In queste ore nelle quali il supporto di Stati Uniti e Unione Europea all’Ucraina diventa decisivo per evitare il tracollo di Kiev davanti all’invasione della Russia, desta curiosità, ma anche ribrezzo, l’intervista rilasciata da uno storico leader di Forza Italia, Fabrizio Cicchitto, a proposito della relazione tra Silvio Berlusconi e il più omobitransfobico dei leader mondiali: Vladimir Putin.
Cicchitto ha raccontato a Francesco Verderami del Corriere alcune sfumature inedite della relazione d’amicizia e affetto tra l’ex Presidente del Consiglio e il feroce dittatore russo. Il dettaglio più macabro è il racconto di una partita di caccia. Secondo quanto riferito da Cicchitto, in uno dei numerosi incontri avuti tra i due leader, Putin invitò Berlusconi a partecipare con lui a una partita di caccia. Silvio, pacifista convinto e fermo sostenitore della non violenza, provò gentilmente a declinare, ma dopo le insistenze del leader russo dovette accettare. Imbracciati i fucili, davanti ai due si palesarono due caprioli, ma, quando Vladimir disse a Silvio che era giunto il momento di sparare, l’allora presidente del Consiglio italiano si rifiutò. Putin a quel punto prese la mira e abbatté le due bestie, dicendo al suo amico qualcosa tipo vedrai che cibo prelibato ti farò gustare oggi. Nonostante il visibile imbarazzo di Berlusconi, Putin proseguì il suo rito di caccia, che prevedeva un altro passaggio cruento e per certi versi ancor più crudele della stessa uccisione. Il presidente russo si affrettò a raggiungere i cadaveri dei due animali appena colpiti, si fece dare un coltello, squartò una delle due bestie, ne cavò il cuore e lo porse a Berlusconi in dono su un piatto di legno, dicendo qualcosa tipo sarà un pasto straordinario. Berlusconi ebbe una reazione di ribrezzo e nausea, e fu costretto a vomitare dietro a un albero.
L’intervista di Cicchitto, ex socialista che aderì a Forza Italia e che in alcuni passaggi della parabola politica del Cavaliere fu il più ascoltato dei consiglieri di Silvio, prosegue raccontando i metodi piuttosto inquietanti con cui i russi da sempre influenzano la politica europea (tra cui lenti e inesorabili avvelenamenti e calunnie nei confronti dei leader liberali). Ma l’amicizia tra Putin e Berlusconi non fu mai in discussione. Al punto che in un passaggio Fabrizio Cicchitto parla al Corriere di un rapporto così intenso tra i due, da essere definibile come “legame di omosessualità psicologica“:
“Ho avuto modo di dire che tra Berlusconi e Putin c’era un legame di omosessualità psicologica: si ammiravano vicendevolmente e il loro era un rapporto assolutamente paritario. Putin considerava geniale questo imprenditore italiano che controllava le televisioni ed era riuscito a sfondare in politica. A sua volta Berlusconi lo riteneva un pragmatico, capace di gestire un Paese come la Russia e con il quale si potevano fare tante cose insieme: dagli affari alle donne. Silvio aveva l’ambizione di portarlo nell’Occidente e nella Nato. “Passerò alla storia”, diceva. Pensava di vincere e invece venne fregato da Putin”.
A quel punto Cicchitto spiega come Vladimir abbia sostanzialmente fregato Silvio, così come i due cancellieri tedeschi Angela Merkel e Gerhard Schröder: grazie alle relazioni personali con alcuni leader europei infatti Vladimir Putin, che prima di ascendere a nuovo zar della Russia di oggi, fu agente dei servizi segreti nel KGB della spietata Unione Sovietica, riuscì a intortare (e comprare con i soldi del gas e del petrolio) le democrazie liberali per almeno due decenni, accreditando la Russia come fosse anch’essa una democrazia compiuta. Fino al 2008, quando la Russia, con la scusa della spinta separatista dell’Ossezia, minacciò di invadere la Georgia (che proprio in questi giorni potrebbe vedere approvata una legge anti-LGBTI che la avvicinerebbe al regime illiberale omobitransfobico russo, allontanandola dall’ingresso nell’Unione Europea). Da quel momento Putin iniziò a mostrare il suo vero volto e la Russia riuscì ad annettersi la Cecenia (si ricordino i campi di sterminio di persone LGBTI del cosiddetto omocausto voluto da Ramzan Kadyrov), la Crimea, entrò con prepotenza nel conflitto in Siria, fino all’invasione di uno stato nazione come l’Ucraina.
Purtroppo, forse per l’età, o forse per via di questa intensa amicizia definita da Cicchitto “legame di omosessualità psicologica“, Berlusconi non condannò mai davvero pubblicamente l’operato di Vladimir Putin e fino alla sua morte ebbe una posizione ambigua circa le politiche illiberali e imperialiste del dittatore russo.
Fonte: intervista del Corriere a Fabrizio Cicchitto.
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