specialmente in quei paesi che – come il nostro – non dispongono ancora di una legislazione trasparente in ambito di linguaggio d’odio omobitransfobico.
“[si ribadisce l’importanza di proteggere i membri della comunità da atteggiamenti omofobi e transfobici] spesso associati alla mancanza di un’adeguata protezione legale contro la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”.
Da qui, la rapida risposta della Francia: con un budget di 2 milioni di euro, le ambasciate francesi potranno assistere comunità che subiscono discriminazioni, sia all’interno che al di fuori dei propri confini nazionali, nel pieno rispetto delle normative e delle restrizioni vigenti.
La Ministra degli Esteri francese, Catherine Colonna, ha ulteriormente sottolineato la finalità dei fondi stanziati, ovvero quella di offrire un aiuto concreto, specialmente a “coloro che difendono i diritti delle persone LGBT+ quotidianamente e in tutto il mondo, a volte a rischio della propria vita“.
Una mossa che va a corroborare l’impegno della Francia verso le questioni LGBTQIA+, già consolidato con la nomina nel 2022 del primo Ambasciatore per i Diritti LGBT+ nella storia della diplomazia francese, Jean-Marc Berthon – collega del nostro Inviato Speciale italiano per i Diritti Umani delle persone LGBTIQ+, Fabrizio Petri, in carica già dal 2021.
>> Intervista a Fabrizio Petri, Inviato Speciale italiano per i diritti umani delle persone LGBTIQ+
Oggi, le casse di questo specifico dipartimento verranno rimpolpate, per facilitare una cooperazione internazionale utile a diffondere la cultura della diversità e della tolleranza attraverso il dialogo e il confronto con le istituzioni nazionali per i diritti umani, ai difensori dei diritti umani e ai ministeri responsabili della sicurezza e della giustizia.
“La Francia“, si legge in un comunicato pubblicato sul sito ufficiale dell’Ambasciata Francese “chiede, oltre alla depenalizzazione, il pieno rispetto di tutti i diritti delle persone LGBT+, in particolare delle libertà di espressione e di riunione, troppo spesso ostacolate da leggi che vietano la menzione delle questioni LGBT+ nello spazio pubblico o impediscono l’attività delle ONG impegnate su questi problemi“.
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