Il week end comincia con una tappa al Boys bar. Qui mi sorprende una coda lunghissima. Probabilmente i clienti cercano di arrivare prima per non pagare l’entrata. Il locale su tre piani è strapieno. Al piano terra ingresso vietato alle donne e capisco il motivo: video hard, spettacoli di go go boys in azione e una camera oscura che sembra più affollata di un derby di calcio. Mi autorizzano a scattare delle foto e mi limito a quelle più caste considerando che Clubbing è un magazine non vietato ai minori.
Ma il Boy bar non mi basta e mi sposto al Living, la discoteca più fashion della capitale, in Paseo de la Reforma. Mi perquisiscono e mi obbligano a consegnare in guardaroba la mia digitale. Che sfiga, salta il mio lavoro. Il locale è bellissimo, una chiesa sconsacrata, bella gente ma più snob. Alle quattro del mattino, a piedi attraverso l’Avenida e giungo in Plaza de la Indipendencia dove ammiro la colonna con l’Angelo, il monumento simbolo della capitale. L’indomani, sabato, altra giornata di piacere. Decido di fare un circuito turistico con il Turibus. Dura oltre tre ore ma si può
scendere e riprendere il successivo. In avenida Juarez, nei pressi del Palacio de Bellas Artes, c’è trambusto: un corteo di qualche centinaio di persone attira la nostra curiosità. Sfilano in strada per protesta, non riesco a capire di che si tratta, gli uomini hanno una foto sul davanti per coprirsi, le donne sono completamente nude. Penso si tratti di una nuova trovata del fotografo statunitense Spencer Tunick, che qualche giorno prima aveva riunito nella Piazza dello Zócalo oltre 18 mila persone per una performance di nudo collettivo.
L’artista aveva già organizzato esibizioni simili anche in Belgio, Francia, Australia, Gran Bretagna e Stati Uniti. “Tutti hanno potuto vedere – aveva dichiarato il fotografo al termine di 5 ore di scatti alle diciottomila persone che avevano accettato di posare per lui – come una nazione può essere libera e utilizzare il proprio corpo con allegria e non per scopi pornografici o criminali”. Cerco di approfondire e scopro tutto il giorno dopo. Sul bus turistico arriviamo fino all’Auditorium (10 mila posti, i migliori concerti e
spettacoli in cartellone, il cantante Luis Miguel si è esibito più di un centinaio di volte), passiamo dal bosco di Chapultepec, dal giardino zoologico, dal lago Mayor, sostiamo davanti al Museo antropologico, attraversiamo i quartieri eleganti di Condesa e Polanco, per ritornare al centro storico. Parchi, fontane, musei, avenide, ambasciate e alberghi di lusso vengono impresse nelle nostre camere digitali. Ma quello che mi interessa è scoprire il perché della manifestazione nudista. Mi informo e riesco a sapere che si tratta di campesinos di Veracruz (contadini del Movimiento de los 400 pueblos) che forse ispirati dal fotografo Tunick hanno deciso di protestare da oltre 60 giorni contro l’ex governatore della loro città, il senador Dante Delgado, che definiscono corrotto. Protestano perché sono stati espropriati delle loro terre e chiedono una condanna dell’usurpatore da parte del Senato. Faccio amicizia, si fanno fotografare, mi spiegano le loro motivazioni.
Si sono accampati in tende provvisorie da due mesi e mi invitano a parlarne anche in Italia. Ma ogni giorno ci sono proteste, alcune represse anche nel sangue, come ad Oaxaca, dove 23 delitti sono impuniti e centinaia di persone scomparse o incarcerate (vedi il libro Svaniti nel nulla di Paco Ignacio Taibo II). Con la benedizione dei partiti di destra al governo, Pri e Pan, che hanno portato lo
scorso anno alle elezioni del Presidente Felipe Calderon, accusato di aver vinto le elezioni grazie a brogli elettorali con un margine di voti di appena lo 0,58%. La reazione dei sostenitori del candidato sconfitto Andres Manuel Lopez Obrador (il candidato della sinistra, ex-sindaco progressista di Città del Messico, che in cinque anni ha realizzato un’università pubblica, un ospedale specializzato, scuole e strade. Si è battuto per diversi anni a fianco dei movimenti indiani e contadini per denunciare le frodi elettorali e il progetto di privatizzazione dell’impresa petrolifera messicana Pemex, mettendosi in mostra come "un accanito sostenitore della resistenza democratica e della disobbedienza civile") si è fatta sentire in due grandi manifestazioni di oltre un milione di persone a Città del Messico che richiedevano il conteggio delle schede elettorali.
Da pochi mesi nel Distretto Federale di Mexico City (DF) è stato
eletto un nuovo sindaco molto originale, Marcelo Ebrard. Ha promesso che entro il 2008 l’intera area urbana (oltre nove milioni di abitanti, l’area metropolitana ne conta quasi 20 milioni) sarà un hot spot di libero accesso in wi-fi gratuito e disponibile per tutti. Migliaia di videocamere, strutturate in una rete a fibra ottica, sorveglieranno la città. Ha imposto ai dipendenti pubblici l’uso della bici, almeno una volta al mese, per andare al lavoro e lui è stato da esempio. Ha incentivato i trasporti pubblici con dei bonus per chi lascia l’auto a casa. La domenica le vie centrali diventano una grande isola pedonale… Ha fatto legge a favore della depenalizzazione del reato dell’aborto (e il Messico è la seconda nazione cattolica del mondo) e,per finire, la sua giunta ha emanato la legge “de sociedad de convivencia” (la legge per il riconoscimento delle coppie di fatto senza nessuna discriminazione anche dello stesso sesso). E pensare che la Moratti, sindaco di Milano, quest’anno ha negato il patrocinio alla rassegna del cinema GLBT che dura ormai da vent’anni. Bravi i messicani che ci stanno superando e dire che erano definiti un Paese del terzo mondo.
Per finire bisogna sapere che il Messico fu dominato dagli spagnoli, dai francesi e dalle truppe statunitensi. Città del Messico si è sviluppata su di un terreno che formava parte della conca lacustre del lago di Texcoco. Venne costruito un Gran Canale per prosciugare il lago. Oggi più della metà del territorio è stata
dichiarata Area di riserva Ecologica e il centro storico Patrimonio dell’Umanità. La capitale è stata sede dei Campionati del Mondo di calcio nel 1970 e delle Olimpiadi del 1986 allo stadio Azteca. Ha subito un disastroso terremoto nel 1985. Attualmente è la tredicesima potenza mondiale per reddito pro capite.
di Felix Cossolo dalla redazione di Clubbing
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