I piedi sono l’ultima frontiera del desiderio?
Oltre il feticisimo, oltre ogni stereotipo collegato a scarpe e calzari? Io credo di sì. C’è un crescente interesse, una sorta di devozione che si sta espandendo a macchia d’olio per tutto quello che si può fare, nell’intimità, utilizzando queste appendici che troppo a lungo sono rimaste marginali.
Mi è capitato di parlarne di recente alla trasmissione HAREM, dove ero ospite di Catherine Spaak insieme a Nancy Brilli e ad Eva Robin’s. Tempo fa avevo accennato al tema in una intervista su Panorama ed ero stata sommersa di e-mail. Molte persone mi raccontavano le loro esperienze, mi descrivevano quanto i piedi fossero veicolo di piacere speciale, senza barriere. In rapporti, etero, omo, di ogni tipo.
Il piede come estremità nascosta, invisibile che diventa protagonista, che aiuta a sviluppare fantasie, e inserisce stuzzicanti novità nel rapporto sessuale.
Ma da dove nasce questo "protagonismo del piede"? Forse dal fatto che ormai ogni parte del corpo, sia maschile che femminile, viene utilizzata, mostrata, abusata , raccontata nei dettagli fino alla nausea. Tutto è diventato oggetto di mercificazione e di esibizione. Una recente pubblicità di un famoso stilista utilizza fondoschiena maschili, belli , sodi, esposti con naturalezza, e schiene plastiche e muscolose per vendere borse. Nessuno scandalo, splendide immagini patinate. Nessun fremito di eccitazione, però. Quando il corpo diventa funzionale al consumo progressivamente perde il suo potere seduttivo, i messaggi si sovrappongono e ci si perde in un orgia di cosce, culi, tette da vendere un tanto al chilo per l’ennesimo calendario maschile o femminile. Il piede resta allora l’ultima frontiera. Il suo mistero è conservato. Si vede meno di frequente, lo si conosce poco. Appare, talvolta, nelle classiche immagini di feticismo un po’ sadomasochista, avvolto in sandali dal tacco altissimo che calpestano oggetti o corpi in devota sottomissione. E questo immaginario ha una lunga storia e una lunga tradizione, iconografica e letteraria.
Ma la sua riscoperta, ultimamente, è andata oltre. Me ne sono accorta durante le mie incursioni in web cam: "Mostra i piedi, fa passare la cam attraverso gli incavi delle dita", era una delle richieste più frequenti, da parte di uomini e di donne, che poi mi mostravano i loro. Il piede riceve e dà piacere, in contesti "normali", quotidiani, di sessualità. E’ appendice sensibile, attraente, con una capacità prensile che si presta a molteplici utilizzi.
I piedi possono essere succhiati lentamente, un dito dopo l’altro, mordendo leggermente le falangi. Poi si possono leccare gli angoli, il dorso e la pianta. Adagio, scoprendone le dune e gli avvallamenti, le tracce di peluria, le vene in rilevo. Possono solleticare i capezzoli, penetrare, passare con delicatezza sul pube. Si può inventare un 69 dove ci si concentra sui piedi invece che sui sessi, come un gustoso antipasto.
E poi i piedi possono masturbare splendidamente. Provateci. Ponendo il pene fra l’alluce il secondo dito, facendolo scorrere, o uniti insieme, scivolando sul glande.
Nell’imperdonabile vanità del nostro contemporaneo senza veli, il piede è carico di presagi e promesse. Misteriosamente plasmabile, sfuggito allo spettacolo dell’esibizione per il consumo, serba le chiavi di un piacere tutto da provare.
di Francesca Mazzucato
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