Nuove linee guida della Cei, (Conferenza Episcopale Italiana) sulla spinosa questione degli abusi sessuali commessi dai preti. Secondo quanto stabilito dall’organo di autogoverno dei vescovi italiani, “il vescovo, non rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale, non ha l’obbligo giuridico, salvo il dovere morale di contribuire al bene comune, di denunciare (gli abusi sessuali di cui viene a conoscenza, ndr) all’autorità giudiziaria. A rendere note le nuove direttive è stata la stessa Cei con un documento.
Nel testo si legge: “Quando il Vescovo abbia notizia di possibili abusi in materia sessuale nei confronti di minori ad opera di chierici sottoposti alla sua giurisdizione (…) spetta al prudente discernimento del vescovo la scelta di informare o meno il chierico delle accuse e di adottare eventuali provvedimenti nei suoi confronti affinché si eviti il rischio che i fatti delittuosi ipotizzati si ripetano, ferma restando la presunzione di innocenza fino a prova contraria”.
L’unica cosa che si chiede ai vescovi di fare, è cercare di accertare, con prudenza, le accuse rivolte al prete in questione.
Il documento, infatti, continua così: “Il vescovo deve innanzitutto procedere a espletare gli accertamenti di carattere strettamente preliminare, affidando il relativo incarico, qualora fosse ritenuto giusto e opportuno, a persona idonea di provata prudenza ed esperienza e curando di tutelare al meglio la riservatezza di tutte le persone coinvolte”.
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