Un fulmine a ciel sereno. La Procura di Padova, che aveva chiesto la cancellazione di una delle due mamme dagli atti di nascita di tante bambine e di tanti bambini della città, ha oggi chiesto di mandare gli atti alla Corte costituzionale, allineandosi, inaspettatamente, alla posizione da sempre sostenuta da Rete Lenford indicata nel manifesto ‘Affermazione costituzionale’ pubblicato il 23 giugno scorso.
“Bene così!”, hanno festeggiato sui social da Rete Lenford, precisando che “se il tribunale di Padova accoglierà la richiesta, torneremo davanti alla Corte costituzionale per difendere l’uguaglianza di tutte le famiglie!”.
Proprio questa mattina, come riportato poche ore fa, erano iniziati i sit-in davanti al Tribunale di Padova, dove la Procura aveva impugnato gli atti di nascita di 37 bambini, negando loro il riconoscimento legale del genitore non partoriente. Proprio oggi iniziavano ufficilamente le cause contro le prime famiglie arcobaleno di Padova con due mamme e figli. Ogni martedì mattina, fino a fine dicembre, erano e sono previsti sit-in dinanzi al tribunale, con le Famiglie Arcobaleno in prima linea contro una vera e propria violenza di Stato, che nega ai bambini i diritti di base che dovrebbero essere garantiti a ogni essere umano. La mossa della Procura di Padova, lo ricordiamo, era la diretta conseguenza della circolare Piantedosi con la quale il Governo Meloni aveva suggerito di accedere alla stepchild adoption per essere genitori, appellandosi ad una sentenza di fine 2022.
Ora, come detto, il colpo di scena annunciato da Rete Lenford, che a fine giugno aveva sollecitato ogni Autorità a investire nuovamente la Corte costituzionale della tutela delle famiglie omogenitoriali.
“È davvero intollerabile continuare a privare della propria identità personale e familiare i bambini e le bambine, in ragione di postulati ideologici e in spregio alle norme costituzionali“, scrissero. “Rete Lenford sosterrà, perciò, tutte le spese, sia spese vive sia compensi legali, relative alla difesa in giudizio – in ogni fase, in ogni grado e dinanzi a qualsiasi Autorità italiana o sovranazionale – di tutte le coppie destinatarie di impugnazione da parte della Procura del riconoscimento di figli* da parte della mamma intenzionale. In qualsiasi città ciò avvenga: dunque, non solo a Padova, oggi al centro dell’attenzione mediatica, ma ovunque. Non lasceremo sola nessuna famiglia. Ancora una volta, resisteremo insieme, in una battaglia di civiltà“.
La palla passa ora al tribunale di Padova.
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