Così la musica pop ha fatto la storia della lotta allo stigma e al virus.

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Negli anni ’90, quando l’Aids mieteva vittime su vittime, la musica si è fatta sentire e, tramite alcuni dei suoi maggiori esponenti di sempre, ha regalato alla storia brani iconici. Così la musica pop è diventata territorio di riflessione, dolore, speranza: una polifonia di struggenti e talvolta rabbiose melodie, veicolo di messaggi intimi che si facevano pubblica condivisione emotiva.

Alcune canzoni, immortali, sono diventate la colonna sonora della lotta ad Aids ed Hiv, a volte scritte ad hoc per campagne di prevenzione e sensibilizzazione, per infondere speranza, spesso per piangere le lacrime dell’addio a chi ci ha lasciatə.

Abbiamo raccolto, grazie al supporto di ViiV Healthcare, alcune tra le più belle e importanti canzoni sull’Hiv in una playlist: “per ricordare, sperare, combattere”.

Secondo voi c’è qualcosa che non va in questa playlist? Scriveteci a redazione@gay.it o sui nostri canali social InstagramTwitter e Facebook.

Halloween Parade

Artista: Lou Reed
Album: New York (1989)
Casa discografica: Sire Records

Lou Reed, nella storia della musica anche per aver raccontato da dentro i meandri più nascosti e umani della vita di New York City, scrisse questo brano lamentando la perdita di molti personaggi dell’hub gay di New York nel Greenwich Village a causa dell’AIDS e della perdita di un suo caro amico.

“No consolations please for feelin’ funky / I got to get my head above my knees / But it makes me mad and that makes me sad / And then I start to freeze”

Waterfalls

Artista: TLC
Album: CrazySexCool (1994)
Casa discografica: BMG Direct Marketing

L’iconico gruppo RNB è stato sin dall’inizio fautore del sesso sicuro e nel 1995 pubblicò “Waterfalls”. La canzone divenne uno dei primi esempi di testi socialmente consapevoli nella musica pop mainstream perché la girlband scelse di toccare in un solo brano ben due temi dai forti toni drammatici. Il commercio illegale di droga e l’epidemia dell’AIDS.

“One day he goes and takes a glimpse in the mirror / But he doesn’t recognize his own face / His health is fading and he doesn’t know why”

Being Boring

Artista: Pet Shop Boys
Album: Behaviour (1990)
Casa discografica: Parlophone

Neil Tennant, musicista e co-fondatore dei Pet Shop Boys, ha rivelato in un’intervista che “Being Boring” ha confermato che il brano è “una specie di elegia” per un caro amico scomparso a causa di una malattia legata all’AIDS sulla fine degli anni ’80.

“We dressed up and fought, then thought: “Make amends” / And we were never holding back or worried that / Time would come to an end””

Boy Blue

Artista: Cindy Lauper
Album: True Colors (1986)
Casa discografica: Portrait Records

Ispirandosi alla ninna nanna “Little Boy Blue”, Cyndi Lauper scrisse nel 1986 il testo di “Boy Blue” per ricordare un suo amico morto a causa dell’Aids.

“And when she put you out on your own / It may have stolen your innocence but not, no not your soul”

The Last Song

Artista: Elton John
Album: The One (1992)
Casa discografica: MCA Records

La storia di questa bellissima ballad di Sir Elton John, racconta di un padre estraneo che viene a patti con la sessualità di suo figlio gay in mezzo alla notizia della sua morte per una malattia legata all’Aids.

“’Cause I never thought I’d lose / I only thought I’d win / I never dreamed I’d feel this fire beneath my skin”

In This Life

Artista: Madonna
Album: Erotica (1992)
Casa discografica: Maverick

Lo struggente brano è stato scritto dalla cantante per raccontare la morte del suo amico e coinquilino Martin Burgoyne. Come il testo racconta, l’Hiv ha spezzato a soli 23 anni la giovane vita dell’artista, nonché manager del primo tour di Madonna.

“He was only twenty three / Gone before he had his time / It came without a warning / Didn’t want his friends to see him cry”

Streets of Philadelphia

Artista: Bruce Springsteen
Album: Philadelphia (1993)
Casa discografica: Epic Soundtrax

Canzone Premio Oscar (e 4 Grammy Awards) del film “Philadelphia“, primo grande film di Hollywood sul tema, protagonisti Tom Hanks e Denzel Washington, “Streets of Philadelphia” di Bruce Springsteen è immancabile tra le canzoni più importanti e belle su questa tematica.

“Oh brother are you gonna leave me wastin’ away / On the streets of Philadelphia?”

Sing

Artista: Annie Lennox
Album: Songs of Mass Destruction (2007)
Casa discografica: 19 Recordings

La campagna SING è un’organizzazione non governativa e senza scopo di lucro – con sede nel Regno Unito – fondata dall’artista / attivista Annie Lennox (del duo degli Eurythmics) che mira a raccogliere fondi e consapevolezza per le questioni relative all’HIV / AIDS. Annie Lennox ha creato così, nel 2007, un vero e proprio inno uplifting a supporto di questa campagna.

“You don’t need to disrespect yourself again / Don’t hide your light behind your fear”

Together Again

Artista: Janet Jackson
Album: The Velvet Rope (1997)
Casa discografica: J-DJ Ent

“Together Again” è stata scritta come tributo per un amico scomparso per Aids e per tutti coloro che hanno perso i propri cari a causa della malattia. Janet Jackson ha raccontato di essersi ispirata alle mail dei suoi fan le cui vite erano state sconvolte dall’Hiv.

“Sometimes hear you whisperin’, “No more pain” / No worries will you ever see now, baby”

Jesus to a Child

Artista: George Michael
Album: Older (1996)
Casa discografica: Sony Music UK

La canzone è un malinconico tributo al compagno brasiliano di Michael, Anselmo Feleppa, con il quale si era esibito a Rio de Janeiro nel 1991. Feleppa era morto due anni prima di Aids e George Michael non era stato in grado di scrivergli negli ultimi 18 mesi, così pensò di dedicargli “Jesus to a Child”, che venne composta in meno di un’ora ed entrò nella storia della musica pop per sempre.

“And what have I learned / From all this pain / I thought I’d never feel the same”

2 Become 1

Artista: Spice Girls
Album: Spice (1996)
Casa discografica: Virgin Records

“2 Become 1” delle Spice Girls non è propriamente una canzone sull’Hiv, ma è anche l’unica della lista a parlare di sesso sicuro, dell’uso del preservativo nei rapporti sessuali, e lo fa in un modo così dolce e “pop”, che l’ha resa una delle canzoni d’amore più belle di sempre.

“Be for real, don’t be a stranger / We can achieve it, we can achieve it”

Free Me

Artista: Sia
Album: Free Me (2017)
Casa discografica: Sony Music Publishing

Nel videoclip ufficiale di “Free Me” troviamo come protagoniste le bravissime attrici Zoe Saldana e il premio Oscar Julianne Moore (come narratrice). Zoe, tramite la danza e la recitazione, interpreta una donna Hiv+ che percepisce il virus, sente l’invasione nel suo corpo attaccato nel sistema immunitario e che, se non combattuto, può coinvolgere anche il bambino che porta in grembo.

“I’m scared what I might see there / Found myself in this place / And I’m a burning fire”

Sign ‘O’ the Times

Artista: Prince
Album: Sign ‘O’ the Times (1987)
Casa discografica: Rhino/Warner Records

Il brano apre l’omonimo album e già nel primo verso contiene un chiaro riferimento alla situazione politica e sociale nel 1987, quando il mondo aveva iniziato da pochi anni a confrontarsi con l’epidemia di Aids.

“In France, a skinny man died of a big disease with a little name / By chance his girlfriend came across a needle and soon she did the same”

I’ve Got You Under My Skin

Artista: Neneh Cherry
Album: I’ve Got You Under My Skin (Remixes) (1990)
Casa discografica: Circa Records

La canzone del 1936 scritta da Cole Porter per il musical Nata per danzare di Roy Del Ruth è stata reinterpretata da molti artisti, tra cui Neneh Cherry. La cantante ha cambiato la maggior parte delle parole di Cole Porter, trasformandolo in un rap sulle vittime dell’Hiv, che, senza sottintesi, menziona l’Aids e ne parla con coraggiosa (all’epoca) dignità.

“Don’t you know, you fool, ain’t no chance to win / Why not use your mentality, get up, wake up to reality?”

The Show Must Go On

Artista: Queen
Album: Innuendo (1991)
Casa discografica: Hollywood Records

Epico ed eterno brano dei Queen, The Show Must Go On è l’inno alla vita e alla forza di andare avanti di Freddie Mercury, che, dalla sua diagnosi di Aids che lo stava lentamente divorando, diede vita a un brano di celebrazione della vita e della feroce vitalità dello show business.

“I guess I’m learning / I must be warmer now / I’ll soon be turning, round the corner now”

Blood Makes Noise

Artista: Suzanne Vega
Album: 99.9F° (1992)
Casa discografica: A&M

Nel pieno dell’epidemia di Aids, Suzanne Vega scrisse questo brano in cui il protagonista è un paziente che si sottopone a un test per la malattia. Di forte impatto alla sua uscita, per il suo sound e il testo che portano chi ascolta direttamente nell’ambiente sterile e freddo di un ambulatorio medico.

“I think that you might want to know / The details and the facts / But there’s something in my blood / Denies the memory of the acts”

That’s What Friends Are For

Artista: Dionne Warwick & Friends
Album: Dionne Warwick Live (2003)
Casa discografica: San Juan Music

“That’s What Friends Are For” di Dionne Warwick è stato rilasciato come singolo di beneficenza per la ricerca e la prevenzione dell’AIDS nel picco iniziale dell’epidemia nel 1985 – e ha avuto un enorme impatto, raccogliendo oltre 3 milioni di dollari per la causa.

“Keep smilin’, keep shinin’ / Knowing you can always count on me for sure / That’s what friends are for”

I’ve Got AIDS

Artista: Salt-N-Pepa
Album: Very Necessary (1993)
Casa discografica: Next Plateau Entertainment

Il brano di Salt-N-Pepa scatenò qualche polemica al momento dell’uscita, ma in realtà sosteneva la responsabilità sessuale e comunicava il messaggio del sesso sicuro – nel bel mezzo della crescente e ancora molto fraintesa epidemia di Aids – in un modo non predicatorio, che si collegava ai giovani fan del gruppo.

“Well, for a long time, me, Pep, and Spin have been involved in the fight / against AIDS, and we always say the best cure is not to get it / and not to spread it. You should be responsible if you’re gonna have sex”

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