OSCAR WILDE FUORI DAI CANONI

Al di là dei "soliti" Aforismi o delle commedie già lette, ecco un libro per riscoprire un lato inedito di uno dei più famosi scrittori gay: l'"Autobiografia di un dandy".

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3 min. di lettura

Autobiografia di un dandy di Oscar Wilde (scritti scelti)
(Oscar Classici Mondatori, € 6,20)

Uno degli aspetti più deplorevoli della nostra società è l’ignoranza diffusa e dilagante. Oscar Wilde, ad esempio, è conosciuto ai più, quasi esclusivamente per i suoi “Aforismi” che si sentono un po’ ovunque, sulla bocca di tutti e spesso a sproposito. Le sue commedie, capolavori letterari e teatrali, godono la notorietà pubblica solo quando sono trasformate in film, il suo unico romanzo è amato o odiato sui banchi di scuola solo se qualche zelante docente ha la passione per Wilde.
Proporre qualcosa di nuovo su Wilde è difficile ma non impossibile, infatti, questa breve raccolta di suoi scritti è relativamente nuova nel nostro paese e decisamente sconosciuta ai più.
Fuori dei canoni Wildiani della commedia, della poesia o del romanzo, troviamo una visione nuova del grande autore irlandese: il giornalista. Questa raccolta ci da la possibilità di leggere le pagine che Wilde scrisse per alcuni giornali tra i quali “Woman’s world” da lui diretto.
Scorrendo rapidamente le pagine di questo libro, ritroviamo tutta la naturale eloquenza dell’autore che, si racconta, era capace di incantare il suo auditorio. La sua spigliata parlantina tipicamente “Irish” ed il suo linguaggio aulico e forbito affascinavano il “bel mondo” di Oxford, di Londra o di Parigi. Il privilegio di ascoltare Wilde dal vivo c’è negato, ma possiamo immaginare cosa potesse essere scorrendo queste pagine, lo stile discorsivo degli articoli ricalca il suo modo di parlare, un piacere per l’udito che passa attraverso la lettura.
La cosa più seducente di queste pagine è la semplicità con cui l’autore tratta i più svariati argomenti, l’abbigliamento, i modelli ispiratori dei pittori londinesi, le rappresentazioni teatrali o le presentazioni di libri sono lo scenario di questi pezzi; tuttavia non mancano brani più impegnati come quello in cui Wilde parla della tomba del grande poeta John Keats.
L’ultimo articolo presente nel libro è “L’Envoi” che fu l’introduzione che Wilde scrisse per la raccolta di poesie di John Gray suo discepolo e amico. Questo breve saggio è il manifesto del decadentismo che, forte e appassionato, da solo giustifica l’acquisto del libro intero, un capolavoro.
^SPerché leggere questo libro?^s
Questa edizione della Oscar Mondatori è come sempre pregevole sia per il taglio editoriale sia per la veste grafica. Una bella introduzione e qualche nota arricchiscono l’opera già completa in se. Essendo questa una raccolta di scritti scelti, i singoli articoli vanno letti come a se stanti senza badare a qualche contraddizione che può saltarci agli occhi; Wilde era contraddittorio in quasi tutte le sue manifestazioni.
Un motivo valido per indurci a questa lettura è senza dubbio la sua originalità e soprattutto una considerazione: si possono trattare tutti gli argomenti con “leggerezza” ma nessuno con “superficialità”. Wilde è in questi articoli, gioviale e scherzoso, ma mai superficiale, non si ferma mai all’apparenza e vela con l’ironia la sua critica, spesso spietata, al manierismo vittoriano.
^SPerché leggere questo libro se si è gay?^s
Non è la prima volta che in questi “Inviti alla Lettura” ci occupiamo di Wilde e certo non sarà l’ultima. Ebbene, quello che viene proposto è sempre Oscar Wilde l’artista e l’uomo, nella cui umanità rientra il suo essere gay. In questi scritti troviamo la massima espressione di questa umanità egli, spoglio del ruolo del poeta o del drammaturgo, scende tra la gente comune per parlare a tutti, di piattini o di poeti, di gonne o di tacchi, della moda o di Shakespeare, sempre con gusto e raffinatezza.
Uno dei luoghi comuni su noi gay e che in quanto tali siamo più sensibili, più colti e magari più artisti degli altri, purtroppo non vi è nulla di più falso. Queste qualità non sono proprie dei gay, ma di tutti quelli che ambiscono ad averle, e nemmeno l’ignoranza non ha inclinazioni sessuali. L’unica cosa vera è che la cultura rende liberi e quindi, quelli di noi che hanno avuto la sorte e la forza di crearsi una cultura sono riusciti ad emergere e ad accettare la propria condizione di “diversi”. Wilde fu uno di questi che, grazie al suo amore per la letteratura e per le persone, riuscì a crearsi una cultura fatta di sapere e di saper vivere, perché non basta leggere i libri per avere cultura, bisogna vivere in questo mondo da protagonisti.
^SPer concludere^s
Una bella raccolta di articoli da leggere divertendosi, qualche nota di buon gusto e di buon senso che non fanno mai male…Insomma il meglio di Oscar Wilde.

di Francesco Sabatini

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