“Mi dicevano che per loro ero una vergogna“. Non più una figlia, ma una ragazza lesbica da rinchiudere in una stanza.
La ragazza è ora in una residenza segreta, dove verrà aiutata. A breve riprenderà anche la scuola, in un clima molto più rilassato e tranquillo rispetto a quanto subìto finora. Dopo la liberazione da parte delle Forze dell’Ordine, la madre è stata denunciata per sequestro di persona, mentre il padre al momento non è indagato. Ma sembra essere certo che anche l’uomo sia coinvolto nella segregazione della figlia. Entrambi, per il momento, non hanno più la patria potestà.
la ragazza è stata oggi sentita dagli inquirenti, i quali volevano capire quanto succedeva tra le mura domestiche. La procura di Velletri ha avviato le indagini, scoprendo che la ragazza veniva accompagnata a scuola dai genitori ogni mattina, e venuta a riprende al termine delle lezioni. A casa, veniva rinchiusa all’interno, mentre la madre e il padre andavano a lavoro. Avevano scoperto l’orientamento della figlia dopo averle spiato il cellulare, scoprendo così che aveva conosciuto una ragazza con la quale si frequentava.
Sequestro e insulti da parte della madre
La ragazza lesbica veniva così insultata dalla madre, che la definiva una vergogna per la famiglia, minacciandola: “Vedrai che ti succede, lesbica“. A volte, era costretta a rimanere chiusa in casa fino alla metà del pomeriggio, a seconda dei turni di lavoro dei genitori. Naturalmente, il cellulare le era stato tolto. Solo per un caso fortuito è riuscita ad chiamare la Help Line di Gay Center prima di essere rintracciata dai genitori, che a sua volta ha avvertito Polizia e Carabinieri, i quali sono intervenuti.
Una situazione che è continuata in questo modo per un anno, a cui ha assistito anche la sorella 13enne, e forse il padre che ora potrebbe essere accusato di favoreggiamento. La donna invece si è chiusa nel silenzio. Non commenta il fatto e le accuse, ma sarà presto interrogata dalla Polizia.
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Poco da dire. Per il momento siamo sicuri che le più grandi magagne ci sono solo nelle famiglie con genitori eterosessuali. Sono fatti, numeri che nessuno può controbattere. Questi "genitori" meritano di vedersi tolta la patria potestà ma non è sufficiente. La galera serve a poco. Piuttosto li metterei a servizio di opere socialmente utili come, per esempio, la pulizia delle case accoglienza per ragazzi e ragazze cacciati di casa, da genitori di merda come loro, perchè omosessuali.