Biella – «Questo è un cupio, bastardo e comunista. Se fossi in te lo metterei in cima alla lista dei primi da licenziare». Una mail inviata per errore da un indirizzo della redazione biellese de La Stampa e riferita all’attivista gay quarantanovenne Adriano Guala, ha portato alla luce una vicenda di omofobia condannata fermamente dall’associazione lgbt Eurialo & Niso di cui Guala, tra l’altro, è presidente.
Tutto nasce da una lettera aperta firmata da Guala e pubblicata mercoledì 11 marzo sulle colonne del settimanale La Nuova Provincia in cui l’attivista gay denunciava con toni pacati lo stato di difficoltà in cui versa lo stabilimento dove lavora come operaio da quindici anni, l’industria tessile Zegna Baruffa di Vallemosso, e in generale la crisi del biellese.
La mail di commento al pezzo sarebbe partita il giorno dopo da un terminale in uso alla giornalista Paola Guabello de La Stampa che ha comunque smentito di aver inviato la lettera in quanto il suo computer poteva essere usato da altri. Nella mail verrebbe insultato anche il direttore de La Nuova Provincia, Massimo De Nuzzo, definito "un bastardo contro il quale potresti vedere con l’avvocato se ci sono gli estremi per diffamazione. Io non pubblicherei questa schifezza".
Guala commenta così a Gay.it la vicenda: «Non posso fare finta che questo non sia successo. Nella mail non vedevo altri destinatari. Prima di tutti devo denunciare queste situazioni discriminatorie, come l’aggressione al mio compagno da parte di quattro persone avvenuta nell’ottobre 2007. A Biella le persone lgbt per fortuna vivono molto bene ma a volte capitano episodi di bullismo anche omofobico. È l’ennesima dimostrazione che l’omofobia esiste e non è vero che i gay sono tutelati. Riguardo a questo episodio ho parlato con un legale e gli ho chiesto di esplorare al situazione a 360 gradi».
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