Classe 1997, sei titoli WTA già conquistati e una presenza costante nei tabelloni dei tornei più prestigiosi definiscono il profilo di Daria Kasatkina, una delle protagoniste più brillanti del tennis femminile contemporaneo e tennista russa con il ranking più alto al mondo.
Nel 2022, il suo toccante coming out come lesbica in un’intervista con la blogger russa Vitya Kravchenko, e il racconto della storia d’amore con la pattinatrice Natalia Zabiiako, con cui è insieme ancora oggi. Per Daria – che ha deciso di vivere fuori da proprio paese natale – nascondersi era diventato una tortura.
“Ci sono troppi taboo in Russia” aveva dichiarato, criticando l’attitudine del Cremlino e le restrizioni imposte alla comunità LGBTQIA+ nel proprio paese. “Questa storia che vedere una persona omosessuale ti ci faccia diventare, o che qualcuno possa effettivamente scegliere di essere gay è ridicola. Non c’è niente di più facile che essere etero”.
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La legge russa del 2013 contro la cosiddetta “propaganda gay“ ha avuto impatti profondi, limitando le libertà civili con la proibizione di marce del gay pride e l’arresto di attivisti per i diritti LGBTQ+.
Recentemente, i legislatori russi hanno implementato un’estensione ancora più severa della normativa, bollando il “movimento internazionale LGBTQIA+” come estremista e vietando completamente la “promozione” di relazioni LGBTQ+ in una luce positiva o neutra, sia pubblicamente che nei media.
Durante un’intervista realizzata a Barcellona, Kasatkina aveva condiviso le proprie preoccupazioni riguardo alla situazione nel suo paese, esprimendo il timore che, in Russia, non potrebbe mai avere la libertà di camminare mano nella mano con la sua compagna.
“Nascondersi è impossibile, è troppo difficile ed è inutile” aveva dichiarato “Vivere in pace con sé stess* è l’unica cosa che conta, fanc*lo tutto il resto”.
Kasatkina ha rivelato che la sua decisione di fare coming out era stata ispirata dalla calciatrice russa Nadya Karpova, che si era dichiarata lesbica pochi mesi prima. Per questo motivo, la tennista incoraggia l* sportiv* a non avere paura di uscire allo scoperto.
“Facendo coming out, Nadya non ha sollevato solo un peso da sé stessa, ma ha anche offerto aiuto a chi la segue. Penso sia fondamentale che figure di spicco dello sport, o di altri settori, affrontino questi temi apertamente. È essenziale per i giovani che si trovano in difficoltà con la società e che necessitano di supporto”.
A settembre 2023, il suo scontro agli US Open contro Greet Minnen rappresentò un evento storico, trattandosi della prima partita di tennis femminile in cui entrambe le contendenti erano atlete apertamente LGBTQIA+.
Pronta a guadagnarsi il suo settimo titolo nelle finali WTA di quest’anno, Kasatkina – come già il calciatore spagnolo Rubén García – aveva però espresso diverse perplessità sulla location delle finale del torneo, a Riad, in Arabia Saudita, un paese dichiaratamente omofobo che punisce l’omosessualità con la pena di morte e nel quale si svolgerà l’Expo 2030.
“Mi hanno dato garanzie che starò bene. Se mi qualifico, significa che sono tra le prime otto al mondo: è una grande notizia per me […] E finché si dà l’opportunità alle persone, ai bambini e alle donne di vedere davvero il nostro sport in modo che possano conoscerlo, giocarci, partecipare, penso che sia grandioso”.
Tennis, chi è Daria Kasatkina? Biografia e carriera sportiva
Nata il 7 maggio 1997 a Tolyatti, in Russia, e figlia d’arte di campioni leggera e nell’hockey su ghiaccio, Daria Kasatkina è stata introdotta al tennis all’età di sei anni grazie all’incoraggiamento del fratello maggiore. Si è rapidamente affermata nel circuito junior, conquistando il campionato europeo a soli 16 anni e successivamente un titolo del Grande Slam junior ai Open di Francia nel 2014.
La giovane tennista ha rapidamente guadagnato posizioni nel ranking professionistico, arrivando al 32° posto mondiale a soli 18 anni e conquistando il suo primo titolo WTA nel 2017, quando ancora era un’adolescente, al Charleston Open.
La sua ascesa è proseguita nel 2018, anno in cui si è messa in luce raggiungendo la finale del Premier Mandatory Indian Wells Open, dove è stata sconfitta dalla sua coetanea emergente, Naomi Osaka, in un incontro ritenuto simbolo del rinnovamento del tennis femminile.
Kasatkina ha ottenuto i successi più significativi della sua carriera vincendo i titoli alla Coppa del Cremlino e al Trofeo di San Pietroburgo, entrambi disputati in Russia.
Dopo tre stagioni di risultati positivi nel WTA Tour, nel 2019 Kasatkina ha attraversato un periodo difficile, scivolando nella metà inferiore della top 100. Tuttavia, il 2021 ha segnato una svolta per la tennista, che è riuscita a conquistare due titoli e a rientrare nei primi 30 del ranking. Questo rilancio è proseguito nel 2022, quando ha aggiunto altri due titoli al suo palmarès, consolidando il suo ritorno tra le prime 10 giocatrici del mondo.
Durante la Billie Jean King Cup 2020-21, Daria Kasatkina ha svolto un ruolo cruciale per il successo della squadra russa, assicurando la vittoria in tutte le partite che ha disputato nel torneo. Al suo fianco, Anastasia Pavlyuchenkova, Liudmila Samsonova, Veronika Kudermetova ed Ekaterina Alexandrova hanno collaborato per conquistare il primo titolo della competizione per la Russia dal 2008.
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