Siamo passivi e siamo orgogliosi di esserlo. E’ questa frase contenuta nel sito "I monologhi del passivo" (nome originale "The Bottom Monologues") aperto il mese scorso che riassume l’omonimo progetto messo in piedi da Trevor Hoppe (in foto) ed altri suoi due amici.
Lo scopo di questi orgogliosamente passivi attivisti (nelle associazioni gay si intende), è duplice: da una parte si vorrebbero sfatare i falsi miti che gli stessi gay costruiscono sul "prenderlo" e sul "darlo"; dall’altra si vorrebbe esplorare a fondo questo mondo che troppo superficialmente viene liquidato con l’atto sessuale dell’essere penetrato.
Essere passivi è solo questo? O c’è di più? E che differenze esistono, se esistono, con gli attivi? Sono alcune delle domande del questionario che Trevor chiede di compilare per spazzare via i luoghi comuni. Ma si chiedono soprattutto storie: passivi, versatili e attivi, tutti sono chiamati a raccontare le loro fantasie, i motivi che spingono a prediligere una scelta piuttosto che un’altra. I passivi non parlano orgogliosamente dell’essere passivi, dice ancora Trevis, per questo la compilazione del questionario servirà anche a prendere coscienza della propria scelta.
Dai risultati verranno poi estrapolati tutti i punti in comune e le maggiori differenze, in modo da evidenziare, spiega Trevor, cosa rende tali i passivi e gli attivi e cosa davvero li differenzia. Alla fine il progetto "Bottoms Monologues" diventerà uno spettacolo teatrale dove gli attori porteranno in scena ciò che emergerà.
Se vi incuriosisce l’argomento non dovete fare altro che rispondere alle domande di Trevor (in inglese, ovviamente) qua.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.