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Al Gender Border Film Festival, è stato reso omaggio al regista Simone Bozzelli (@smnbozzelli). Sabato 23 ottobre, al Cinemino, sono stati proiettati alcuni corti della nuova promessa del cinema italiano.
Simone Bozzelli, classe ’94, nasce in Abruzzo, in provincia di Teramo. Forma la sua cultura cinematografica grazie a una videoteca sotto casa. Diplomatosi nel 2017 alla NABA in Media Design e Arti multimediali, ha poi studiato Regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
Dal 2015, anno d’uscita di Mio fratello, ha firmato numerosi corti come Loris sta bene (2017), Amateur (2019) e J’ADOR (2020) vincitore del premio come Migliore cortometraggio alla Settimana della Critica della 77° Mostra del Cinema di Venezia. Nel 2021 ha diretto i Maneskin nel video del loro singolo I WANNA BE YOUR SLAVE.
Abbiamo incontrato Bozzelli poco prima del suo ingresso in sala, per parlare delle sue origini, della sua passione per il cinema e del suo lavoro di fotografo e regista. Come ci ha spiegato, il fil rouge che collega i suoi lavori è l’ambiguità nelle relazioni sia familiari che umane in senso lato, l’erotismo e il desiderio.
Nei suoi corti viene messa in scena l’affettività nel suo essere multiforme e senza volto, rendendo le relazioni un campo di battaglia e un teatro in cui ognuno, ogni giorno, sceglie la sua parte, senza mai definirla fino in fondo. Il rapporto con l’altro è sempre opaco, difficile da catalogare. La violenza, l’odio, l’aggressività, l’erotismo, il bene e la tenerezza coesistono, fotografando le relazioni per quel che realmente sono, in tutta la loro complessità.
Video e montaggio: Daniel Fioraso
Intervista: Angelo Rosa
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