Una cavalcata trionfale quella di Jonathan, ex collaboratore di Gay.it, che nel suo “Febbre”, romanzo d’esordio, racconta la scoperta della sieropositività ma soprattutto la sua vita fino ai 30 anni, in un intreccio incrociato che finisce per essere un atto d’amore verso la vita proprio nel momento di maggiore difficoltà.
Uscito a Maggio 2019, il libro edito da Fandango ha macinato una serie di successi: finalista al Premio Berto, miglior libro dell’anno per Farhenheit Rai Radio 3, premio Bagutta Opera Prima, e, di pochi giorni fa, la notizia che Febbre diverrà anche un film grazie al produttore di Skam Italia.
Ed ora, ciliegina sulla torta, Febbre è finalista nel più prestigioso Premio Letterario Italiano: quel premio Strega che decreta l’ingresso dell’esordiente Jonathan nel “gotha” degli scrittori italiani: gli altri finalisti sono Sandro Veronesi, Giancarlo Carofiglio, Daniele Mencarelli, Gian Arturo Ferrari e Valeria Parrella.
Quasi un romanzo nel romanzo, quello che sta accadendo a Jonathan e Febbre, una sorta di secondo atto holliwoodiano, una favola moderna, il riscatto di un outsider che va oltre ogni aspettativa. Ma tutto assolutamente meritato.
Nel nostro caso c’è chiaramente prima di tutto un riflesso affettivo e d’orgoglio nel celebrare questo successo, e poi il coinvolgimento da lettori di una storia “iniziata” in un certo senso con un articolo su Gay.it, che nella sua successiva versione letteraria cattura, commuove e fa sorridere, e soprattutto sprizza verità in cui riconoscersi.
Perchè come in ogni storia raccontata bene, convivono unicitá e universalitá, ed anche in Febbre ciascuno può riconoscersi a tratti.
Ma c’è un altro livello di lettura in cui è più importante inquadrare e celebrare il successo di questo libro.
Quello della lotta allo stigma sull’HIV.
Perchè a parte la dimensione narrativa, quello che Febbre sta facendo nella società riguarda più da vicino la mission editoriale di questo sito: squarciare lo stigma verso i sieropositivi, una piaga che riguarda da vicino la nostra comunità.
Febbre lo fa nei salotti letterari ma soprattutto in quelli popolari dei lettori e futuri spettatori, e lo fa in modo importante e duraturo, grazie alla forza di una storia e di una pulsione alla vita che vanno ben aldilà del meritatissimo successo attuale.
In questo senso, premi a parte, Febbre è già entrato nella storia del costume di questo paese, ed ha reso migliore il mondo rispetto a come lo ha trovato.
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