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Bullismo omofobico: 15enne si suicida dopo il suo coming out a scuola

Aveva deciso di sostenere il pride della sua città indossando una felpa con la bandiera rainbow. Da lì è iniziata la vera omofobia.

bullismo omofobico
2 min. di lettura

Avrebbe compiuto 16 anni tra pochi giorni. E invece si è suicidato. E’ stata la scelta di Nigel Shelby, 15 anni, dopo il bullismo omofobico che gli impediva di vivere liberamente il suo orientamento sessuale. Nigel aveva fatto coming out e aveva indossato una felpa con una bandiera arcobaleno per sostenere il pride della sua città, Huntsville. Era la vittima perfetta per i bulli, che da maschi alpha si sono accaniti verso Nigel, il ragazzo nero e gay. Vessazioni, insulti, angherie, atti di bullismo. Era la sua routine quotidiana alla Huntsville High School, dove frequentava la nona classe.

Un giorno non ce l’ha fatta. E ha deciso di suicidarsi, perché non riusciva più a sopportare il bullismo omofobico dei compagni. La famiglia non riesce a capacitarsi di questo gesto, e ha ricevuto l’appoggio di parte della comunità della città. Scioccati anche gli organizzatori del pride di Huntsville, il preside della scuola che frequentava Nigel e i rappresentanti di alcune associazioni che lottano contro le discriminazioni. Una raccolta fondi ha totalizzato 15.000 dollari per aiutare la madre ad affrontare le spese del funerale, anche grazie al Drag Gunch Sunday e al Drag Queen Bingo, che hanno raccolto tutte le donazioni.

Il bullismo omofobico: manca la legge che punisca i responsabili

In Alabama non esiste ancora una legge che punisca il bullismo omofobo, che in quest’occasione vede anche la morte di un ragazzo di 15 anni. La drag queen Caila Malone ha affermato:

Questi bulli devono essere ritenuti responsabili e fino a quando la nostra legislazione statale non dimostrerà che devono farlo, saranno in grado di correre e fare quello che vogliono. Ci scuotono tutti, quindi dobbiamo solo riunire la nostra comunità LGBTQ a Huntville e far sapere a tutti questi bambini che non sono soli.

Aaron King, il preside della scuola di Nigel, ha scritto su Facebook:

Siamo stati rattristati dall’apprendere questa mattina della morte di Nigel Shelby, uno dei nostri studenti della nona classe. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con la famiglia in questo momento difficile.

Il preside ha elencato nel post anche alcuni comportamenti che i ragazzi potrebbe avere nel caso siano vittime di bullismo, indicando anche come intervenire per evitare tragedie simili.

Un pensiero è arrivato anche da Nadia M. Richardson dell’organizzazione No More Martyrs:

Il suicidio nella gioventù nera è in aumento e secondo quanto riferito ha raggiunto il doppio della gioventù bianca. Sfortunatamente, per dimostrarlo, non devi guardare molto oltre lo stato dell’Alabama. Mi sono diplomata alla Huntsville High School. Sto ancora elaborando questa perdita. Abbiamo così tanto da capire e tanto lavoro da fare. Razzismo, sessismo, omofobia, classismo: tutto ciò ha una parte. Il bullismo è un prodotto di un mondo impreparato per includere ciò che è ritenuto diverso. 

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