Golden Globes: Moonlight miglior film drammatico, ma La La Land è record con 7 statuette

Trionfa il musical visionario di Damien Chazelle ma l'acclamato Moonlight di Barry Jenkins vince tra i film drammatici.

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Golden Globes: è record assoluto per il musical visionario La La Land del prodigio trentunenne Damien Chazelle.

Ieri sera ha fatto l’en plein ai Golden Globe aggiudicandosi sette statuette su altrettante nomination (miglior musical/commedia, regia, sceneggiatura, attori, canzone e colonna sonora originali). Ha infatti battuto il cultissimo Qualcuno volò sopra il nido del cuculo di Milos Forman che nel remoto 1975 se n’era accaparrati sei.

L’acclamato dramma gay Moonlight di Barry Jenkins, presentato da un fulgido Brad Pitt supersingle, si deve accontentare di un solo premio ma quello più importante, l’ultimo: miglior film drammatico. Sarà quindi molto probabilmente una sfida a due l’imminente corsa agli Oscar ma, tenuto conto che l’impegno civile ha sempre la meglio sull’evasione pura per l’Academy, Moonlight potrebbe fare il miracolo che una dozzina di anni fa non riuscì a Brokeback Mountain: vincere l’Oscar come miglior film dell’anno. Sarebbe la prima volta per un titolo a tematica LGBT. E Moonlight ha un altro pregio: raccontare il mondo della comunità gay black spesso ignorato dal cinema queer contemporaneo. Uscirà in Italia il 23 febbraio per Lucky Red.

Quasi come risarcimento alle mancate ‘quote nere’ dell’anno scorso agli Oscar, molti premi sono andati ad attori/film black: Viola Davis è la migliore attrice non protagonista per Fences – e ha ricambiato il favore fattole da Meryl Streep che ha inaugurato la sua stella sulla Walk of Fame con un commosso discorso introduttivo al suo Cecil B. DeMille Award, in cui la Streep ha criticato Trump per aver sbeffeggiato un giornalista disabile (VIDEO >) – mentre Tracis Ellis Ross trionfa per la sua interpretazione nella serie Black-ish e Donald Glover per Atlanta, migliore serie brillante. Prevedibile il premio come miglior attore in un film drammatico all’ottimo Casey Affleck per il gran bel dramma umanista Manchester by the Sea di Kenneth Lonergan, cupa vicenda famigliare costellata di tragedie che segna una serie ipoteca all’Oscar per il fratello del più noto Ben (apparso sul palco ingrassatissimo).

Il notevole thriller Animali Notturni di Tom Ford si accontenta del Golden Globe come migliore attore non protagonista al bellissimo Aaron Taylor-Johnson che ha ringraziato il regista stilista “per questa opportunità: creare questo ruolo e collaborare in questo viaggio è stata una gioia immensa”. L’unica vera sorpresa sono i due premi allo strano e un poco sopravvalutato thriller Elle di Paul Verhoeven, miglior film straniero e migliore attrice, un’emozionatissima Isabelle Huppert.

Vari momenti queer in una cerimonia simpatica presentata dallo spigliato comico Jimmy Fallon: nella parodia iniziale del ballo sull’autostrada di La La Land (che diventa un tappeto rosso zeppo di star con limousine in coda), è proprio lui a ballare avvinghiato a Justin Timberlake e librarsi nell’aria osservandolo intensamente; uno schiocco imprevisto labbra su labbra scoppia fra Ryan Reynolds ed Andrew Garfield mentre il collega Ryan Gosling si precipita sul palco per ricevere il Golden Globe come miglior attore, spiegando poi che spesso lo confondono proprio con Reynolds ma questa volta è lui ad avere la meglio (VIDEO >); Sofia Vergara ironizza sul suo americano spagnoleggiante di Modern Family e fa finta di confondere ‘annual’ con ‘anal’; la scintillante apparizione di Matt Bomer a braccetto con una radiosa Naomi Campbell: pura bellezza.

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