Una “mafia culturale”, un “nuovo totalitarismo”: queste le parole di Povia su Arcigay Salento, che ora valuta azioni legali.
Povia avrebbe dovuto esibirsi il 20 aprile al Teatro Paisiello di Lecce, ospite di un’iniziativa di beneficienza organizzata dall’Associazione Lorenzo Risolo, attiva nell’assistenza dei malati pediatrici e nel sostegno alle loro famiglie. Un evento che si farà, ma senza la contestata presenza dell’ex vincitore di Sanremo, sul cui nome l’associazione ha fatto dietrofront.
Il cantante ha risposto alla decisione con un video su Facebook in cui attacca tutti: il sindaco di Lecce Carlo Salvemini, reo di aver minacciato di togliere il patrocinio all’evento e Arcigay Salento, Agedo Lecce e l’associazione LeA, Liberamente e Apertamente, che avevano richiesto la sua rimozione dal programma della serata.
Bacchettate persino per i quotidiani locali che, secondo Povia, “fanno da spalla” alle associazioni LGBT e per la madre di Lorenzo Risolo:“La capisco, ha avuto paura – afferma il cantante nel video – ma ha anche ucciso un pochettino lo spirito che la sua associazione infonde e cioè combattere le metastasi. Lei invece gliel’ha data vinta a queste metastasi culturali e metaforiche”.
“Siamo all’ennesima tortura-dittatura della ‘mafia Arcigay'” attacca Povia nel suo intervento, “Avete fatto fuori me facendomi passare per quello marcio e avete tenuto il marcio, dandola vinta a questi dittatori da tastiera – continua il cantante – a voi dell’Arcigay rendetevi conto del danno morale che avete fatto, perché siete riusciti a togliere il patrocinio del comune di Lecce, agendo come la mafia”.
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Ah, ho capito, ha di nuovo saltato la terapia...