Il bacio non ha più un gran valore nella società occidentale. Ultimamente, l’intima sacralità del bacio sulla bocca ha perso ogni suo fascino e tutti, rinunciando ai baci rubati di Trenettiana e Truffautiana memoria, si appioppano inopinatamente sonori schiocchi sulla bocca: dalla Littizzetto con Baudo fino ad Halle Berry con Adrien Brody alla notte degli Oscar. Non è così in Oriente, dove la prima forma di contatto tra due anime (anzi, tra due spiriti, gli ‘shin’) avviene attraverso la visione e il bacio è la suprema sintesi di fusione tra essi.
Arriva da Taiwan, in punta di piedi, un piccolo gioiellino prodotto da Peggy Shao e distribuito dalla coraggiosa Teodora Film di Vieri Razzini, ‘Incrocio d’amore’ (Blue Gate Crossing) del giovane regista Yee Chih-Yen, un enfant prodige della pubblicità nel suo paese. Il suo è un film sul bacio. Anzi, sull’amore adolescenziale, che forse è la stessa cosa. E dire che, ad occhio, in ‘Incrocio d’amore’ di baci ce ne sono solo due e anche parecchio sofferti.
Yueh-chen è innamorata a vista del compagno di liceo Shi-hao dal capello arruffato e la sua amica Ke-rou, simile a lei come una goccia d’acqua, cerca di farglielo sapere ma in realtà, tra timori e reticenze, vuole diventare suo amico per confidargli di essere innamorata della sua amica. Lui è molto più diretto (ripete sempre “Sono scorpione, sangue gruppo zero, faccio nuoto e suono la chitarra”) e le confida i suoi segreti, cioè che è vergine e che fa la pipì a spruzzo. I due diventano amici ma Shi-hao si innamora di lei che però è lesbica.
«Volevo raccontare la naturale confusione dei sentimenti che ciascuno di noi ha sulla soglia tra l’età puberale e quella adulta e volevo sfuggire alla semplicità dell’assunto che mi ero proposto. La verita’ e’ che a 17 anni ciascuno si cerca, che i miei due ragazzi protagonisti stanno benissimo insieme e potranno benissimo andare incontro a una comune sorte amorosa. Attraverso i sentimenti mi interessa soprattutto cercare di capire i miei personaggi e accompagnarli per un pezzo di strada verso le gioiose e difficili scoperte dell’ eta’ adulta’» ha dichiarato il regista. “Ti senti ancora lesbica?” chiede infatti a bassa voce Shi-hao a Ke-rou dopo averla baciata e lei stessa domanda al professore “bere dalla stessa bottiglia è come darsi un bacio?”.
A metà strada tra la solarità de ‘Le biciclette di Pechino‘ e i drammi minimalisti e sessual-combinatori alla Hashiguchi, gli incroci d’amore dei giovani taiwanesi sono anche le parole crociate graffìte continuamente sulle pareti, ideografate nelle lunghe lettere appassionate, ripetute all’infinito sui quaderni di scuola (“riscrivo il suo nome mille volte e quando l’inchiostro sarà asciutto lui si innamorerà di me” sostiene Yueh-chen). Lieve, fluido e delicato, intriso di quell’infinito rispetto per lo sbocciare dei sentimenti e la dignità delle persone che la cultura orientale tramanda da millenni, illuminato dai volti puri e meravigliati dei teneri protagonisti, ‘Incrocio d’amore’ è un dolce, semplice, piccolo film sintetizzabile nell’incrocio di tre spezzate in un unico punto, il simbolo che su Internet rappresenta il bacio. Un asterisco:*.
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