Negli Stati Uniti un gruppo di hacker noto come SiegedSec ha portato a termine un attacco informatico contro l’Idaho National Laboratory (INL), il più grande laboratorio di energia nucleare del pianeta, 890 miglia quadrate, dentro cui si trova la maggiore concentrazione di reattori nucleari a livello globale.
Gli hacker di SiegedSec hanno affermato di aver rubato dati di migliaia di dipendenti, alcuni dei quali sono stati già divulgati. L’INL ha confermato l’attacco e ha sollevato preoccupazioni per il possibile sfruttamento dei dati rubati per formulare attacchi individuali, con operazioni di phishing. L’evento costituisce una seria minaccia per la sicurezza USA, sono stati rubati nomi completi, numeri di previdenza sociale, informazioni bancarie e indirizzi. I dipendenti del laboratorio potrebbero essere ricattati e manipolati al fine di compiere azioni sugli impianti?
Le indagini sono aperte e l’addetta stampa dell’INL ha detto che si sta cercando di delineare il quadro del danno compiuto e delle possibili implicazioni. L’INL è un importante centro di ricerca sull’energia nucleare e altre soluzioni energetiche, quindi un attacco ai suoi sistemi informatici è motivo di preoccupazione.
Un dettagli insolito ha colorato la delicata vicenda. Il gruppo di hacker SiegedSec si definisce “furry gay” e ha fatto richieste stravaganti, come la creazione di “ragazze gatto“. Una provocazione tipica di gruppi simili, che cercano di attirare l’attenzione attraverso stratagemmi di distrazione.
Il gruppo SiegedSec ad ora non ha fornito spiegazioni dettagliate per l’attacco. In passato, il gruppo si è distinto per altre azioni di hacking, sostenendo la difesa dei diritti umani, unito al perseguimento di obiettivi di profitto.
Il gruppo SiegedSec – riferisce Matrice Digitale – si è fatto notare appena dopo l’invasione della Russia di Putin ai danni dell’Ucraina, nel 2022. Gli hacker del gruppo hanno condotto soprattutto attacchi legati al conflitto in quell’area, oltre ad un attacco ad Atlassian – azienda di sofware americana da 3,5 miliardi di fatturato. Proprio ieri il gruppo ha rivendicato attacchi contro infrastrutture e sistemi di controllo industriali israeliani. SiegedSec sarebbe vicino all’Iran.
Riferisce la Cnn lo scorso 23 Ottobre che:
un gruppo di hacker politicamente motivati noto come SiegedSec, definito “hacktivist,” ha diffuso i documenti sulla piattaforma di social media Telegram e ha affermato che era già la seconda volta, in tre mesi, che avevano hackerato siti web della NATO. Gli hacker hanno dichiarato questa settimana di aver violato il portale della NATO e di aver attinto informazioni strategiche condivise tra gli ufficiali militari NATO.
Sul sito Cyber Security Italia si scrive:
La NATO ha confermato che il suo team IT sta indagando, attivamente, su un presunto furto di dati sul portale di cooperazione delle comunità di interesse (COI). Se accertato, ha un impatto su 31 Nazioni che sono membri dell’Alleanza.
La rivendicazione via Telegram di SiegedSec chiarisce che:
“il cyber attacco non ha a che fare con la guerra tra Russia e Ucraina, ma è una rappresaglia contro i Paesi della NATO per i loro attacchi ai diritti umani“
Sempre secondo CNN, il gruppo di hacker SiegedSec è noto per una serie di attacchi informatici verificatisi negli ultimi 18 mesi nei confronti dei siti web di governi statali e locali degli Stati Uniti, che il gruppo avrebbe preso di mira a causa delle restrizioni sull’aborto o sull’assistenza di genere.
Come è evidente, secondo le fonti giornalistiche, il gruppo di hacker SiegedSec dissemina caos: da un lato la sua vicinanza all’Iran in chiave anti-Israele e anti-Occidentale, dall’altro gli attacchi a governi ed enti USA che si stanno rendendo protagonisti di restrizioni dei diritti civili. Tutto condito con ragazze gatto e furry gay. È la strategia della destabilizzazione?
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