È di prossima pubblicazione un libro intitolato “Ultime conversazioni”, redatto dal giornalista tedesco Peter Seewald, che ha intervistato in esclusiva Joseph Ratzinger, il papa rinunciatario Benedetto XVI: l’opera non è ancora uscita e fa già parlare, per alcuni dettagli trapelati stamane sulla stampa.
Nell’intervista vengono fuori tantissime questioni: dai motivi della rinuncia all’elezione “inaspettata” di Jorge Maria Bergoglio, Papa Francesco (non si aspettava, Benedetto, di dover “promettere obbedienza” a Bergoglio). Dalle accuse di essere un “restauratore”, prontamente respinte, ai legami con papa Giovanni Paolo II, passando per i pensieri sulla morte e lo stigma della pedofilia, che definisce “sporcizia della Chiesa” (proprio ieri l’esigua condanna di Don Inzoli per aver abusato sessualmente di cinque minori > LEGGI QUI).
Ma le dichiarazioni che sono destinate veramente a far discutere sono su quella che Ratzinger definisce “la lobby gay in Vaticano”: il papa afferma di “essere venuto a conoscenza dell’esistenza di questo gruppo di potere, composto da quattro/cinque persone”, e di averlo “definitivamente neutralizzato”. Un riferimento forse che rimanda Krzysztof Charamsa, teologo polacco ed ex segretario aggiunto della Commissione Teologica Internazionale presso la Congregazione della Dottrina della Fede, che dipendeva di fatto da Benedetto XVI e venne definita dallo stesso Charamsa “la culla dell’omofobia paranoica” (LEGGI QUI >). Krzysztof decise nell’ottobre del 2015 di fare coming out poiché “mi sarei perso nell’incubo della mia omosessualità negata“: la rivelazione, storica e clamorosa, arrivò guarda caso appena due anni dopo dalla rinuncia del papa tedesco.
L’uscita del libro è prevista per settembre: probabilmente alla questione omosessuale verranno dedicate molte pagine.
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I gay sono ovunque, anche nella chiesa, e sono sia tra i vetero integralisti, che tra i populisti progressisti, tra le gerarchie e tra i sacerdoti, come molti di noi sanno avendone conosciuti molti e non certo in parrocchia. E qui e là ci sono persone integerrime e persone che non lo sono senza una regola, non è che i gay sono quelli buoni e i non gay i cattivi. Questa barzelletta della lobby gay è stata usata per mettere ben altra polvere sotto al tappeto come gli scandali della pedofilia, della corruzione politica e finanziaria (se qualcuno non lo ricorda le accuse di usare conti per riciclare assegni da parte di ordini religiosi) e anche sessuale. Come foglia di fico funziona male, ma ormai siamo nell'era in cui basta scrivere o sostenere una cosa per quanto ridicola ed evidentemente falsa - per esempio che votando sì alla Brexit si votava per cacciare gli immigrati, ridare i posti di lavoro ai britannici o che si sarebbero trovai 400 milioni di sterline da investire nella sanità pubblica e che i pescatori inglesi avrebbero avuto campo, anzi mare libero - perchè la gente ignorante, stupida e intollerante ci creda.