Si chiama Klaus Wowereit, ha 47 anni ed è capo della frazione della SPD berlinese. Una tipica carriera da politico con una laurea in legge all’università libera di Berlino, sua città natale. Segno particolare non ufficialmente noto al pubblico: è gay. Giovedì scorso lo ha dichiarato apertamente di fronte all’assemblea del gruppo regionale del suo partito.
Il tutto nasce con uno scandalo finanziario: nelle casse del senato di Berlino si è scoperto "improvvisamente" un buco, all’inizio di 4 poi di 7 miliardi di marchi, il tutto aggravato da un caso di peculato che si è aggiunto alla rivelazione. Lo scandalo ha messo in crisi il governo della città e il sindaco Diepgen ha perso la fiducia. La crisi ha messo in luce nuovi candidati e Klaus Wowereit si è presentato all’assemblea regionale del suo partito per candidarsi, nel fare questo ha dichiarato "Dovete sapere una cosa, sono gay", dopodiché l’assemblea lo ha nominato all’unanimità come suo candidato per il posto di sindaco.
Come mai Wowereit ha deciso di dichiararsi? Mossa strategica come afferma la Taz? No, tutt’altro! Secondo il Tagesspiegel si tratta in realtà di una reazione alle velate minacce di una imminente campagna "diffamatoria" da parte della Bild-Zeitung intenzionata a rendere pubbliche le sue tendenze sessuali. Una mossa analoga ha costretto due politici eterosessuali, ma di partiti diversi, a rivelare la loro reciproca relazione sentimentale prima che lo scandalo imminente scoppiasse. La Bild ha almeno la cura di avvisare prima gli interessati delle proprie intenzioni.
La Bild-Zeitung è uno dei giornali più venduti in Germania, di proprietà del potente gruppo editoriale Springer. L’omosessualità di Wowereit era già risaputa ma mai apertamente dichiarata. Al momento in cui Wowereit è sembrato uno dei candidati probabili alla poltrona di sindaco sono arrivate voci che la Bild, giornale di destra che in genere si presenta con titoli appariscenti e ragazze tettone in copertina, avrebbe fatto in modo da far uscire allo scoperto l’omosessualità di Wowereit. A questo punto Wowereit non avrebbe avuto altra scelta se non quella di prendere lui l’iniziativa e si è dichiarato pubblicamente.
La Bild-Zeitung ha "reagito" con una foto di Wowereit e due titoli "sono gay" e "ed è anche bene così". Il giornale ha mostrato di seguito una parata delle foto dei sindaci storici e prestigiosi di Berlino tra cui Willy Brandt (anche lui della SPD) e Richard von Weizsäcker con il commento "cosa ne sarà di Berlino?".
Forse una risposta la può dare il discorso tenuto da Wowereit stesso a favore della propria canditatura: il necessario e urgente risanamento delle finanze non si avvalerà di licenziamenti facili e ristrutturazioni di snellimento a scapito del personale. Wowereit si è rifatto al concetto storico della solidarietà della SPD e a quello della tolleranza.
C’è -a quanto riferisce il Tagesspiegel- una regola fissa fra i partiti: i gay verdi si dichiarano sempre, quelli della SPD e della FDP (liberali) qualche volta, quelli della CDU quasi mai. Eppure tutti lo sanno. Chissà se la Bild si occuperà delle queens in the closet (regine nell’armadio, ovvero gay non dichiarati) della CDU nei prossimi numeri, magari cercando di forzare le serrature, ma questa prospettiva sembra assai improbabile. Al momento ha indetto un censimento via Internet con tre domande su Wowereit: a) ammiro il suo coraggio per questo lo voterei, b) non voterei un politico omosessuale, c) le tendenze sessuali di un politico non influiscono sul mio voto. Risultati al momento attuale: a) 66%, b)11%, c)23%. I boomerang tornano spesso indietro: ma la Bild non sembra averlo ancora capito.
di Emanuele Sgherri – da Berlino
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