I gay hanno quattro volte in più la possibilità di subire diffamazione tramite materiale hard

Tra le ragioni anche il ricatto tramite outing.

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2 min. di lettura

Gay, lesbiche e bisex hanno il quadruplo di possibilità in più di essere vittima della diffusione non autorizzata di materiale hard privato sul web. A dirlo è un recente studio americano, che evidenzia come il problema abbia raggiunto un’entità decisamente inquietante.

 

Sebbene questo tipo di fenomeno sia stato reso illegale in UK nel 2015, in altri Paesi (come il nostro) si è parecchio indietro dal punto di vista della normativa vigente e la diffusione dei dispositivi smartphone lo ha reso particolarmente frequente.

Lo studio uscito in questi giorni evidenzia come ci sia una vera e propria sproporzione sull’impatto che questo fenomeno ha sulla comunità LGBT: mentre solo il 4% della popolazione Usa in generale è stato vittima di una vendetta tramite diffusione di materiale esplicito (o ha ricevuto minacce in tal senso), tra le persone LGBT il dato sale al 17%.

Lo studio rileva inoltre che: “Tra gli utenti di Internet che si identificano come lesbiche, gay o bisessuali (LGBT), il 15% dice di aver ricevuto la minaccia di vedere condivise foto di nudo o video privati, un tasso di gran lunga superiore a quello riscontrabile tra gli utenti eterosessuali (2%).

Inoltre, il 7% degli intervistati LGBT ha vissuto l’esperienza di vedere condivisa effettivamente una propria immagine, contro il 2% degli utenti Internet eterosessuali. Nel loro insieme, il 17% degli americani hanno LGBT ha sperimentato la diffusione non autorizzata di proprio materiale hard oppure ha ricevuto minacce in tal senso“.

La diffusione di applicazioni per sex dating nella comunità gay può essere un fattore rilevante, ma anche tutto il tema dei coming out mai fatti (e quindi dei potenziali ricatti).

Amanda Lenhart, dell’Istituto che ha redatto lo studio, ha detto: “La pornografia non consensuale può avere un impatto devastante e duraturo sulle vittime, quindi è fondamentale che si capisca quanto sia comune è e chi è più soggetto a subirla. I nostri risultati mostrano che gruppi particolari – come quello dei giovani LGBT – non solo hanno molte più probabilità di essere vittima di questa forma di pornografia, ma sono più propensi a sperimentare una serie di molestie e di abusi. In particolare sono più soggetti a subire altri tipi di violazioni della privacy online, come il controllo della propria attività online o il furto delle password”.

 

 

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Giovanni Di Colere 21.12.16 - 7:37

La ricerca è americana fatta in America.

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