Il giornalista Ruslan Sharipov, che era stato arrestato il 26 maggio scorso in Uzbekistan, con il pretesto di aver avuto relazioni omosessuali con minori, e condannato a 5 anni e mezzo di prigione al termine del primo processo, si è visto ridurre la pena a quattro anni durante il processo d’appello conclusosi giovedì 25 settembre.
L’arresto, come ha indicato l’associazione “Human Rights Watch” con sui il giornalista lavorava, è in realtà da legare alle sue attività di giornalista nell’ambito dei diritti dell’uomo. La sua condanna è arrivata alla fine di un processo anomalo svoltosi a porte chiuse. Il giornalista aveva denunciato in una lettera aperta a George W. Bushe a Kofi Annan le torture di cui era stato vittima, pratica frequente in questo paese che conserva una legge che penalizza l’omosessualità.
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