Disco verde dai giudici genovesi sulla trascrizione dell’adozione congiunta di un minore brasiliano da parte di due uomini.
I due papà, di cui uno italo-brasiliano e residenti in Sudamerica, si erano visti negare dall’Ufficiale di Stato Civile del comune di ultima residenza in Italia la trascrizione della sentenza di adozione del loro bambino emessa dai giudici brasiliani.
Attraverso gli avvocati LGBT di Rete Lenford, la coppia ha fatto ricorso e ha vinto, stante l’automatico riconoscimento della sentenza straniera che in questi casi è previsto dalla normativa di diritto internazionale privato.
“Entrambi i padri confidavano nell’esito positivo del ricorso, sopratutto perché è loro intenzione chiedere il riconoscimento in Italia anche della sentenza con cui in Brasile hanno adottato un’altra bambina – ha dichiarato l’avvocata Susanna Lollini, di Rete Lenford – J di cinque anni e P di otto, sono diventati fratelli con l’adozione ed è importante che restino tali anche per la legge italiana”.
“Adesso che abbiamo ottenuto il riconoscimento della sentenza di adozione per J speriamo che il Comune trascriva anche la sentenza di P – aggiungono i due padri – ma nel caso decidesse altrimenti presenteremo un nuovo ricorso. L’importante è non farsi scoraggiare, ma chiunque abbia affrontato un percorso così difficile come quello dell’adozione, non si arrende tanto facilmente!”.
L’esito positivo di questo caso però mette in luce la grave discriminazione che vivono le famiglie arcobaleno dopo lo stralcio della stepchild adoption dalla Legge sulle Unioni Civili: paradossalmente ciò che la legge nega ai nuclei famigliari omogenitoriali che si costituiscono in Italia è costretta a riconoscerlo alle coppie transnazionali che sono nate all’estero.
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