Chiede di essere ignorato Aldo Busi dopo la morte. Niente ceneri disperse con un rito, niente riti laici o religiosi e niente strade intitolate alla memoria. Solo la pace da riservare a qualcosa che ormai è morto. Questo è il senso della lettera-testamento dello scrittore pubblicata in esclusiva dal sito Dagospia e scritta perché "Siccome temo che la mia volontà venga distorta, fosse pure involontariamente, desidero rendere pubblico il mio pensiero sul trattamento funerario del mio cadavere". Dal testo emerge la solita ironia e il sarcasmo che da sempre contraddistingue Busi ma con un lato realista che si fa ancora più accentuato visto l’oggetto della missiva, indirizzata a chi dovrà occuparsi del suo cadavere.
"Desidero essere cremato tre giorni dopo la mia morte – scribe Aldo Busi – dopo una vita apparente, mi mancherebbe solo una morte apparente per sbroccare del tutto". A questo proposito "Le ceneri vengono versate seduta stante nel contenitore più a tiro senza dover subire il ridicolo rito della ‘dispersione’ in un dato luogo ‘della memoria’ (mi sono tutti indifferenti, dalla roggia sotto casa alla prima ansa di autostrada al sacco della raccolta carta, visto che, tignose, perdureranno parecchie cellule di cellulosa anche a combustione sopravvenuta)".
Del resto "Io non volo in cielo o altrove né riposo come un comune animale umano, una volta morto, sono morto e basta", si legge ancora nella missiva. "La gente se ne stia a casa propria, evitando di sporcarmi in giro almeno stavolta, grazie". "Non voglio in alcun modo che ci sia in alcun luogo, e tanto meno a Montichiari, una lapide nemmeno simbolica dove possano adunarsi i soliti fanatici dell’omaggio postumo, lasciando magari letterine con pretese letterarie. Spero non si osi in alcun luogo mai usare una strada per fregiarsi dell’immeritato onore di averla dedicata al mio nome."
Alla fine, un post scriptum: "I pettegolezzi verranno forniti a parte".
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.