Fresco di nomination ai Tony Award come miglior attore non protagonista in un musical con Merrily We Roll Along, Daniel Radcliffe è tornato a parlare di J.K. Rowling e della sua sempre più ostentata transfobia. Lo storico e indimenticato Harry Potter ha confessato a The Atlantic di non avere più alcun contatti diretti con la scrittrice dopo i suoi primi tweet transfobici, usciti nel giugno del 2020.
“Mi rende davvero triste”, ha ammesso Radcliffe. “Perché guardo la persona che ho conosciuto, le volte in cui ci siamo incontrati, i libri che ha scritto e il mondo che ha creato, e tutto ciò è per me così profondamente empatico“.
Già all’epoca l’attore prese le distanze da Rowling, rilasciando una dichiarazione attraverso il Trevor Project, ente di beneficenza LGBTQ che lo vede da tempo coinvolto, rimarcando come “le donne transgender sono donne”.
“Ho lavorato con The Trevor Project per 12 anni e mi sarebbe sembrata, non so, un’immensa codardia non dire qualcosa“, ha precisato Radcliffe a The Atlantic. “Volevo provare ad aiutare le persone che erano state colpite negativamente da quei commenti. E dire che se queste sono le opinioni di Jo, allora non sono le opinioni di tutti coloro che sono associati al franchise di ‘Potter’”.
Radcliffe ha riconosciuto che Harry Potter “non sarebbe esistito senza” Rowling, “quindi probabilmente niente nella mia vita sarebbe successo così com’è avvenuto senza di lei”. Ma, ha continuato, “questo non significa che devi cedere le cose in cui credi veramente a qualcun altro per tutta la tua vita”.
Lo scorso mese Rowling ha replicato ad un utente X che si era detto in attesa di scuse pubbliche da parte di Radcliffe ed Emma Watson, a suor dire “colpevoli” di essersi dissociati dalle sue dichiarazioni. “Le celebrità che si sono affidate ad un movimento intento a erodere i diritti conquistati a fatica delle donne e che hanno usato le loro piattaforme per incoraggiare la transizione dei minori possono risparmiarsi le scuse per le detransizioniste traumatizzate e le donne vulnerabili che fanno affidamento sugli spazi per persone cisgender”, ha scritto Rowling.
E Radcliffe ha semplicemente risposto: “Continuerò a sostenere i diritti di tutte le persone LGBTQ e non ho ulteriori commenti oltre a questo”.
I rappresentanti di J.K. Rowling, interpellati da Variety, hanno rifiutato qualsiasi commento rispetto a quanto detto ora da Radcliffe.
Recentemente Rowling si è detta pronta ad andare in galera, perché contraria alla nuova legge scozzese contro l’omobitransfobia. L’insensata guerra alle persone trans da parte di J.K. Rowling prosegue da anni. Il primissimo attacco nel 2019, quando prese le difese dell’attivista transfobica Maya Forstater. Un anno dopo, nel 2020, la scrittrice ha firmato un lungo e tristemente celebre editoriale in cui parlava di “persone che hanno le mestruazioni”, per distinguere le donne cisgender da quelle transgender. Negli anni successivi ha continuato a rafforzare la propria posizione. Nel 2023, in una serie di podcast dal titolo The Witch Trials of JK Rowling, ha affermato che “non ha mai avuto intenzione di turbare nessuno” con le proprie opinioni, tanto da definirsi “profondamente” fraintesa. Poi ha continuato.
Lo scorso ottobre la scrittrice ha partecipato ad una conferenza transfobica al grido “pronta ad andare in galera per le mie opinioni”, dopo aver aperto un centro per le vittime di stupro a Edimburgo ma ad esclusione delle donne trans* e promosso l’e-commerce che vende merce transfobica. A febbraio ha donato 70.000 sterline ad un’associazione transfobica. Difesa dalle destre internazionali, Eugenia Roccella in testa, Rowling ha rispedito al mittente le critiche da parte dei fan LGBTQIA+ di Harry Potter, sottolineando come “con i soldi il dolore scompare rapidamente”.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.