Pride Month iniziato oggi, primo giugno, e nuova denuncia a tinte omofobe in arrivo questa volta da San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, come riportato da FamiglieArcobaleno. È stata infatti bruciata la bandiera arcobaleno appesa alla finestra di casa da una coppia di papà. La bandiera, tra le altre cose, era stata appesa alla finestra della stanza dove dorme il loro figlio di pochi anni. Durissimo il commento di Gianfranco Goretti, presidente di Famiglie Arcobaleno.
Mentre il Parlamento ancora non si decide ad approvare una legge contro l’omo-lesbo-bi-transfobia, a farne le spese intanto sono le persone gay, lesbiche, bisessuali, transessuali e transgender. E se il più delle volte la violenza contro di noi è verbale, fatto già di per sé stesso grave, molte, troppe volte si arriva addirittura alla violenza fisica o ad atti intimidatori come quello verificatosi ieri in un comune toscano. È ora che lo Stato italiano si assuma la propria responsabilità se non vuole, per la sua inerzia, essere tacciato di colpevolezza di fronte ai continui episodi di omofobia. Per fortuna pare che i nostri soci e il piccolo, ai quali va tutta la nostra solidarietà e vicinanza, non fossero in casa in quel momento e grazie all’intervento di alcuni passanti le fiamme sono state spente subito prima che si propagassero. Questa non è una semplice bravata. Questo è un atto intimidatorio nei confronti delle persone lgbt e dei genitori arcobaleno. Speriamo che i colpevoli vengano presto individuati e puniti per un gesto che solo il caso ha voluto non si trasformasse in una vera e propria tragedia.
Netta anche la presa di posizione del sindaco della cittadina toscana, Sergio Di Maio, che ha affidato ad un lungo post su Facebook la propria condanna. «La condanna ferma e assoluta non è solo per il gesto in sé, che ha messo a rischio l’incolumità delle persone che ci abitano. Ciò che fa rabbrividire è la mancanza di rispetto e consapevolezza: quella bandiera ha un preciso significato, parla di libertà, inclusione, rispetto, non violenza. Il lavoro da fare all’interno delle famiglie è grande, a quanto sembra. Il nostro compito è promuovere una socialità basata sui valori completamente differenti da quelli che considerano l’atto di bruciare una bandiera arcobaleno un “divertimento”, magari da bollare come semplice “ragazzata”. Niente di più sbagliato. Il Comune di San Giuliano Terme ha lavorato e continuerà a lavorare affinché questi singoli gesti non vengano solo condannati, ma affinché nelle scuole, nella comunità e nelle famiglie di promuova un impegno concreto nell’ambito della lotta alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. Perché inclusione ed educazione alle differenze prevengono la violenza».
A seguire sono arrivate anche le parole dell’assessora comunale alle Pari Opportunità e all’Integrazione, Lara Ceccarelli. «Invito la cittadinanza a esporre da finestre e balconi la bandiera arcobaleno. Dobbiamo agire come comunità di fronte a un gesto gravissimo che non deve passare inosservato. Invito eventuali testimoni a raccontare tutto all’amministrazione comunale o alle forze dell’ordine. Inoltre, nella zona sono presenti delle telecamere, i cui filmati verranno presto visionati».
Anche Alessandro Zan, deputato PD nonché relatore della legge contro l’omobilesbotransfobia, ha così commentato quanto accaduto, esordanto la politica nazionale a non perdere più tempo: “Il gesto di questi vigliacchi non è una bravata, né una provocazione. Bruciare una bandiera arcobaleno a casa di una famiglia è un atto criminale, è istigazione all’odio e alla violenza. E come tale va punito. Approviamo la legge contro l’omotransfobia. Solidarietà a questa famiglia!”.
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