Patagonia è il crudo racconto cinematografico di una claustrofobica ossessione per la libertà, che mutua dolorosamente in una prigione affettiva di manipolazione e tossicità.
Nella realtà di Bozzelli ci sono dominatori e dominati, padroni e servi, genitori e figli, vittime e carnefici. Ma questi ruoli cambiano, non sono modelli precostituiti sociologicamente. Il cinema del giovane regista italiano è in costante ricerca di diverse identità affettive all’interno della relazione umana. Quella tra Yuri e Agostino è una relazione tossica, fatta di bisogni, necessità, dipendenza dall’altro. È una gabbia da cui non si vuole uscire, rubando le parole al regista.
(da Sentieri Selvaggi)
Esordio alla regia di un lungometraggio per SimoneBozzelli, giovanissimo autore abruzzese, adocchiato da tempo dalla critica cinematografica che segue il cinema indie e che nei suoi cortometraggi ha colto il barlume luminoso di un indiscutibile talento.
Yuri, interpretato da Andrea Fuorto(“L’arminuta” e “La prima regola”) è un giovane ventenne che non ha mai avuto l’opportunità di esplorare il mondo. Vive una vita tranquilla in un piccolo paese abruzzese, con la sua anziana zia. Un giorno, durante una festa di compleanno, incontra Agostino, interpretato da Augusto Mario Rossi (scovato da Bozzelli grazie a uno street casting in un rave), un animatore itinerante che gira con il suo camper. Insieme, decidono di intraprendere un viaggio verso la Patagonia, un luogo che rappresenta libertà e speranza. Ma ben presto scoprono che questo sogno è solo un’illusione di fronte a una realtà dominata dal controllo e dalla sottomissione.
“M’interessa il concetto di aridità, in contrapposizione con la sete d’amore di Yuri” (Simone Bozzelli)
Un film che porta in scena la rappresentazione delle gabbie, sia fisiche, sia mentali. “E dalle quali sei tu il primo a non voler uscire” spiega il regista. Nell’immaginario di Simone Bozzelli (già intervistato da Gay.it nel 2021, qui il VIDEO), il mondo è un caotico coacervo di dominatori e dominati, guidati dai truffaldini fili della manipolazione reciproca, seduzione informe che sovrappone ruoli e – come avviene soprattutto nelle contemporanee affettività di oggi – ribalta vittime e carnefici, che galleggiano sulla superficie torbida di una disperata rassegnazione.
Consigliamo questa breve intervista a Simone Bozzelli realizzata in occasione del festival di Locarno.
Simone Bozzelli, nato nel 1994 a Silvi (TE), ha ottenuto il diploma in Media Design e Arti Multimediali presso la NABA nel 2017 e, successivamente, nel 2020, il diploma in Regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. I suoi primi cortometraggi, “Mio Fratello” e “Loris sta bene,” hanno riscosso acclamazioni di critica in numerosi festival internazionali. Il terzo cortometraggio intitolato “Amateur” (CSC Production) è stato selezionato per partecipare alla 34ª Settimana della Critica di Venezia, mentre il suo successivo lavoro, “J’ador,” ha vinto il primo premio nella 35ª Settimana della Critica. Nel 2021 ha diretto il video musicale “I Wanna Be Your Slave” dei Måneskin, che ha ricevuto l’MTV Music Award come Best Alternative Video l’anno successivo. Il quinto cortometraggio intitolato “Giochi” è stato presentato al 74° Festival di Locarno. Nel 2023 “Patagonia”, il suo primo lungometraggio, in concorso al 76° Locarno Film Festival.
PATAGONIA di Simone Bozzelli
PERSONAGGI E INTERPRETI
Yuri ANDREA FUORTO
Agostino AUGUSTO MARIO RUSSI
Alma ELETTRA DALLIMORE MALLABY
Morgan ALEXANDER BENIGNI
CREDITI
Regia SIMONE BOZZELLI
Soggetto e sceneggiatura TOMMASO FAVAGROSSA
SIMONE BOZZELLI
Fotografia LEONARDO MIRABILIA
Montaggio CHRISTIAN MARSIGLIA
Musiche LEONE CIOCCHETTI
DANIELE GUERRINI
Scenografia MAURO VANZATI
Costumi ANDREA CAVALLETTO
Suono in presa diretta FILIPPO PORCARI (A.I.T.S.)
FEDERICA RIPANI
Casting DAVIDE ZUROLO (UICD)
Aiuto regia ANDREA VELLUCCI (AIARSE)
Montaggio del suono ALESSANDRO FELETTI
Montaggio effetti sonori THOMAS GIORGI
Fonico di mix RICCARDO GRUPPUSO
Organizzatore Generale ANDREA VEROLO
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