Sergio Staino, vignettista e giornalista, ci ha lasciati a 83 anni dopo una lunga malattia, che lo aveva reso ipovedente da molto tempo.
La sua carriera come fumettista ebbe inizio nel 1979, quando fece il suo debutto pubblicando una striscia chiamata “Bobo” sulla rivista di fumetti Linus. Il personaggio ottenne rapidamente un grande seguito, tra desideri e frustrazioni di moltissimi militanti della sinistra italiani, che in quella goffa ingenuità rivedevano benevolmente una proiezione delle proprie speranze e dei propri fallimenti.
Nel corso degli anni successivi, “Bobo” apparve su numerose altre pubblicazioni, con cui Sergio Staino collaborò, tra cui l’Unità (di cui fu anche direttore), il Corriere della Sera, il Venerdì di Repubblica, l’Espresso, Panorama, Cuore e Tango. Nel 1986, Staino fondò il settimanale satirico “Tango” all’interno dell’Unità e lo diresse fino alla sua chiusura nel 1989. Questa esperienza ha poi portato alla creazione di Cuore, settimanale indipendente, satirico, un cult indimenticato nella storia dell’editoria italiana.
Con acuto sguardo osservatore, Staino ha dedicato la sua carriera a scrutare il paese, le sue trasformazioni e la vita sociale italiana. Nonostante la disabilità visiva, che aveva iniziato a manifestarsi a soli 37 anni a causa di una degenerazione della retina, Staino ha lottato con determinazione per affrontarla. Ha continuato a disegnare, dapprima a mano e successivamente sfruttando l’ausilio della tecnologia.
Nel 2015, nel pieno del dibattito per le unioni civili che sarebbero state approvate un anno più tardi, Staino fu al centro di una polemica, per una vignetta poco apprezzata da una parte della comunità LGBTIA+ italiana. Nella vignetta di Staino, apparsa su l’Unità il 22 Luglio 2015, la questione dell’approvazione delle unioni civili viene comparata al tema dei profughi, in relazione alle indicazioni che l’Italia riceveva in quei giorni dall’UE. La polemica fu raccontata da Gay.it nell’articolo qui linkato.
Di seguito alcune vignette di Staino – rubate via Google (si prega di contattare la redazione per eventuali questioni legate ai diritti) – nelle quali l’intellettuale affrontò questioni LGBTIQ+.
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