Come si fa coming out se ti vedi diverso dagli altri gay? Una domanda che ha tormentato per anni Mike Parrow, wrestler.
Sono passati quattro anni da quando Mike Parrow ha deciso di fare coming out con gli amici, i famigliari e i wrestler come lui. Una decisione arrivata dopo un percorso tutt’altro che facile, tra depressione, tentativi di suicidio e persino una terapia di conversione.
A portare serenità nella sua vita Morgan, il suo compagno, che gli ha da poco chiesto di sposarlo. Ora il lottatore, 2 metri e 136 chili di muscoli, ha deciso di aprirsi pubblicamente per dare ai ragazzi non dichiarati e a quelli che si interrogano sul proprio orientamento sessuale un modello in più, lontano dagli stereotipi, che possa aiutare chi come lui si sentiva fuori posto.
A spronarlo è stato il massacro del Pulse, il gay club in cui sono state uccise 49 persone: “Alcune delle vittime erano le persone che mi hanno aiutato quando avevo paura di me stesso. Sono loro che mi hanno detto che potevo aiutare altri ragazzi là fuori a capire che essere gay va bene”.
“Io non ho mai avuto dubbi, ho sempre saputo di essere gay. Però ho fatto delle scuole cattoliche, sono cresciuto in un paesino nello stato di New York, non avevo grandi riferimenti a cui guardare – ha ricordato Parrow – vedevo Will&Grace e mi dicevo io non sono come Jack. Pensavo, magari essere gay è una scelta”.
Così Mike è cresciuto cercando di nascondersi, di combattersi, frequentando delle ragazze: “All’inizio, quando sei giovane, è quasi facile, ma andando avanti è sempre stato più difficile”.
Il trasferimento a Orlando per diventare un wrestler professionista poteva essere un nuovo inizio, ma le cose andarono diversamente: “Ho iniziato a frequentare i ragazzi. È stata una delle peggiori esperienze della mia vita. I gay possono essere le persone più cattive e crudeli che tu abbia mai incontrato. Io per loro ero “grasso”, ero “brutto”, ero “una velata” – racconta il lottatore – Così mi sono seppellito nel wrestling ed ho concentrato tutto sulla mia carriera. Ma dentro stavo male, sono caduto in depressione, ho iniziato a bere e ho pensato al suicidio. Ho persino iniziato una terapia di conversione. Una cosa ridicola”.
Parrow lo descrive senza mezzi termini come il punto più basso della sua vita, superato solo grazie all’incontro e al rapporto con il suo Morgan, che l’ha spinto a fare coming out: “Tutti coloro con cui ho fatto coming out pensavano che scherzassi. La percezione dei gay che ha la gente è lontanissima dalla mia persona. Dobbiamo dichiararci con gli altri, devono capire che ognuno di noi è diverso. Ognuno di noi ha la sua strada”.
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