GENIO STANCO IN MADAGASCAR

Aldo Busi si definisce il più grande scrittore italiano, ma nei suoi romanzi comincia a ripetersi. Come in questo "La camicia di Hanta" un diario di viaggio contro l'occidente.

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Se non il più grande scrittore italiano vivente come ama definirsi lui stesso, Aldo Busi è senza dubbio uno degli autori più prolifici, dal momento che da qualche tempo sforna un libro ogni sei mesi. L’ultimo si intitola La camicia di Hanta (152 pp., Mondadori, Euro 14,00).
La camicia è quella del suo guardaroba privato che appare in copertina, con un simpatico animaletto, un lemure, cucito insieme al nome dell’autrice del ricamo: Hanta, la più bella ragazza di Lakana Vezo, forse dell’intero Madagascar che Busi ha visitato nel 1998. Le impressioni scaturite dagli incontri e dalle esperienze nell’isola africana sono state qui organizzate in una sorta di diario di viaggio coi toni e le caratteristiche del solito Busi.
Chi lo ama (e sono tanti) rimarrà come sempre deliziato dalla sua scrittura pirotecnica e sagace. Chi lo detesta non troverà niente di nuovo in questo ennesimo libro.
La verità probabilmente sta nel mezzo. I suoi ultimi lavori in effetti non brillano per originalità o invenzione narrativa. Ultimamente lo scrittore tende a ripetersi mentre farebbe bene a fermarsi nell’attesa di un’ispirazione artistica che tarda ad arrivare.
Purtroppo gli scrittori che vivono quasi esclusivamente di diritti d’autore tendono a diventare seriali. L’ansia di portare titoli nuovi in libreria (con la sicurezza per l’editore di una vendita garantita dal personaggio che Busi è riuscito a costruirsi negli anni) penalizza la qualità. Eppure i suoi libri, se si fa lo sforzo di resistere alle evoluzioni sintattiche e stilistiche che all’inizio sono spiazzanti, risultano dei piacevoli divertimenti. Certo bisogna glissare sulla sua imperdonabile presunzione e passare sopra le terrificanti cadute di gusto. Bisogna insomma interpretare la sua scrittura come una continua e ostinata provocazione per poter apprezzare appieno i suoi libri.
Quest’ultimo è un reportage piuttosto umano che geografico nel quale si sofferma più volentieri nella descrizione delle persone che dei luoghi. A partire dagli occidentali: alcuni innocui o beceri viaggiatori, altri laidi ricercatori di donne del luogo da trasformare in mogli remissive, altri ancora sfacciati turisti sessuali a caccia di piccole vittime innocenti che la miseria ha trasformato in automi del sesso. Quando lo scrittore mitiga per un attimo il suo spirito graffiante per volgere lo sguardo all’infanzia abbandonata di quest’isola o all’assoluta ma dignitosa povertà dei suoi abitanti, il racconto si trasforma improvvisamente nell’attonita descrizione di un mondo inimmaginabile e lo scrittore non fa mistero di sentirsi impreparato di fronte a una così terribile e affascinante realtà. Busi rappresenta il Madagascar nell’abbigliamento dei suoi abitanti che sono vestiti con gli indumenti smessi e sbiaditi dei nostri armadi arrivati qui e passati ai filantropi locali che li rivendono a caro prezzo. Racconta della bontà del suo zelante accompagnatore Angelo che durante il loro viaggio va alla ricerca di una giovanissima madre per consegnarle i trecento dollari che una coppia di svizzeri gli ha mandato per posta insieme alla foto che hanno scattato a lei e alla sua bambina. Ma il suo personalissimo Madagascar vive soprattutto nella descrizione di Hanta, una meravigliosa fanciulla dai tratti polinesiani che tanto assomiglia alle donne di Gaugin. La ragazza vive vendendo tovaglie e camicie che ricama a mano. Quasi tutti i turisti maschi che si avvicinano al suo banchino sono più interessati a lei che ai suoi prodotti. Mentre Busi da “gentilomo” affascinato dalla grazia e dalla bellezza di questa donna avvìa un’amicizia fatta di sorrisi e di poche parole dalle quali lo scrittore riesce a ricostruire tutto il suo mondo fatto di poche povere cose. E riesce a convincerla a firmare con ago e filo il ricamo che le commissiona sulla camicia che conserva ancora con sé in ricordo di questo viaggio.

Aldo Busi
La camicia di Hanta (Viaggio in Madagascar)
Mondadori, 2003, pp. 152, Euro 14,00

di Alberto Bartolomeo

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