Riapre JetLag. Per i gay, i non gay, le donne vere, quelle d’aspirazione… Venerdì sera ai Magazzini Generali ci si dimentica che Milano è la città dove pensano -se sei un pedone- che è giusto tirarti sotto con l’auto di grossa cilindrata.
JetLag è l’esperimento perfettamente riuscito d’incontro tra il pubblico gay modaiolo ma non stupido, che fa dello stile una differenza di qualità’ e gli eterosessuali che al gioco ci stanno. E a beneficiarne soprattutto le ragazze, anche queste d’orientamento imprecisabile. Vale a dire che se una decide di mettersi in reggiseno, non ha nulla da rischiare, e non perché non interessa a nessuno. Perché quelli cui piacciono le donne hanno il senso della misura.
Quel che c’era di bello nella cultura degli anni ’70 e dei primi ’80 (alternativi), si ritrova, non a caso nella serata chiave del week-end, il venerdì.
Buona notizia, nella città dove impazzano locali neo-anni ’80 che celebrano il savoir-vivre di personaggi come Ignazio Larussa; nella capitale “lumbard” almeno una sera la settimana va avanti la tolleranza reciproca, anzi si rafforza ogni stagione.
Beninteso, i Magazzini sarebbero un locale “etero”. Ma non si capisce mai se gay o lesbiche sono ospiti d’onore o padroni di casa. Sapete com’è, si allargano, e lì possono.
C’è sempre una ragazza che forse è un ragazzo, un bonazzo troppo convinto per essere etero, una ragazza biologica ipervestita a farti capire che il senso da dare alla vita è quello dello humour.
E’ lo sbiellamento in cui ci si ritrova amici in chissà che fuso orario. Senza bisogno di pasticche né darkroom.
Quest’anno si ricomincia con una squadra di DJ d’importanza mondiale,a partire dal resident Lele Sacchi, una mano felice capace di fare ritmo e ricerca insieme.
Ma a girar dischi con lui, ci sono anche alcuni invitati di lusso: Ian Pooley, il titano che e’ riuscito a portar la Germania fuori dalla dance martellona. Pooley ha suonato live le canzoni sofisticatissime di “Since then”, bellissima nuova raccolta di sapore brasiliano, portoghese e africano. Come a dire: scusate, ma saremo esotici e romantici.
E Venerdì 29 uno dei party dell’anno: col suo melange di kitsch/Francia da parodia/disco music ritrovata chissà dove, voilà Dimitri from Paris. Che meetterà in scena le atmosfere dei suoi ultimi lavori, “A night at the Playboy mansion” e “Disco Forever”. Ne vedremo delle belle (e considerato il pubblico) delle favolose.
di Paolo Rumi
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