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Ciarla, l’artista che ‘indossa’ la sua arte

Un creativo che ha fatto del suo corpo uno strumento d'arte.

andrea ciarlatano
3 min. di lettura

Andrea Cammarosano, in arte Ciarla è un designer e creatore italiano. Originario di Trieste, ha vissuto ad Aversa e San Francisco, e ora vive a Milano. Dopo gli studi, ha iniziato a disegnare vestiti, dando sfogo alla sua creatività. Poi, però, ha capito che la sua strada era un’altra: non disegnare vestiti, bensì di considerarne il processo di creazione come una forma d’arte. Ha dato via così ha una nuova arte, o meglio una nuova forma d’arte. Che vede sé stesso come soggetto.

In isolamento a Milano, Ciarla ci ha raccontato qualcosa della sua originale arte e di come un creativo come lui trascorre le giornate ai tempi del Coronavirus.

Conosciamo Ciarla e la sua arte (che “deve indossare”)

Come passa le giornate di quarantena un artista come te?

Sto leggendo molto, per il mio lavoro, diversi libri di Richard Sennet sull’artigianato e sulla collaborazione. Poi mi piace rileggere gli scritti di Sottsass, e un libro di Yuval Noah Harari. In questi giorni poi prendo più sole che posso, e mi abbronzo a chiazze. Faccio esercizio fisico a corpo libero, anche due volte al giorno quando mi annoio. Poi mangio molto, faccio Skype meetings, lezioni online, Aperiskype e Aperizoomba con degli amici. E Pornhub quanto basta.

Com’è vivere questo isolamento in una città come Milano, duramente colpita dal Coronavirus?

Devo ammette che fa tristezza. Tanti amici hanno dovuto chiudere i locali, i club, i bar, tutti quei posti che ci davano un luogo in cui fare comunità fisica e viva. E fa impressione pensare a un giugno senza Pride. Però io credo che finito questo momento – perché prima o poi finirà – la gente di Milano metterà fuori un’energia e un’inventiva ancora più forte che negli ultimi anni. Dovremo imparare a fare molto avendo a disposizione molto poco, sacrificare alcuni dei nostri lussi a favore di abitudini più semplici, ma più socievoli e inclusive. Milano è una città con una tradizione cosmopolita e creativa. Ho fiducia che saprà fare un nuovo salto in questa direzione.

Passiamo alla tua arte: tu sei il soggetto di una forma d’arte molto particolare e originale. Come è nata?

Più che un artista sono un creativo, ovvero una persona che trova la maniera di adattare oggetti e situazioni esistenti ad altri scopi. Ho passato diversi anni a disegnare vestiti, poi mi sono accorto che più del prodotto a me interessava il processo, e ho iniziato a creare cose basandomi sull’improvvisazione, sulla collaborazione, sulla performance e sulla riconversione di scarti e oggetti in vestiti, forme e immagini.

Ma non è solo un riciclo, forse direi una trasformazione. Perché con la creatività non cambiano solo i materiali, ma anche le persone. Questo metodo mi ha portato alla creazione di CLU++ER, uno studio creativo con il quale realizzo immagini e oggetti tessili oltre a una sere di workshop per scuole di design e non.

C’è chi usa bottiglie d’acqua, zaini o scope per fare esercizio fisico. Possiamo dire che tu usi quel che trovi in casa e il tuo corpo per fare arte?

In realtà hai toccato un tasto molto importante, ovvero quello del bodyweight detta anche ginnastica a corpo libero! Per anni sono stato un assiduo frequentatore di palestre, poi qualche anno fa un amico mi ha introdotto al bodyweight, e diciamo che mi ha un po’ cambiato la vita. Era lo stesso periodo in cui stavo iniziando il progetto CLU++ER, e trovare un modo di allenarsi fortemente adattativo ed indipendente mi ha fatto scattare una scintilla. Adesso mi posso allenare quando voglio, come a casa, la mattina, che è diventato parte del mio rito mattutino – tra il caffellatte e il pigiama. E quando viaggio non devo più cercare una palestra in cui allenarmi. Ogni Airbnb o una camera d’albergo diventano fonte di ispirazione – con porte a cui appendersi, sedie su cui fare dips, tavoli sotto i quali fare pull-ups.

E tutte queste cose diventano anche fantastiche scenografie e costumi. E’ la stessa cosa a casa mia: verdura, bottiglie di plastica, pezzi di carta colorata o confezioni di cartone sono una tentazione a cui non so resistere, me le devo mettere addosso: non so perché, ma in qualche modo mi sembra una maniera di prendere esperienza del mondo, di assaggiarlo e di sentire che sapore ha.

Per sapere tutto su Ciarla, visitate il sito ufficiale: CLU++ER e la sua pagina Instagram.

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Renzo Loi 8.4.20 - 11:52

lo preferisco come andrea e non come ciarla.ci perde molto. o forse fa vedere troppi lati di se stesso che preferisco non vedere.cque uno che ha una marcia in piu'...in qualsiasi senso.

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