Giacomo Gelmi è un membro del Cda del Teatro Comunale di Ferrara che ha ricevuto una lettera anonima minatoria, e a tinte omofobe. “Bene che ti sei rotto un piede così per un po’ la smetterai di intrometterti, uscire sui giornali e rompere le palle con le tue opinioni. Se continuerai fr*cio di mer*a la prossima volta avrai anche l’altro rotto”.
Immediata la solidarietà da Arcigay, con Giacomo, costretto sulla sedia a rotelle causa gesso alla gamba sinistra, che ha così replicato.
Un po’ inizialmente ci sono rimasto. Ma alcune cose le vorrei dire. Se pensate così di intimidirmi ed azzittirmi (per cosa poi non so) non mi conoscete per nulla. Con questa lettera mi date ancora più voglia di esprimere democraticamente le mie idee. Evidentemente quello che scrivo o dico vi dà fastidio perché forse a volte ci azzecco. Inutile anche sottolineare la nullità che siete sia come uomini (biologici) che come persone. Mi spiace viviate così male la vostra vita. Spero che qualcuna o qualcuno (spesso queste persone sono gay repress) vi doni pace e serenità. Il mio pensiero però va a tutti quei ragazzi e quelle ragazze che non hanno modo di reagire come faccio io, per i più svariati motivi. Sicuramente si chiuderebbero in se stessi e vivrebbero nel terrore perché ancora certi “focolai” di società arretrata non li permettono di fregarsene e/o reagire. Spero con il cuore, visto quello che leggo su certe pagine nazionali, che questa non venga presa come opinione personale. Infatti si parla spesso delle legge contro l’omofobia come liberticida. Pazzesco! Per finire ribadisco a questi esseri che avete scatenato la “belva” che è in me quindi mi sentirete ancora più spesso ed anche se ho un piede rotto esco comunque. Ovviamente ho già fatto denuncia.
Arcigay Ferrara ha fermamente condannato “il vile attacco: l’omofobia non può e non potrà mai essere un’opinione che può trovare spazio e legittimazione nella nostra società, a dispetto di quanto alcuni esponenti politici di Fratelli d’Italia e Lega hanno recentemente espresso”. “Per far sì che questo male non si ripeta è importantissimo denunciare gli aggressori. Purtroppo però non tutte e tutti ne hanno la possibilità, le forze e i mezzi: ancora troppe sono le storie di violenze taciute, tante sono le vittime impossibilitate ad esporsi, prive del sostegno psicologico e morale per farlo, alle quali è così di fatto ostacolato l’ottenimento della giustizia”.
Manuela Macario, della segreteria nazionale Arcigay, si è invece detta ‘sconcertata e preoccupata’.
Se già il fatto di ricevere una lettera anonima è di per sé grave, per di più con sottointese minacce, l’aggravante di questo episodio è l’esplicito riferimento omofobico. Un aggravante che allo stato attuale, senza una legge contro l’omotransfobia, non può essere tenuto in considerazione.
Se è questa la libertà di opinione rivendicata da una parte politica, che definisce liberticida e bavaglio la legge, mi preoccupa assai.
Che libertà c’è nel dare del “frocio di merda” ( e tutte le sue declinazioni possibili) a qualcuno?
E ancora, se non vi è chiaro quanto sia aggravante quella banale affermazione, quanto sia lesiva dell’identità di una persona, si vede che non avete mai ricevuto un insulto o ancor peggio una minaccia per qualcosa che fa parte del vostro essere: sono certa che se tutti i biondi o quelli alti o bassi o con gli occhi azzurri etc etc, venissero vessati per la loro caratteristica che è parte della propria identità, forse sarebbe più facile capire. Se alle vessazioni seguissero minacce e in alcuni casi violenze, davvero affermeteste che una legge contro l”omotransfobia non sia necessaria?
Quello di cui è stato oggetto Giacomo è un atto violento a sfondo omofobico. Perché è evidente che il suo orientamento sessuale sia un elemento di grande disturbo per la persona che nel vigliacco anonimato, ha mandato questa lettera.
So che Giacomo ha le spalle forti e non si farà certo intimidire da un gesto del genere.
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