Le persone transgender nelle carceri europee sono maltrattate. Lo afferma il comitato anti-tortura del Consiglio d’Europa, secondo cui la popolazione T detenuta nei Paesi membri è esposta al rischio di subire intimidazioni e violenze sia da parte degli altri detenuti, sia da parte del personale carcerario. Secondo quanto riferito dal Consiglio, sono troppo pochi ad oggi gli Stati che hanno implementato politiche specifiche per proteggere la popolazione carceraria transgender e gender non conforming considerata “vulnerabile”.
L’allarme è stato lanciato nel rapporto annuale del comitato, che dedica una sezione completa alle misure necessarie per garantire il rispetto e la sicurezza delle persone transgender in prigione.
Il Consiglio d’Europa sottolinea che se una persona si identifica come transgender durante la procedura di ammissione in carcere, questo dovrebbe essere sufficiente per garantire che il carcere la tratti di conseguenza in tutte le decisioni prese nei suoi confronti, inclusa la collocazione.
Secondo il comitato, i dirigenti carcerari devono valutare i rischi individuali che una persona transgender potrebbe incontrare in carcere, così come quelli che potrebbe rappresentare per gli altri detenuti. Se il carcere decide di collocare l’individuo in una zona diversa da quella del genere con cui si identifica, le motivazioni devono essere chiarite e la decisione deve essere soggetta a revisione regolare.
Persone transgender nelle carceri italiane
In Italia, il collocamento in carcere di una persona transgender avviene in base al genere con cui si identifica. Se una persona si auto-identifica come transgender durante la procedura di ammissione in carcere, le autorità carcerarie dovrebbero tener conto di questa autoidentificazione nella determinazione del collocamento e in tutte le decisioni prese nei suoi confronti.
Tuttavia non tutte le carceri italiane hanno un’area riservata esclusivamente a persone LGBTIQ+. Le pratiche effettive dunque variano da istituto a istituto e dipendono dalle politiche specifiche adottate dalle autorità penitenziarie locali. Idealmente, il collocamento dovrebbe essere determinato in modo da garantire la sicurezza e il benessere della persona transgender, evitando situazioni di rischio di discriminazione, violenza o abusi da parte degli altri detenuti o del personale carcerario. A Poggioreale a Napoli esiste uno sportello dedicato a carcere e persone LGBTI, a San Vittore a Milano le persone LGBTI sono tenute in una sezione dedicata, insieme ad altr* carcerat* a rischio.
Cos’è il Consiglio d’Europa
Il Consiglio d’Europa è un’organizzazione internazionale fondata nel 1949, composta da 47 Stati membri, che si estendono dall’Islanda alla Turchia. L’obiettivo principale del Consiglio d’Europa è promuovere la cooperazione tra i suoi membri per proteggere i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto in Europa. L’organizzazione si impegna a promuovere la tolleranza e la comprensione tra i popoli, combattere la discriminazione e promuovere l’uguaglianza di genere. Il Consiglio d’Europa ha istituito vari organi e meccanismi, tra cui la Corte europea dei diritti dell’uomo e il Comitato anti-tortura, per monitorare l’attuazione dei suoi principi e delle sue convenzioni da parte degli Stati membri.
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