Sono stati un’icona pop degli anni ’80 e chi oggi veleggia intorno ai quarant’anni non può non associare la loro musichetta cult alla propria adolescenza: “Who ya gonna call? Ghostbusters!”. Sì, proprio gli acchiappafantasmi dell’omonima commedia fantastica di Ivan Reitman del 1984 che segnarono l’immaginario comic-horror di quegli anni incassando la cifra record di 300 milioni di dollari di allora (il merchandising relativo superò il miliardo di dollari). Gli acchiappafantasmi oggi diventano però le acchiappafantasmi: tornano infatti nelle sale italiane giovedì 28 luglio nella versione – quasi – tutta al femminile diretta da Paul Feig.
Pur essendo stato accolto dalla critica abbastanza bene in America, dove è uscito il 15 luglio con incassi soddisfacenti (46 milioni di dollari nel primo weekend, a fronte di un costo complessivo di 144), Ghostbusters è stato vittima online di attacchi e sfoghi da parte di ‘haters’ che a priori hanno stroncato il film, accanendosi in maniera misogina e razzista soprattutto con l’interprete Leslie Jones che ha deciso di lasciare Twitter dopo l’ennesimo insulto.
I leave Twitter tonight with tears and a very sad heart.All this cause I did a movie.You can hate the movie but the shit I got today…wrong
— Leslie Jones (@Lesdoggg) 19 luglio 2016
L’attrice ha ricevuto numerosi attacchi sessisti e razzisti: in particolare le sono state mandate immagini di scimmie e immagini pornografiche, e sono stati creati dei falsi screenshot in cui sembrava che avesse scritto dei tweet omofobi. La maggior parte dei tweet sono veramente odiosi: Jones ha reagito pubblicando degli screenshot di alcuni tweet offensivi, ma poi si è detta esasperata e ha detto di essere stanca di bloccare i profili di chi la insultava. Curiosamente, il film non potrà uscire in Cina, dove non sono stati distribuiti neanche i primi due, per una legge che vieterebbe ‘film che propagandano culti basati sulla superstizione’. La pellicola aveva già ricevuto molte critiche misogine sui social network semplicemente per il fatto di avere un cast femminile; c’è anche una campagna per rendere l’anteprima del film il video trailer con il maggior numero di voti negativi della storia: sono 966.746 attualmente.
Tornando alle caratteristiche della pellicola, non è un remake ma più propriamente un reboot, cioè un film che riparte dalle stesse premesse per svilupparsi in maniera diversa (ci fu già un seguito, Ghostbusters II, nel lontano 1989). Ma la novità principale resta il quartetto di donne protagoniste che sostituisce gli uomini – allora erano Bill Murray, Dan Aykroyd, Harold Ramis ed Ernie Hudson – ed è formato da alcune delle più brillanti comiche americane: Melissa McCarthy, Kristen Wiig, Kate McKinnon e Leslie Jones. La trama è semplice e ricalca l’originale: Erin (Wiig) è una ricercatrice della Columbia University che viene ridicolizzata per aver scritto un libro sui fantasmi insieme alla sua compagna di corso Abby (McCarthy). Così è costretta a lasciare il lavoro. Decide quindi insieme ad Erin di aprire una ditta di acchiappafantasmi per dimostrare le sue tesi a proposito degli spettri: fa bene, poiché Manhattan viene invasa da una serie di bizzarri fantasmi dalle intenzioni tutt’altro che benevole. Insieme all’ingegnere Jillian (McKinnon) e all’impiegata dei trasporti pubblici Patty (Jones) si forma così il team tutto al femminile pronto a dar loro la caccia.
Nel cast ci sono anche piccoli ruoli maschili, tra cui il bellissimo attore australiano Chris Hemsworth (ve lo ricordate seminudo in The Dressmaker?) nei panni del segretario delle Ghostbusters, Andy Garcia in quelli del sindaco di New York e Ozzy Osbourne creditato come ‘famosa rock star’.
È inaccettabile che avvenga a priori una propaganda negativa del genere, peraltro basata su argomentazioni fortemente misogine: se volete smentirla, andate al cinema da giovedì prossimo per vedere il film.
Il razzismo contro Leslie Jones è una cosa, ma di misoginia qui non c'è traccia. Nessuno dice che le donne siano meno brave a cacciare fantasmi, semplicemente come nel caso di George Takei e del Sulu gay, non se ne capisce il motivo. Sarebbe come mette i 4 protagonisti principali e farli diventare omosessuali nel reboot, una forzatura che non ha alcuno scopo. Avrei preferito piuttosto una donna nella figura di leader o un gruppo eterogeneo, perchè dividere la posizione fra sesso maschile e sesso femminile non fa altro che alimentare l'idea che questi due mondi siano slegati l'un l'altro. Solo binari, per dirla alla LGBT.