“Pensavo che i gay fossero malati e perversi, ora li difendo”: il post di questa giovane musulmana è diventato virale

Perché la religione non può essere pretesto per odiare.

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La religione non può essere pretesto per portare avanti discriminazioni di ogni sorta: a sostenerlo è una giovane ragazza di Roma, Sara A., il cui post all’indomani del Pride di Roma ha ottenuto migliaia di like e condivisioni.

Ero omofoba, ma adesso non lo sono più. Ero dell’idea che ammettere l’esistenza di musulmani omosessuali fosse qualcosa di blasfemo. Li rinnegavo, voltavo il viso ed esclamavo astaghfirullah – chiedo perdono ad Allah – se incrociavo un transessuale per strada o due uomini che si tenevano per mano”. Comincia così il post di Sara, 25enne musulmana laureata in Scienze delle Relazioni Internazionali e residente a Roma. “Me ne vergogno, ma ero dell’idea che l’omosessualità fosse una malattia da accettare nella speranza di poter guarire. È peccato, sono perversi, l’Islam lo vieta, l’Islam li condanna: erano affermazioni di cui ero fortemente convinta” continua.

Sara A. ha scelto di raccontare su Facebook l’evoluzione del suo pensiero, cambiato anche grazie alla figura di Wajahat Abbas, ragazzo pakistano omosessuale di religione musulmana da tempo attivo per i diritti dei gay musulmani. Il fortuito incontro (virtuale) con il profilo del ragazzo ha radicalmente stravolto le sue convinzioni: “Ho passato ore a leggere il suo profilo. Sono entrata in crisi e mi chiedevo come fosse possibile che la religione che amo profondamente bandisse in modo così cruento un suo fedele”.

Wajahat aveva visto in Allah la misericordia e la clemenza che lei, forse, non era riuscita a vedere: “Davanti alla sua foto con in mano il cartello Allah Loves Equality ho capito che ero offuscata dall’ignoranza e dalla paura”.

Come ha rivelato al magazine online TPI, specializzato in questioni di politica internazionale, Sara ha ricevuto molte critiche (anche da persone del suo stesso credo) ma anche numerosi messaggi di solidarietà: “Un ragazzo mi ha scritto che grazie a me stava rivedendo la sua posizione nei confronti dell’Islam. Un’altra, eterosessuale e musulmana, mi ha detto che apprezzava il mio coraggio per aver pubblicamente espresso un concetto così forte”.

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