Israele, paradiso del benessere e dei sapori: la nostra guida "slow" - mar morto gay friendly - Gay.it

Israele, paradiso del benessere e dei sapori: la nostra guida “slow”

Il momento ideale per riscoprire una terra rigenerante, coinvolgente, inebriante, e lgbt friendly. Dai sapori indimenticabili.

5 minuti di lettura

Israele è nota per essere la nazione più friendly del medio Oriente: una legislazione favorevole, l’atmosfera cosmopolita e festosa di Tel Aviv, una intensa vita gay e queer, che culmina nel variopinto, multietnico ed esotico Pride in riva ad un mediterraneo che più azzurro non si può, l’hanno resa una delle mete LGBT più desiderate al mondo.

Ma, accantonati momentaneamente i parties, Israele nel 2021 va riscoperta in una chiave diversa ma non meno accattivante: meta ideale per vacanze gay friendly  “slow”, all’insegna del relax, del benessere, del food.

Nonchè probabilmente una delle mete più sicure sul rischio Covid: al 4 gennaio 2021 circa il 12% della popolazione Israeliana è già stata vaccinata a questi ritmi basterebbero circa 2 mesi per vaccinare tutti i 10 milioni di abitanti; perciò già nei primi mesi del 2021 Israele potrebbe riaprirsi al turismo.

È possibile assaporare in modo ancora più intenso le mille sfumature della “terra della creazione” con sole quattro ore di volo dall’Italia.

Il 20 Gennaio 2021 alle 19 l’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo ti aspetta per un fantastico Happy Hour per raccontare le novità 2021 per i viaggiatori LGBTQ+: iscriviti qui.

Mar Morto: rigenerazione, sport e relax

mar morto gay

Situato tra Israele, Giordania e Cisgiordania, a oltre 400 metri sotto il livello del mare , il Mar Morto è il più grande lago salato del mondo – misura circa 49 miglia di lunghezza e 7 di larghezza- , nonchè il punto più basso della Terra, e costituisce un autentico paradiso del wellness, anche per i vip.

I bagni sono possibili per gran parte dell’anno, già a partire da Febbraio, (con temperature intorno ai 21°) ad Ottobre.

L’elevatissima concentrazione di sali minerali nell’acqua, oltre il 30%, rende il bagno nel Mar Morto un’esperienza quasi mistica.

Grazie alla facilità di galleggiamento infatti il corpo può godere di un rilassamento impareggiabile.

Inoltre, l’azione dei fanghi neri naturali sulle sue rive è efficace contro gli inestetismi della pelle e contrasta efficacemente acne, eczemi e psoriasi: uno scrub e un peeling naturali.

Una pelle perfetta ed abbronzata ma senza scottature, dato che i raggi del sole vengono filtrati naturalmente dall’atmosfera, proprio per l’altitudine negativa di questa zona.

Infine, l’alta concentrazione di  bromuro nell’aria, regala un sonno molto profondo e rilassante.

L’offerta turistica di località come Ein Boqeq o Neve Zohar, di recente sviluppo, offre hotel con spa di assoluto livello, e coniuga la proverbiale accoglienza mediorientale con questo scenario naturale incredibile.

Nel percorso vero l’oasi di Ein Gedi, di cui parleremo sotto, da non perdere  la Synergy Spa affacciata sul Mar Morto: massaggi, agopuntura, bagno turco, peeling oltre a sauna, hammam e piscine di acqua salata e dolce.

mar morto

Ein Bokek

Affacciata sulle saline, a sud del bacino del Mar Morto, è la zona dove sono concentrate le principali catene alberghiere, quasi un villaggio dedicato al benessere. Questo tratto di costa è un susseguirsi di spiagge private e pubbliche ben attrezzate.

Non mancano i centri commerciali, dove acquistare soprattutto creme, sali e fanghi, nonchè showrooms di diamanti e gioielli: Israele è una delle borse mondiali di questi preziosi e qui si può acquistare senza commissioni di intermediazione.

Sono una dozzina gli hotel a Ein Bokek, tutti dotati di piscine con acqua salata e sulfurea; quasi tutti offrono anche l’esperienza di una notte nel vicino deserto in una tenda beduina.

Per gli amanti della natura e del turismo attivo possiamo suggerire itinerari di trekking e biking nel deserto del Negev o verso la città di Arad.

Negev
Credit Israel Ministry of Tourism. Israel.Travel

Deserto del Negev | Foto di Yoav Lavi

L’Oasi di Ein Gedi e Masada

Un po’ più a nord si trova l’oasi di Ein Gedi con uno scenario da mille e una notte: si tratta di una riserva naturale con giardini botanici e cascate di acqua dolce, in cui sono possibili straordinari incontri con stambecchi e cervi.

A metà strada tra Ein Bokek ed Ein Gedi, si trova la celeberrima Masada, una delle mete più suggestive della regione.

Masada significa in Ebraico “fortezza naturale”, celeberrima per l’assedio durante la guerra Romano – Giudaica del 1 secolo a.C.

Oggi la rocca di Masada è uno dei punti migliori da cui ammirare l’alba: il sole sorge di fronte, i raggi spuntano alle spalle dei monti giordani. Salire in cima alla fortezza, camminando di notte, per giungervi al momento in cui “sorge il mattino”è un’esperienza davvero irripetibile. Alcune agenzie organizzano anche delle esperienze di yoga da realizzare all’interno della fortezza stessa.

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Yoga nel deserto in Israele

Lo yoga è in Israele una pratica spirituale all’incrocio tra due tradizioni millenarie.

Per gli Israeliani è frequente praticare yoga nel deserto soprattutto durante il fine settimana, e molte strutture come Yoga Arava, Desert Ashram, Wild Yoga Retreat e Deep Desert organizzano regolarmente seminari di yoga nel deserto tutto l’anno.

yoga nel deserto

Il cibo di Tel Aviv, la capitale del vegan

E’ un momento davvero felice per la cucina israeliana. Il segreto del suo successo sono gli squisiti piatti a base di legumi, con l’humus, ovvero la crema di ceci, principe della tavola. Orzo, fave, lenticchie, miglio, si trovano in tantissime ricette, come la tahina, una salsa di semi di sesamo bianco tostati e pestati sino a trasformarli in una farina e poi amalgamata con olio di sesamo.

tel aviv food

Non possiamo poi non ricordare un’eccellenza della cucina israeliana proprio a Tel Aviv, classificata come capitale del vegan con i suoi 400 ristoranti che la bravissima Ori Shavit, ambasciatrice del vegano in tutto il mondo, è riuscita a raccontare facendo ingolosire il pubblico più esigente. Memorabili i frullati di verdura e frutta accompagnati da fresche spremute di melograno, frutto dalle eccezionali proprietà antiossidanti.

Street Food a Tel Aviv

Tel Aviv rimane poi la prima destinazione al mondo per uno strepitoso street food che potrà anche essere assaporato in tutti i borghi del Paese, colorato e inebriante, accompagnato da una sempre fresca spremuta di frutta. Diverranno oltremodo famigliari e compagni di tutti i giorni il gustosissimo falafel o il panino sabich arricchiti di verdura fresca e spezie da tutto il mondo.

sabich

E in questa terra non si può dimenticare il nettare degli dei, il vino.

Il vino israeliano

E decisamente un bicchiere di buon vino israeliano accompagnato da piatti leggeri e con gustoso olio d’oliva, è un’esperienza che a Tel Aviv può essere fatta tutto l’anno, all’aperto, anche a gennaio, per esempio su una delle tante terrazze degli hotel della città, o nell’area più cool,, quella di Neve Tzedek, elegante e sensuale.

Se vogliamo rinsaldare un collegamento con l’Italia, anche la famiglia Montefiore di origine italiana è alquanto apprezzata per la produzione di qualità di vino di eccellenza, proprietaria a Jaffa di una winery boutique.

Link utili

Ente Turismo Israele

Pagina Facebook Turismo Israele Italia

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9 thoughts on “Israele, paradiso del benessere e dei sapori: la nostra guida “slow”

  1. Spettabile redazione di Gay.it, capisco che abbiate bisogno di vendere spazi pubblicitari sul vostro sito ma sarebbe apprezzabile un minimo di etica nella scelta dei partner commerciali. Proprio oggi The Guardian ha pubblicato la denuncia di alcuni gruppi per i diritti umani, secondo cui i milioni di palestinesi che vivono nei territori occupati, Cisgiordania, Gerusalemme Est e Striscia di Gaza, sono esclusi dalla campagna vaccinale di Israele. Le dosi vengono distribuite solo ai coloni ebrei, e non ai circa 2,7 milioni di palestinesi che vivono intorno a loro e che potrebbero dover aspettare settimane o mesi per l’avvio delle vaccinazioni.
    Questo è solo l’ennesimo esempio di violazione dei diritti umani che Israele compie ai danni dei cittadini palestinesi. Sarebbe bene ricordarlo prima di prestarsi al marketing Rainbow Washing di Israele come state facendo. Definire Israele un “paradiso del benessere” è a dir poco azzardato e offensivo. Lo sarà forse per i turisti gay, cis, bianchi e benestanti, non a caso scelti come modelli estetici per la campagna pubblicitaria, sicuramente non è un paradiso per tantissime altre persone come i palestinesi. I diritti umani sono tutti importanti, non dovrebbero esistere priorità.

  2. Che vergogna… Israel e il suo #pinkwashing è dappertutto. È un stato che pratica il apartheid, non so come accettate pubblicate questa menzogna di pubblicità, immagino che pagano bene. Noi come comunità discriminata in tutto il mondo non dovremmo essere participi di questa vergogna

  3. X mnb8
    Perdonami ma non condivido il tuo giudizio, ripreso dalle associazioni per i diritti umani, secondo quanto riportato dal Guardian, per cui Israele starebbe violando i diritti umani dei palestinesi non vaccinandoli. Ho il sospetto che tu abbia una certa posizione sulla questione israelo-palestinese, ma non è questa posizione il tema, e mi pare che questa posizione ti abbia indotto ad appoggiarti a quanto riportato dal Guardian senza una riflessione autonoma e concreta della vicenda.
    1) la West Bank è fatta di aree rurali, villaggi e città, piccole e non piccole, in alcuni casi abbiamo compresenza di quartieri palestinesi ed ebraici.
    2) La WB è divisa in 3 aree, la A e la B sono sotto amministrazione palestinese, mentre la C è sotto controllo amministrativo israeliano.
    3) il 95 % della popolazione palestinese si trova nelle zone A e B, mentre il 60 % degli ebrei della WB è nella zona C.
    4) sul piano pratico qual è la condotta, imposta dal rispetto dei diritti umani dei palestinesi e inosservata da Israele? Vaccinare i palestinesi dirai tu, facile a dirsi, più difficile a farsi. Se tu fossi Israele dovresti dunque:
    4a) in primis comprare dosi per altre 2,7 mln di persone. Questo lo dico perchè di solito chi parla di diritti umani ha grandi ideali ma non è aduso a fare di conto. Non sarà una grande cifra ma tenerlo a mente è sempre utile, è facile dire istruzione o salute, ma istruzione e salute vuol dire
    pagare chi istruisce e cura, chi istruisce e cura, giustamente, non lo fa gratis. Non sto dicendo di essere contrario ai diritti umani per ragioni finanziarie, sto dicendo che parlare di diritti, umani o “non umani” , significa parlare di soldi spesi per pagare delle persone che , si spera, eseguano quelle prestazioni che corrispondono ai diritti umani di chi quelle prestazioni dovrebbe ricevere. In sintesi, l’albero dei soldi non esiste, richiamare questa verità non vuol dire essere contrari ai diritti umani, ma richiamare uno dei presupposti della loro realizzabilità.
    4b) oltre a comprare le dosi tu, Israele, dovresti occuparti della logistica. Siccome non scorre buon sangue tra israeliani e palestinesi, non credo che manderesti il tuo personale sanitario in un villaggio palestinese, al contrario concorderesti con le autorità palestinesi un paio di cose per assicurare che se non tutti, almeno la stragrande maggioranza del personale che si occuperà della vaccinazione dei palestinesi torni a casa sulle proprie gambe.
    5) le autorità paestinesi si sono guardate bene dal chiedere aiuto formale ad Israele ed Israele è di sicuro ben felice di non aver ricevuto alcuna richiesta formale.
    6)Tuttavia sono stati avviati dei negoziati per trovare un accordo che soddisfi le preoccupazioni di Israele in fatto di sicurezza e le esigenze sanitarie dei palestinesi.
    Per concludere, un conto è dire che Israele viola i diritti umani dei palestinesi, un’altra cosa è dire che siccome le parti in causa certo non si amano, i palestinesi non si sono voluti abbassare a chiedere un aiuto formale anche se stanno negoziando una soluzione e Israele avrebbe certo preferito non dover sbrogliare questa matassa e che cmq sta chiedendo concessioni per poter vaccinare i palestinesi in sicurezza. Vedremo come finirà. Magari Israele sta tergiversando o avanza pretesti, non lo so, l’unica cosa certa, per me, è che il solo fatto che Israele non stia vaccinando i 2,7 mln di palestinesi dei territori occupati, il cui 95 % è nelle zone A e B, dipende dal fatto che Israele, senza degli accordi ad hoc, non può vaccinare i palestinesi ed essere sicuro che tutto filerà liscio. Mi pare un pò più complicato del dire che c’è semplicemente l’ennesima violazione dei diritti umani dei palestinesi da parte di Israele.

  4. Caro bacibaci, noto con dispiacere che anche nell’anno nuovo non hai perso la pessima abitudine di trattarmi con sufficienza, infondata superiorità, paternalismo e facendomi mansplaining, oltre a continuare a tormentarmi con i tuoi lunghissimi elenchi puntati con cui ha la pretesa di interrogarmi per vedere se ho studiato la lezione che solo tu pensi di sapere.
    Mettiamo subito in chiaro una cosa: NON permetterti MAI più di affermare che non ho fatto “una riflessione autonoma e concreta della vicenda”, solo perché la pensiamo diversamente. Ti rendi conto di quanta arroganza, mancanza di rispetto e pregiudizio ci sono in un’affermazione del genere? Con queste premesse perché mai dovrei avere piacere e/o interesse di confrontarmi con te?! Comunque, in un afflato di autentico e immotivato masochismo, ti risponderò lo stesso, peggio per me.
    So benissimo come è suddivisa la Cisgiordania o West Bank, se ci tieni a chiamarla in inglese così fai il figo imparato che sa le lingue e prosegui il tuo show off saccente nei miei confronti, quindi i punti 1) 2) e 3) te li potevi pure risparmiare, caro maestrino dalla penna rossa.
    Per quanto riguarda i punti 4 e sotto punti 4a e 4b (maronna che stress! Mancano giusto la slide, se si potessero allegare immagino lo avresti già fatto) se Israele è in grado di garantire i vaccini per i suoi cittadini coloni occupanti illegali, può benissimo farlo anche per i cittadini palestinesi dei territori occupati. A Israele non mancano certo né i soldi, dato che è leader mondiale nella vaccinazione solo perché paga circa 62 dollari a dose contro i 19,50 degli USA (come vedi anche chi si interessa di diritti umani all’occasione sa far di conto, magari col supporto di calcolatrici, pallottolieri, ecc…), né le capacità logistiche ma solo la volontà politica. Questo piano di vaccinazioni non risponde a nessun criterio medico/scientifico ma solo al classismo, il razzismo e il colonialismo tipici del governo Netanyahu. Somministrare il vaccino esclusivamente a chi detiene la cittadinanza israeliana significa utilizzarlo come un’arma economica, ponendo chi ne resta privo (e cioè i palestinesi) di fronte ad un bivio: restare a casa oppure lavorare ed esporsi al rischio di contrarre un’infezione potenzialmente letale, il che fa assumere a questa campagna vaccinale un sapore terribilmente eugenetico. La questione della sicurezza che accampa Israele mi sembra l’ennesimo mero pretesto per lasciare nella merda i palestinesi. Davvero pensi che i “cattivoni terroristi” palestinesi farebbero saltare per aria chi gli sta portando il vaccino di cui hanno bisogno?! Maddai!
    5) visto che ti dai arie da super informato che capisce la complessità del mondo, dovresti sapere che nel frattempo, l’autorità palestinese sta cercando un accesso ai vaccini, che, non avendo i soldi di Israele, potrebbero arrivare attraverso Covax, il programma dell’Oms che punta ad acquisire due miliardi di dosi di qualsiasi potenziale vaccino da diversi produttori entro la fine del 2021, per poterlo rendere disponibile a tutti i paesi del mondo. I vaccini destinati a Covax, però, non hanno ancora ottenuto ancora ottenuto l’approvazione “per uso d’emergenza” da parte dell’OMS, condizione preliminare per la distribuzione. E qui arriviamo al punto che condivido con le associazioni israeliane e internazionali che si occupano di diritti umani (qualcosa di assolutamente nobile e non da trattare con tono spocchioso come fai tu). secondo cui gli sforzi palestinesi fatti finora per cercare i vaccini altrove non assolvono Israele dalla sua responsabilità verso i palestinesi sotto occupazione. Israele, in quanto potenza militare ed economica occupante, dovrebbe assolvere a degli obblighi morali e umanitari verso i cittadini di cui occupa i territori, soprattutto durante una pandemia.
    Per ovviare ai ritardi del programma Covax, le autorità palestinesi hanno avviato confronti e trattative con Israele, anche se al momento manca un accordo. E lo sappiamo anche perché lo ha dichiarato il direttore generale del ministero della salute palestinese, è un fatto pubblico, ne siamo a conoscenza persino io e te, visto che ne parli nel tuo punto 6), non è un segreto quindi non capisco questa questione del non “abbassarsi a chiedere un aiuto formale”, come hai scritto con un linguaggio colonialista che mi mette i brividi. Cosa avrebbero dovuto fare? Chiedere pubblicamente aiuto, magari in ginocchio e col cappello in mano, in diretta tv a quel fascista di Netanyahu?! Dopo avergli illegalmente occupato e sottratto il territorio in cui vivono devono anche umiliarli pubblicamente sulla questione vaccini? Se fosse accaduto avresti apprezzato di più? Perché se come scrivi “la parti in causa non si amano” e “non corre buon sangue” non è certo per un futile capriccio dei palestinesi. Che il processo di annessione della Cisgiordiania da parte di Israele rappresenti una grave violazione del diritto internazionale, non siamo solo io e mia zia Mariuccia a dirlo ma le Nazioni Unite e l’UE, per esempio. L’unico ad averla approvata è Trump e abbiamo detto tutto. Alle fine credo e spero che un accordo tra le parti verrà trovato, anche solo perché è interesse proprio di Israele, dal momento che questa strategia vaccinale folle, disumana e antiscientifica potrebbe comunque rappresentare un ostacolo al raggiungimento dell’immunità di gregge dal momento che migliaia di palestinesi lavorano in Israele e negli insediamenti.
    Chiuso una volta per tutte, spero, il tuo elenco puntato, rilevo che, ancora una volta, non hai affatto compreso il senso del mio primo commento. Quanto sta accadendo con i vaccini è solo l’ennesimo esempio della politica razzista e colonialista di Israele verso i cittadini palestinesi e lo ribadirò sempre, che ti convinca o no la cosa, perché semplicemente è così, puoi anche far finta di non riconoscerlo, non mi interessa.
    Da anni Israele cerca di nascondere queste violazioni dei diritti umani attraverso il rainbow washing sui diritti delle persone LGBT+, tentando di dipingere la nazione come un “paradiso” per le persone non etero e non cis, soprattutto attraverso il turismo, promosso anche da questa campagna pubblicitaria presente su Gay.it. Ma la situazione in Israele NON è esattamente così arcobaleno e friendly, la questione è molto più complessa e, visto che tu dici di saper leggere e cogliere la complessità del mondo, dovresti sapere che, per esempio, gli ebrei ortodossi sono super omofobi e che la favoletta di Israele “paradiso dei gay” vale giusto per alcune zone di Tel Aviv, manco tutte.
    Il Pride di Gerusalemme, che a giudizio mio e di altr* è molto più interessante di quello di Tel Aviv, è costantemente sotto attacco e minaccia degli ebrei ortodossi. Nel 2015 un ebreo ultraortodosso ha pugnalato sei persone durante il Gerusalemme Pride e una di loro, una ragazza di 16 anni, è morta. Molti rabbini praticano le terapie riparative e lo dichiarano anche pubblicamente, il matrimonio egualitario non è riconosciuto, quindi che Gay.it si presti al Rainbow Washing dell’ente per il turismo di Israele, solo perché ha legittimamente bisogno di soldi, mi lascia a dir poco perplesso, non mi convince e ho tenuto a scriverlo nella sezione commenti.
    La questione vaccini, ripeto, l’ho scritta come uno dei tanti esempi anche perché la notizia è stata pubblicata dal Guardian propria la mattina in cui Gay.it se n’è uscito con questa campagna di Rainbow Washing pro-Israele. Un tempismo veramente triste e molto indicativo, anche se casuale. Tutto qui. Ora spero che non contro risponderai con l’ennesimo elenco puntato perché quello che avevo da dire l’ho già espresso ampiamente qui, non voglio ripetermi all’infinito come accaduto sulla questione atlete trans FtoM quando pretendevi che io ti dessi risposte che solo le atlete trans posso darti. dato che vivono quella condizione sulla loro pelle, non io.
    Ciao e buona epifania.

  5. Sei andato fuori tema, il punto è come fa in concreto Israele a vaccinare i palestinesi in condizioni di sicurezza, su questa cosa ti sei limitato a dire che è impossibile che i “cattivoni terroristi” palestinesi facciano saltare in aria chi sta portando il vaccino. Quando parlavo di riflessione concreta sulla vicenda mi riferivo proprio a questo, tu ritieni che Israele possa mettersi a vaccinare i palestinesi nelle zone A e B, senza nessuna particolare preoccupazione per la sicurezza del proprio personale. Ne prendo atto.
    Buona epifania pure a te.

    1. Ripeto, non dire più che le mie riflessioni non sono concrete quanto le tue solo perché non ti piacciono e non le condividi. Se ti interessa avere un confronto che vada oltre il “chi piscia più lontano”, il “gné gné gné” e pernacchie varie perché hai finito gli argomenti ma vuoi comunque avere l’ultima parola a tutti i costi, per favore sforzati di leggere e comprendere il senso delle mie parole.
      Oltre al paternalismo insopportabile, non hai perso neanche l’altra pessima abitudine che hai nei miei confronti ovvero banalizzare, fraintendere, travisare e sminuire il senso di quello che scrivo, estrapolando a caso una semplice frase tra le tante all’interno di un contesto molto più ampio ed esaustivo. Possibile che di tutto il mio lunghissimo commento tu ti sia concentrato e “prenda atto” solo di una breve frase?! Ma veramente?! Lo trovo a dir poco disarmante e frustrante, oltre che ingiusto, scorretto e ingeneroso!
      Dicendo che sono “andato fuori tema” (risate registrate in sottofondo), dimostri di non aver capito o di non voler capire tutto il mio commento, sia per quanto riguarda il discorso vaccini che la questione dei diritti umani più in generale (e quelli LGBTQ+ e quelli dei palestinesi in Israele, che poi è IL vero tema fin dal mio primo commento, hai scelto tu di focalizzarti solo ed esclusivamente sui vaccini).
      Comunque non mi sottraggo neanche questa volta (santa pazienza!) e rispondo nel merito: se solo il governo israeliano avesse avuto realmente la volontà politica di vaccinare anche i cittadini palestinesi che vivono nei territori occupati illegalmente con la forza, avrebbe potuto benissimo coordinarsi fin da subito con le autorità palestinesi per gestire tuti gli aspetti, da quelli logistici a quelli della sicurezza. Che poi voglio dire, esiste anche il personale medico infermieristico palestinese, non è che il personale israeliano deve per forza fare materialmente tutte le vaccinazioni. Il problema qui è prima di tutto di approvvigionamento dei vaccini per i motivi che già ho elencato in precedenza. Comunque, questi sono dettagli che non competono né a me né a te, che devono e possono essere negoziati, basta avere la volontà politica di farlo, ripeto. Ora questo dialogo è iniziato speriamo che porti a un accordo equo e vantaggioso per tutt* ma il solo fatto che di primo acchito Israele abbia deciso di escludere a priori i cittadini palestinesi dei territori occupati è, ripeto, razzista e colonialista, oltre che antiscientifico, come ho già scritto.
      Ora per favore non rispondermi che secondo te il governo israeliano non ha il dovere di farlo perché, sempre come ho già scritto nei commenti precedenti, secondo me e secondo le organizzazioni israeliane e internazionali che si occupano di diritti umani, Israele, in quanto potenza militare ed economica occupante, dovrebbe assolvere a degli obblighi morali e umanitari verso i cittadini di cui occupa con la forza e illegalmente i territori, soprattutto durante una pandemia. Tu puoi benissimo non essere d’accordo con questo punto di vista, pazienza. Per l’ennesima volta mi hai voluto dimostrare in maniera alquanto sgradevole che abbiamo idee diverse. E quindi? Quale sarebbe il problema? Andiamo avanti, per favore!
      Il mio primo commento era rivolto alla redazione di Gay.it (che inizio a pensare non legga la sezione commenti) per ricordare come la realtà di Israele sia molto più complessa e sfaccettata di come l’Ente del Turismo vorrebbe vendercela con questa ennesima campagna Rainbow Washing. Israele, forse, può essere un “paradiso del benessere e dei sapori” giusto per i turisti gay, cis, bianchi, benestanti e dai fisici scolpiti (questa è l’immagine molto escludente usata da loro stessi nella pubblicità), sicuramente non lo è per un sacco di altre persone tra cui i palestinesi che, spoiler, possono essere anche LGBTQ+, mica sono tutti eterocis, e quindi subiscono una discriminazione multipla in quanto cittadin* palestinesi e in quanto persone LGBTQ+, oltre al fatto che sono numerosi i casi, più o meno gravi, di omo-lesbo-bi-transfobia agiti dagli ebrei ortodossi ai danni delle persone LGBTQ+, anche di cittadinanza israeliana (nel commento precedente, se lo hai letto, ho citato uno dei casi recenti più gravi).
      In conclusione mi piacerebbe sapere perché su due commenti presenti (oltre al mio c’è quello di un utente che si firma israelballanogmailcom) che dicono sostanzialmente la stessa cosa, tu abbia scelto di rispondere e attaccarti solo al mio e non anche all’altro… Devo forse pensare che tu abbia un problema con me senza neanche conoscermi? Perché non ricordo di aver letto tuoi commenti dai toni così tanto accesi nei confronti di altri utenti. Spero di sbagliarmi ma inizio a nutrire più di un sospetto…

  6. 1) (elenchi puntati e slide). Hai parlato di elenchi puntati, immagino che ti riferissi a quelli numerati. Non capisco cos’hai contro gli elenchi puntati o numerati, le cose si numerano per darvi ordine, si numerano le pagine di un libro, i capitoli ed i paragrafi, si numerano gli edifici con i numeri civici etc etc. Francamente non capisco questa osservazione sugli elenchi numerati-puntati. Numerare serve a dare ordine, si può anche andare a capo, ma non capisco quale sia il problema se io preferisco gli elenchi numerati all’andare a capo.
    2) (perchè tu e non l’altro commento). L’altro commento parla di pink washing ed apartheid, non parla dei vaccini, tu hai parlato dei vaccini, ecco perchè mi sono rivolto solo a te ed ho parlato con te solo del tema dei vaccini. L’altro utente parlando di apartheid forse si riferiva anche al caso dei vaccini, ma l’impressione che ho avuto è che che fosse un giudizio generale su Israele e non mi interessava parlare in generale di Israele.
    3)(mi sono concentrato solo sui vaccini). Non mi pare praticabile discutere di tante cose insieme, mi pare praticabile concentrarsi su di un enunciato alla volta, nel nostro caso l’enunciato è: il piano israeliano di vaccinazione è una violazione dei diritti umani dei palestinesi.
    4) (personale infermieristico e medico palestinese da impiegare per la vaccinazione). Siccome le persone possono fare un certo numero di cose alla volta, se storni, in tutto o in parte, il personale palestinese, fatto di cardiologi, chirurghi, infermieri, ortopedici etc che per ora si occupano di infartuati, di persone con le ossa rotte etc, per far fare loro le vaccinazioni, avrai un impatto sulle prestazioni sanitarie che quel personale eroga ad oggi. Infatti in Italia si è posta la questione del reclutamento di personale ad hoc per i vaccini per, inter alia, non intaccare le prestazioni sanitarie che il personale sanitario già esistente eroga e che non potrebbe erogare se fosse destinato ad altre mansioni, cioè la vaccinazione. Ovviamente è una questione di numeri, non mi risulta che i numeri della sanià palestinese siano tali da poter stornare il personale attuale senza intaccare la già debole sanità palestinese e meno personale si impiega per i vaccini più lenta sarà la vaccinazione.
    5)( volontà politica di Israele di vaccinare i palestinesi). Nel mio commento, al punto5) ho scritto che Israele è ben felice di non aver ricevuto una richiesta di aiuto formale, quindi mi pareva di aver espresso chiaramente che Israele non ha tutta questa voglia di imbarcarsi nell’impresa di vaccinare i palestinesi.
    6a) (abbassarsi a chiedere aiuto formale). Per i palestinesi chiedere aiuto ad Israele è certo un boccone amaro, il verbo abbassarsi sta proprio ad indicare che, dal punto di vista dei palestinesi, chiedere aiuto significava abbassarsi dinanzi ad Israele. Questa tua accusa di linguaggio colonialistico mi pare del tutto fuori luogo.
    6b)L’aggettivo formale sta a significare che la Palestina ha certi “rappresentanti”, ergo sono coloro che rappresentano i palestinesi a dover manifestare la volontà di essere aiutati, non basta che delle onlus o degli intellettuali , l’onu o chicchessia dica ad Israele che deve vaccinare anche i palestinesi, è chi si dichiara ed è riconosciuto come rappresentante politico dei palestinesi che deve dire chiaro e tondo se vuole coordinarsi con Israele anche perchè saranno proprio questi rappresentanti che dovranno assumersi il compito di fare questi negoziati e decidere quali concessioni fare o non fare ad Israele per ottenere la vaccinazione dei palestinesi, non saranno certo le onlus, gli intellettuali o l’onu a dire al posto delle autorità palestinesi cosa i palestinesi sono disposti a fare per ottenere la vaccinazione da parte di Israele.
    7) (bastava che Israele si coordinasse fin da subito coi palestinesi). Un piano di vaccinazione di massa non si improvvisa dall’oggi al domani. Perchè Israele, quando ha iniziato ad organizzare il piano vaccinale non si è preoccupato dei palestinesi? ti ho già risposto sopra. E perchè i palestinesi, avendo il diritto ad essere vaccinati da Israele, non hanno richiamato formalmente Israele? La verità è che i palestinesi sono stati stupidamente orgogliosi, era ovvio che Israele non avrebbe potuto vaccinarli se loro non avessero dato le dovute rassicurazioni ed era ovvio che Israele avrebbe certo preferito non doversi far carico dei palestinesi, se non nei limiti necessari per il raggiungimento dell’immunità di gregge. Sono stati i palestinesi che, stupidamente, non hanno posto la questione ad Israele e/o non l’hanno posta per tempo, dando la disponibilità a negoziare il piano vaccinale per i palestinesi ed Israele non aspettava altro proprio per potersene lavare le mani. Questo è il punto ed è per questo che dire sic et sempliciter che Israele viola i diritti umani dei palestinesi è una semplificazione. Se sei il rappresentante dei palestinesi e non puoi comprare i vaccini e/o somministrarli e pensi che Israele debba occuparsene e sai, salvo che tu sia cretino, che Israele non aspetta altro proprio per potersene infischiare di te e dei tuoi, sei tu lo stupido che per cocciutaggine nicchi e poi, quando Israele comincia a vaccinare i suoi, protesti perchè Israele non vaccina pure i tuoi.
    In conclusione sì, direi proprio che non hai fatto una riflessione concreta sulla vicenda, già il fatto che tu non abbia detto granchè sulla logistica di un piano di vaccinazione di massa e chiamato in causa il personale sanitario palestinese senza renderti conto che questo significa distoglierlo dalle prestazioni che eroga oggi, tenuto conto che non se la passano certo bene sul piano sanitario, dice chiaramente quanto il tuo giudizio sia astratto.
    Per me la questione si chiude qui perchè mi pare chiaro che, contrariamente a quanto speravo, tu non hai saputo almeno in questo caso condurre una discussione ordinata e razionale sulla verità dell’enunciato che hai formulato e su cui io dissento, infatti i tuoi commenti sono farciti di esternazioni emotive come ” gne gne” “chi piscia più lontano” “figo imparato” etc etc . Se io ho fatto mansplaining, tu che hai fatto?
    Tante care cose.

  7. Per me il tema centrale resta quello del Rainbow Washing di Israele (il Pink Washing in realtà è un’altra cosa, anche se i due termini vengono spesso confusi e usati erroneamente come sinonimi; uno preciso e pedante come te dovrebbe saperlo) e il fatto che Gay.it si presti a sostenerlo dietro compenso.
    Quello dei vaccini è uno dei tanti esempi che ho fatto, il primo solo per una ragione di sintesi e di infelice coincidenza temporale tra la pubblicazione dell’articolo del Guardian e il lancio della campagna marchettone Rainbow Washing su Gay.it
    Se a te il quadro più generale non interessa, non ha davvero senso continuare con questo scambio infinito, inutile e ripetitivo di commenti. Sui vaccini ho già detto la mia, non ho altro da aggiungere.
    In futuro cercherò di ignorare i tuoi commenti. Al di là dei contenuti che non condivido praticamente mai, non mi piace il modo con cui ti rivolgi a me. Senza una base di rispetto reciproco non si può davvero dialogare.

  8. Oggi ho ricevuto una mail invitandomi a chiudere gli occhi ed a credere che Israele sia un paradiso gay. Siccome non sono antisemita e ho vissuto a Gerusalemme e visitato Palestina e visto con i mie occhi l’APARTHEID e il razzismo dello stato d’Israele mi disiscriverò della vostra mailing, shame on you di appoggiare le politiche razziste e il Pink washing soltanto per soldi.

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