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Contrariamente a quanto si crede, prima del 1869, non esistevano omosessuali.
Ma come? e la Grecia Classica, Achille e Patroclo, Leonardo Da Vinci, e tutte le centinaia di personaggi storici gay dei quali oramai si conosce con certezza l’orientamento sessuale?
Nessuno può negare che rapporti sessuali ed amorosi tra esponenti dello stesso sesso biologico esistano dalla notte dei tempi , ovviamente, ma queste relazioni venivano definite in modo diverso.
Come? Ad esempio pederastia, sodomia, omogenia, androtropia e uranismo, definizioni però limitate, parziali e spesso dispregiative.
Per questo, nel 1869, Karl-Maria Kertbeny, letterato e traduttore Ungherese di lingua tedesca, coniò il termine “omosessualità” (Homosexualität) .
Questo -all’epoca- neologismo venne ricavato:
- del termine greco omoios, simile, uguale, omologo
- l termine latino sexus, sesso, da cui, per estensione, attrazione sessuale.
Kertbeni si proponeva di superare la connotazione negativa delle altre definizioni allora d’uso corrente: egli stesso era omosessuale e può essere definito come uno dei primi attivisti gay della storia moderna.
Kertbeni volle mettere ordine nelle definizioni di quelli che oggi chiameremmo orientamenti sessuali, e coniò anche i termini bisessualità e -rullo di tamburi- eterosessualità.
Il termine “omosessuale” si diffuse poi principalmente grazie ad un’opera scientifica di Gustav Jäger, Die Entdeckung der Seele (“La scoperta dell’anima”), e da lì anno dopo anno divenne di largo utilizzo.
In italia è attestato per la prima volta nel 1897, ma divenne d’uso comune dagli 30 del 900 in avanti.
Omosessuale definizione
L’omosessualità può essere definita come l’attrazione amorosa e sessuale tra esponenti dello stesso sesso biologico.
Omosessuale è sia una donna attratta da donne che un uomo attratto da uomini.
In forma più estesa, ecco la definizione dell’enciclopedia Treccani per omosessualità:
Tendenza a rivolgere l’interesse libidico verso persone del proprio sesso, che può essere presente in forme e gradi diversi, ora latente e inconsapevole, ora manifesta e più o meno inibita o realizzata come pratica erotica.
Ma perchè i termini utilizzati prima del 1869 non andavano bene?
Analizziamo le differenze tra omosessualità e quelli che un tempo erano considerati dei sinonimi di “omosessuale”, ma non lo sono affatto.
Omosessualità e pederastia: differenza
Ancora oggi pederastia è utilizzato in senso dispregiativo per indicare la relazione sessuale di un uomo o donna maggiorenne con un adolescente di qualunque sesso biologico.
In Italia la pederastia (atti sessuali con minori) è reato, se la differenza d’età è maggiore di 3 anni e se l’adolescente è minore di 14 anni. Il sesso con minori di 10 anni è sempre reato con aggravante.
Per converso, definire una persona omosessuale “pederasta” intendendogli attribuire una relazione sessuale con un minore di 14 anni che non sussiste o per la quale non è stato condannato, può configurare il reato di diffamazione o ingiuria.
Questa tipo di relazione era sicuramente diffusa durante l’antichità, ma divenne eticamente discutibile col passare dei secoli. Pertanto, etichettare un omosessuale come pederasta divenne espressione di un giudizio morale negativo verso quella persona.
La pedofilia è invece l’inclinazione erotica ed amorosa verso giovinetti, che potrebbe anche non concretizzarsi, quindi è una condizione preesistente alla effettiva pederastia.
Omosessualità e sodomia: differenza
La sodomia indica l’atto di penetrazione anale, non necessariamente tra uomini, ma anche tra partner eterosessuali.
Il termine com’è noto è di origine Biblica, e viene associato al disordine morale proprio di Sodoma, città che nell’Antico Testamento viene rasa al suolo da Dio per la perversione dei suoi abitanti.
Il termine “sodomia” vuole pertanto associare quello specifico atto sessuale ad una perversione considerata moralmente riprovevole se non fuori legge.
Oltre che inaccettabile sul piano etico, questo termine si riferisce esclusivamente alla dimensione carnale e meccanica, mentre la sessualità e l’amore coinvolgono sia la dimensione mentale che fisica.
Omosessualità e Uranismo: differenza
Uranismo (Urningtum) è stato un sinonimo di omosessualità nella seconda metà dell’800, ma si tratta di un termine riferito specificamente a persone che potremmo definire “effemminate” e, nel rapporto sessuale, alla persona passiva.
Questa parola è centrale nella nostra indagine intorno al concetto di omosessualità: fu infatti coniata da un letterato considerato pioniere dei movimenti omosessuali, Karl Heinrich Ulrichs , nel 1864, 5 anni prima della definizione di Kertbeni, e fu anche molto utilizzato per tutti gli ultimi anni dell’800.
Ma da dove deriva Uranismo?
Ouranos (Urano) è, nel greco antico, il cielo: Ulrichs ne riprende il significato nel senso di “celestiale, paradisiaco” nell’accezione riservata ad Afrodite nel Simposio di Platone, che viene definita “Uranica” in quanto protettrice degli amori omosessuali.
Ulrichs è anche l’inventore del concetto di “Terzo sesso” e il suo obiettivo era ricercare le origini biologiche della condizione dell’ “anima femminile imprigionata in un corpo maschile”.
Ora è più chiaro cosa mosse Kertbeny, 5 anni più tardi.
Insoddisfatto di una definizione che limitava l’omosessualità alla condizione di “donne imprigionate nel corpo di un uomo” egli volle rivendicare la piena virilità della condizione omosessuale.
Dal punto di vista semantico la parola omosessuale ha finalmente slegato questa condizione dai ruoli o pratiche (cfr uranismo, pederastia, sodomia), ed implica pari dignità con la condizione eterosessuale e con quella di bisessuale.
Una prospettiva decisamente moderna.
Omosessuale: sinonimi
Nel linguaggio parlato esistono parole che possono essere considerati sinonimi di omosessuale in alcuni contesti.
- Gay: il migliore sinonimo di omosessuale, che viene utilizzato prevalentemente per indicare due omosessuali maschi, ma può indicare anche “due ragazze gay”.
- Lesbiche, appunto, è il termine per indicare le donne omosessuali: qui trovate una storia della definizione di lesbica, antichissima ed affascinante.
- Queer: altra parola dalla storia interessante, che in sintesi può essere tradotta come “eccentrico, strano”. Nasce insomma come termine per alludere in modo indiretto all’orientamento sessuale di un individuo senza entrare troppo nei dettagli.
Forse deriva dal tedesco “Quer”, e viene attestato a partire dall’800 in lingua Inglese.
Fino al 1970 circa, Queer ha un significato dispregiativo (equivalente a fr**io in italiano), ma viene poi assorbito internazionalmente con un valore neutro.
Negli anni ’90 nasce il movimento queer che si differenzia dai movimenti per i diritti omosessuali e trans di allora perchè rifiuta le etichette di qualunque tipo, incluse quelle della sigla LGBT, collocandosi semplicemente fuori dalla “eteronormatività” e dalla “binarietà”.
Queer è un termine che viene utilizzato sempre più di frequente proprio perchè è piuttosto trasversale, adatto a definire persone genericamente non eterosessuali in tutte le ampie sfumature degli orientamenti sessuali e delle condizioni di genere, e, se vogliamo, meno focalizzato sulla sessualità.
Infine parliamo anche degli epiteti contro gli omosessuali, sinonimi volgari e omofobici da non utilizzare ma che purtroppo continuano ad esistere. Peraltro, come in altre minoranze, il loro utilizzo è frequente all’interno della stessa comunità LGBTQ+ in senso scherzoso, cameratesco e goliardico.
Omosessuale traduzione
In generale possiamo dire che anche nelle altre lingue i termini non offensivi e considerabili sinonimi sono gay (internazionale) e omosessuale che viene tradotto:
- homosexual in inglese
- homosexual in spagnolo
- homosexuell in tedesco
E così via. Naturalmente nel linguaggio parlato sono utilizzato i termini volgari equivalente a quelli italiani:
I più noti sono maricon, marica, in Spagnolo, faggot in inglese americano, poofter in inghilterra. Decisamente meglio sotto tutti i punti di vista la parola “gay”.
Omosessualità è una malattia?
Se stai inorridendo per il titolo di questo paragrafo rientri nella maggioranza delle persone.
Ma sappi che per una cospicua minoranza questa domanda ha ancora, incredibilmente, ragione di essere.
Infatti, ancora oggi 1 italiano su 4 considera erroneamente l’omosessualità una malattia.
E dato che magari proprio grazie a questo titolo sei arrivato qui googlando la domanda, oppure frasi come “cure per l’omosessualità“, preferiamo spiegarti noi come stanno le cose.
L’omosessualità è uscita dalla lista delle malattie mentali nel 1973 (incredibilmente tardi!), ed oggi l’OMS definisce l’omosessualità una variante naturale del comportamento umano.
Nonostante questo continua ad esistere una spinta dagli ambienti più conservatori e integralisti religiosi di tutti i tipi che promuovono terapie di conversione e fantomatiche cure per l’omosessualità, che consistono invece in violenze fisiche e psicologiche intollerabili, come puoi vedere in questo documentario.
Ed in altri paesi non va meglio: ancora oggi in molti paesi gli omosessuali vengono imprigionati, torturati e uccisi da regimi omofobi e dittatoriali.
Perciò ancora oggi l’omosessualità ha bisogno del contributo di tutti per una piena accettazione.
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