Il 26 luglio scatteranno le Olimpiadi di Parigi, che andranno in scena fino all’11 agosto del 2024. Tre anni dopo le Olimpiadi di Tokyo, rinviate al 2021 causa Covid-19, il sesso tornerà ad essere consentito all’interno del villaggio olimpico. Nel 2021 il Comitato Olimpico Internazionale introdusse un “divieto di intimità” causa pandemia. Per celebrare l’evento del ritorno alla normalità, 300.000 profilattici attendono gli atleti in gara.
Una quantità enorme di preservativi che permetterà ad ogni atleta di poterne usare due al giorno per tutta la durata dell’Olimpiade. Laurent Michaud, direttore del villaggio olimpico, ha sottolineato a Sky News come sia importante che “la convivialità a Parigi sia qualcosa di grande”. “Lavorando con la commissione degli atleti, volevamo creare dei luoghi in cui gli atleti si sentissero molto entusiasti e a proprio agio“, ha aggiunto Michaud. Anche i letti nelle stanze saranno più grandi, perché potranno sopportare fino a 250 kg di peso. Sarà quindi l’Olimpiade dell’amore libero, dopo la vergione ”casta” giapponese.
I preservativi vengono consegnati a tutti gli atleti olimpici dalle Olimpiadi di Seul del 1988. All’epoca si volle incoraggiare il sesso sicuro e aumentare la consapevolezza sull’hiv e sull’aids. Ma i 300.000 condoms di Parigi non saranno certamente un record, perché a Rio, nel 2016, ne vennero distribuiti ben 450.000.
Nel 2022, gli organizzatori avevano rimarcato come i Giochi Olimpici di Parigi del 2024 sarebbero stati aperti e inclusivi, soprattutto nei confronti delle persone disabili, sulla comunità LGBTQ+ e sull’uguaglianza di genere. “‘Giochi aperti’, slogan dell’evento, è sempre stata la nostra motivazione fin dall’inizio”, disse a The Independent Tony Estanguet, presidente del Comitato organizzatore di Parigi 2024. “È uno slogan semplice che dice esattamente ciò che è importante per noi”.
Peccato che i Giochi Olimpici di Parigi andranno in scena nel pieno di un’ondata transfobica che ha travolto le atlete trans. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha deciso di scaricare sugli organi direttivi dei singoli sport tutte le responsabilità sull’inclusione delle atlete trans, lavandosene così le mani.
In precedenza, le linee guida del CIO affermavano che le donne trans dovevano avere livelli di testosterone inferiori a 10 nanomoli per litro all’anno prima di poter competere. Negli ultimi mesi, diversi enti sportivi – tra cui British Cycling e Swim England – hanno preso la decisione di vietare completamente alle atlete trans di poter competere. A Tokyo Laurel Hubbard, sollevatrice neozelandese, è entrata nella storia come prima atleta transgender a partecipare alle Olimpiadi. Travolta dagli insulti per mesi e mesi, si è ritirata a fine Giochi. Nei mesi scorsi il partito repubblicano statunitense ha provato a trasformare in legge un bando totale alle atlete trans per i Giochi olimpici, senza riuscire nell’impresa. Per ora, perché Donald Trump ha già promesso che se dovesse tornare alla Casa Bianca quel divieto diverrà realtà.
Le Olimpiadi di Parigi potrebbero quindi diventare le più inclusive di sempre per la comunità LGBQ, con Tom Daley alla sua quinta Olimpiade, ma senza T.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.