“Una commedia corale, morale, orale e irreale, la cui sceneggiatura è iniziata come uno sfizio comico”. Così Pedro Almodóvar definisce il suo nuovo lavoro, "Los amantes pasajeros" ("Gli amanti passeggeri") le cui riprese sono terminate nella notte tra mercoledì e giovedì scorso a Madrid. Sarà pronto per la primavera del 2013 ma è in forse la partecipazione al Festival di Cannes, dove Pedro non ha mai vinto la Palma d’Oro. In un’autointervista pubblicata sulla pagina Facebook della casa di produzione "El Deseo" il grande regista manchego si domanda se è prevista la presentazione a qualche festival e la risposta è lapidaria: "No, grazie".
Ambientato quasi interamente su un Airbus 340 ricostruito in studio (una copia della fusoliera è stata posata su una pista inutilizzata dell’aeroporto di Ciudad Real per la scena dell’atterraggio d’emergenza), "Los amantes pasajeros" racconta di un gruppo eterogeneo di viaggiatori su un aeroplano diretto in Messico ma la cui destinazione cambierà a causa di un’avaria tecnica. Rappresenta il ritorno di Almodóvar alla commedia irriverente ed esilarante dei tempi dell’oscarizzato "Donne sull’orlo di una crisi di nervi".
“La gente mi ferma per la strada – ha raccontato il regista al canale spagnolo TVE1 – dicendo che sì, ama i miei ultimi film, ma ha riso molto con i primi: è una fortunata casualità aver fatto questa commedia in questi tempi cupi che stiamo vivendo”.
In un testo pubblicato su Facebook, Almodóvar ha anche spiegato come è nato questo progetto: “Ho cercato di mettere da parte la realtà, anche se qualche volta si infila in mezzo senza che tu possa rendertene conto. Sono stati fatti molti film su un gruppo in trappola, da "L’angelo sterminatore" di Luis Buñuel a "Buried" di Rodrigo Cortez. La sfida del mio film è che i miei passeggeri devono combattere con la loro angoscia, con le loro paure e fantasie, senza l’aiuto della tecnologia, aspetto che oggi è difficile da immaginare, senza immagini che possano divertirli, informarli o anestetizzarli. Nudi, senza iPhone, iPad, video, Internet… Costretti a essere se stessi, circondati da estranei”.
“Il personaggio principale è la parola – continua Pedro – l’unica arma di chi è rimasto intrappolato. Ho sempre confessato che la mia vera vocazione era quella di diventare un grande romanziere, e nel tempo mi sono esercitato scrivendo un sacco di sceneggiature. Ma il tempo non mi ha reso un grande romanziere, anzi nemmeno un romanziere; i miei film recenti sono pieni di nostalgia per la letteratura, ma questo film viene da un’ altra nostalgia, quella del teatro.” Il variegato cast comprende alcuni attori feticcio di Almodóvar: Antonio Banderas e Penelope Cruz che appaiono solo nel prologo del film, Cecilia Roth ("Tutto su mia madre"), Lola Dueñas ("Volver") e Javier Camara ("Parla con lei") nel ruolo di uno steward gay effemminato e sarcastico.
“È una pellicola la cui sceneggiatura è colma di turbolenze, come si addice a un aereo – ha dichiarato Camara – e Almodóvar ha potuto dare sfogo alla sua creatività. È come una sua commedia di una volta, godibile e spudorata”.
Non mancano alcune new entry tra i volti più interessanti del nuovo cinema spagnolo: Miguel Angel Silvestre, Paz Vega, Hugo Silva, Raul Arevalo. Avrà un ruolo anche Blanca Suarez, nella vita fidanzata di Miguel Angel Silvestre, lanciata proprio da Almodóvar nel thriller dark "La pelle che abito" dove interpretava il ruolo della figlia di Antonio Banderas.