La Posta ad Immanuel Casto
“Ciao Immanuel, sono fidanzato col mio compagno da quasi otto anni. Da circa un anno e mezzo ci siamo trasferiti e conviviamo. Con la convivenza sto notando in lui comportamenti che non avevo visto prima. Ce l’ha con gli immigrati, utilizza frasi sessiste e anche con il Covid non è negazionista – ma quasi. Inutile dire che i miei valori su questi temi sono opposti ai suoi. Quando cerco di spiegargli che secondo me la sua visione è sbagliata, lui si sente attaccato e mi dice che è libero di avere le opinioni che vuole. A volte ho paura di aver sbagliato tutto. Che ne pensi? Ho bisogno di un consiglio”.
Fortunato
La risposta di Immanuel Casto
Caro Fortunato,
comprendo bene la tua frustrazione.
Il tuo ragazzo ha ragione nel dire che è libero di avere le sue opinioni, ma è anche vero che – non di rado – le opinioni sono espressione dei propri valori personali, alcuni dei quali potrebbero non essere negoziabili. E, almeno per me, i valori condivisi sono tra le principali discriminanti nel decretare il grado di intimità desiderato con un’altra persona.
Inoltre, se l’interlocutore si mostra particolarmente vulnerabile alla disinformazione, magari rifiutando di adottare pratiche di fact-checking, il rischio è persino quello di compromettere la propria stima nei suoi confronti.
E qui una tirata d’orecchie però è d’obbligo: dolce Fortunato, in questi otto anni, esattamente di che cosa avete parlato?
Che nell’innamoramento si fatichi a vedere l’altra persona per com’è realmente è universalmente vero. Si sottovalutano le criticità e – inconsciamente – censuriamo i nostri lati bui, per paura di compromettere quel sentimento così bello. Ma in otto anni l’innamoramento, l’idillio iniziale, è già bello che finito. Lo scontro con la realtà, che tutte le coppie devono affrontare, dovrebbe già essere avvenuto.
Ma è proprio l’assoluta mancanza di indizi raccolti prima della convivenza che mi porta a darti l’unica speranza, in una situazione che – non ti mento – potrebbe essere compromessa.
È possibile che razzismo e complottismo non siano idee che lui sostiene attivamente, ma piuttosto luoghi comuni attraverso cui esprime un suo disagio personale.
La situazione che stiamo vivendo da ormai quasi un anno sta mettendo duramente alla prova la salute mentale di tutti. Siamo frustrati, arrabbiati; con l’umana necessità di trovare un colpevole.
Insomma, per usare una locuzione che ci viene spesso inflitta durante l’adolescenza: magari è solo una fase.
Il mio unico consiglio è quello di dialogare con la massima onestà possibile. Per capire se hai di fronte un dolore da affrontare insieme, o una visione del mondo ormai diventata inconciliabile con la tua.
Un abbraccio,
Manuel
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