“Non possiamo dire che oggi, nella realtà italiana, gli omosessuali siano discrimianti”.
Partiamo da questa indecente dichiarazione di Giorgia Meloni, fatta pochi giorni fa in piazza Montecitorio, nel riassumere l’ultimo mese di omotransfobia all’italiana. Solo su Gay.it abbiamo pubblicato 15 denunce pubbliche, accertate, in appena 30 giorni. Dalle minacce di morte ad Alessandro Zan, deputato Pd nonché relatore della legge contro l’omotransfobia e la misoginia, al bagnante che ha redarguito due ragazzi a Fregene per un semplice bacio, passando per i giovanissimi aggrediti dai contrari al DDL Zan davanti al Parlamento a quanto accaduto alla Sardina Lorenzo Donnoli, senza dimenticare i due papà a cui è stato negato lo sconto famiglia all’acquapark, il ragazzo pestato a Pescara, il tentato suicidio di un 24enne perché esausto degli insulti, il paziente di Varese offeso dal chirurgo che lo stava operando, l’aggressione a La Spezia per un bacio, il 50enne di Roma che ha minacciato una coppia gay, la ragazza lesbica aggredita, la donna trans massacrata a Milano con decine di coltellate.
15 casi in 30 giorni, ovvero uno ogni 48 ore, e stiamo parlando solo e soltanto dei casi denunciati pubblicamente e da noi riportati. Ovvero la punta di un iceberg fatto di odio e violenze, fisiche e verbali, in cui la stragrande maggioranza delle vittime tace, e non denuncia quanto accaduto. Continuare a sostenere che in Italia l’omotransfobia non sia un’emergenza, snocciolando dati ‘ufficiali’ dell’OSCAD (Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori) che non hanno motivo di essere presi in considerazione visto e considerato che ancora non esiste un reato, significa mentire sapendo di mentire, ma soprattutto continuare ad armare e a difendere coloro che si macchiano di simili crimini.
La libertà di opinione è sacrosanta e sancita dalla stessa Costituzione, ma non c’è alcun tipo di libertà nel picchiare un ragazzo che tiene la mano del proprio compagno, nell’insultare due ragazzi che si baciano, nel minacciare qualcuno solo perché omosessuale, nel discriminare una famiglia solo perché arcobaleno, nell’aggredire fisicamente e/o verbalmente una persona LGBT solo per il piacere di ‘poterlo fare’, in quanto immunizzati da una politica per decenni compiacente.
Tra le tante, troppe indecenti menzogne vomitate dai contrari al DDL Zan in queste ultime settimane la più dolorosa, la più inaccettabile, la più sfacciatamente vergognosa è proprio quella che schifosamente prova ad azzerare un bollettino di guerra quotidiano, che non conosce confini nell’unire per una volta nord, sud e isole, cavalcando quell’odio contro le persone LGBT che 20 anni dopo l’inizio del nuovo millennio non è più neanche lontanamente accettabile in un Paese che si dice democratico.
Omotransfobia in Italia Giugno – Luglio 2020
19 luglio) 15enne aggredito da quattro ragazzi, era in piazza per sostenere il DDL Zan
18 luglio) “Io vittima di omofobia, senza una legge che mi tuteli”, la denuncia del 26enne Omar
9 luglio) La ‘Sardina’ Lorenzo Donnoli aggredito da un omofobo al grido “Fro*io di mer*a”
9 luglio) Ancora omofobia, aggredita una ragazza che rivendica: ‘Sono lesbica e orgogliosa’
7 luglio) Varese, primario al paziente sedato: “Non è giusto perdere tempo per curare questi fr*ci” – SOSPESO
3 luglio) La Spezia, nuova aggressione omofoba a coppia gay per un semplice bacio
1 luglio) ‘È un bravo educatore, ma è finocchio’: le vergognose parole dei genitori a Marco
28 giugno) Pescara, ragazzo gay aggredito da 7 persone: passeggiava mano nella mano con il fidanzato
25 giugno) Famiglia arcobaleno chiede sconto all’acquapark. La risposta: ‘non siete una vera famiglia’
16 giugno) Alessandro Zan minacciato di morte: “Ricchi*ne ritira la legge o farai una brutta fine”
13 giugno) Matera, padrone di casa minaccia gli inquilini: “Siete gay, andate via”
12 giugno) Bolzano, gli devastano l’auto con scritte e disegni omofobi
10 giugno) Catania, omofobo agli arresti domiciliari dopo aver minacciato e aggredito coppia gay
1 giugno) Pisa, bruciata bandiera arcobaleno appesa alla finestra di una coppia di papà: “Atto intimidatorio”
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